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Fondi, l’oro torna a diversificare

PORTAFOGLI ROBUSTI. Abbiamo calcolato i coefficienti di correlazione tra i principali settori azionari a uno, tre e cinque anni, aggiornati a fine giugno.

Valerio Baselli 28/07/2021 | 00:16
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Oro

L’ABC della finanza dice che per abbassare il rischio complessivo del proprio portafoglio bisogna diversificare gli investimenti. Questo significa, in sostanza, possedere strumenti che si muovono in maniera indipendente l’uno dall’altro.

La diversificazione è un concetto che assume diverse forme e che non si limita alla ripartizione tra equity e bond. L’azionario, ad esempio, è una classe d’attivi molto ampia, composta da investimenti anche parecchio diversi tra loro. Infatti, i sotto-segmenti vengono classificati a seconda della capitalizzazione della società (large-cap, mid-cap e small-cap), del mercato di riferimento (paesi sviluppati o mercati emergenti) e soprattutto del settore economico di cui fa parte l’azienda (industriale, finanziario, energetico, ecc.). È importante avere un’idea di come i vari settori economici rappresentati dalla propria esposizione azionaria si influenzino a vicenda, in modo da evitare di investire in strumenti che sono soggetti a movimenti molto simili.

Guardando i dati sottostanti, ad esempio, si nota come la correlazione tra i vari settori azionari sia cambiata nel corso degli ultimi cinque anni. Vediamo in particolare come l’oro abbia ripreso nel corso degli ultimi 12 mesi (dati a fine giugno) quella funzione da “diversificatore” che storicamente ha assunto ma che aveva perso negli ultimi anni.

La correlazione tra il settore aurifero e quello delle infrastrutture globali, ad esempio, è passata dallo 0,51 a cinque anni allo 0,01 a un anno. Con il settore biotecnologico e con quello dell’energia, poi, la correlazione è diventata negativa nell’ultimo anno.

Il metallo giallo ha vissuto un’annata volatile: il prezzo dell’oro, dopo esser crollato nel mese di marzo del 2020 come tutte le altre asset class, ha poi segnato un forte rally tra aprile e agosto (superando i 2.000 dollari all’oncia), tra poi scendere e stabilizzarsi tra i 1.800 e i 1.900 dollari fino a fine anno. Il lingotto ha poi vissuto un primo trimestre 2021 difficile (a fine marzo viaggiava intorno ai 1.614 dollari l’oncia) e ha di nuovo rimbalzato superando i 1.900 dollari a fine maggio.

Secondo la ricerca Morningstar, il settore dei materiali di base, di cui l’oro è una parte importante, è attualmente leggemente sopravvalutato (rapporto prezzo/giusto valore pari all’1,08 al 25 luglio 2021, in dollari).

Oro
Dati in dollari al 25 luglio 2021. Fonte: Morningstar.

Più in generale, comunque, il rally di mercato vissuto vissuto nell’ulmtimo anno dopo il crollo di marzo 2020 ha di fatto aumentato i coefficienti di correlazione tra le varie industrie (il verde delle tabelle si è fatto più scuro).

I settori azionari oggetto dell’analisi sono elencati di seguito. I numeri corrispondono a quelli che appaiono nelle tabelle.

  1. Azionari Settore Aurifero
  2. Azionari Settore Biotecnologia
  3. Azionari Settore Beni e Servizi di Consumo Discrezionali
  4. Azionari Settore Beni e Servizi di Largo Consumo
  5. Azionari Settore Energia
  6. Azionari Settore Servizi Finanziari
  7. Azionari Settore Salute
  8. Azionari Settore Tecnologia
  9. Azionari Settore Beni Industriali
  10. Azionari Settore Comunicazioni
  11. Azionari Settore Servizi di Pubblica Utilità
  12. Azionari Settore Agricoltura
  13. Azionari Settore Energie Alternative
  14. Azionari Settore Infrastrutture
  15. Azionari Settore Risorse Naturali

 

Correlazione

Correlazione

Correlazione
Dati in euro al 30 giugno 2021.
Fonte: Morningstar Direct.

Il coefficiente di correlazione è un parametro che misura in che modo la performance di uno strumento influenza l’andamento di un altro. Varia tra -1 e +1. Un coefficiente pari a 0 indica che non vi è alcuna relazione tra le performance dei due settori. Un coefficiente pari a 1 significa che c'è una correlazione positiva perfetta, il che significa che i due indici si muovono assieme, se uno sale del 10%, lo fa anche l’altro, e viceversa. Ovviamente, in caso di perfetta correlazione negativa (uguale -1) il rapporto è inverso: se il primo sale del 10%, il secondo perde il 10%.

L'analisi è stata realizzata con la piattaforma per professionisti finanziari, Morningstar Direct. Clicca qui per saperne di più sulle sue funzionalità.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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