Conviene investire nei bond dei mercati emergenti? La domanda si ripropone ogni volta che il debito dei paesi in via di sviluppo inizia a correre.
Un’indicazione sullo stato di salute di questo asset di investimento si può avere guardando l’andamento delle principali categorie Morningstar dedicate ai fondi che investono nei bond a livello globale. Nell’ultimo mese (fino al 14 settembre e in euro) le strategie dedicate alla carta emerging hanno guadagnato, mediamente, lo 0,86% piazzandosi al primo posto, subito davanti ai fondi che puntano sugli high yield (+0,75%). A seguire ci sono gli strumenti che guardano alle emissioni emerging in valuta locale (0,6%), ai Global corporate bond (+0,11%) e ai Global bond (-0,20%).
Guardando alla situazione da inizio anno, il quadro cambia un po’, con la corsa dell’alto rendimento (+7,3%) e gli emergenti a inseguire (+3%).
Categorie Morningstar Global bond a confronto da inizio anno
Dati in euro
Il rinnovato interesse per la carta emerging non deve stupire. "In un mondo in cui i rendimenti dei titoli di Stato delle società e dei mercati sviluppati sono scesi quasi ai minimi storici, i titoli sovrani dei mercati emergenti sono una delle poche aree a offrire agli investitori rendimenti reali positivi”, spiega Mark Preskett, Senior portfolio manager di Morningstar Investment Management (MIM).
A questo punto diventa normale andare a guardare emissioni come il decennale brasiliano che offre un rendimento di circa il 9% contro il 6,3% di un anno fa. "C’è un motivo se gli yield degli emergenti sono interessanti”, dice il gestore di MIM. “Molti di questi paesi stanno lottando con situazioni di instabilità politica o i problemi legati al Covid. Ma per un investitore di lungo termine potrebbe valere la pena correre il rischio, data l'opportunità di rendimento".
Valuta locale o hard currency?
Quando si ha a che fare con il reddito fisso emergente, una delle domande da porsi è: meglio valuta locale o hard currency?
Le obbligazioni emesse da stati sovrani, infatti, sono denominate in valuta locale (local currency) o in quella di un mercato sviluppato (hard currency, di solito il dollaro Usa). Questo crea due distinti sottosettori all'interno di questo tipo di obbligazioni.
Il debito dei mercati emergenti in hard currency è una scelta comune fra gli investitori che cercano un'esposizione ai paesi in via di sviluppo senza accollarsi il rischio di cambio specifico della divisa locale (se il paniere è in dollari, l’investitore in euro avrà comunque un rischio valutario, se il gestore non attua strategie di copertura). Per comprendere meglio questo mercato, si può guardare alla composizione dell'indice Morningstar Emerging Markets Bond. Il paniere misura la performance di obbligazioni societarie e sovrane di oltre 60 paesi emergenti, tutte emesse in dollari. L'indice è ponderato in base alla capitalizzazione di mercato, con vincoli di rappresentazione per garantire la diversificazione. La Cina, la seconda economia mondiale, compone attualmente quasi il 20% del paniere.
Composizione indice Morningstar Emerging Markets Bond
“Noi però preferiamo il debito in valuta locale rispetto a quello in hard currency”, dice Preskett. “In questo modo si ha accesso a un paniere di divise di buon valore che hanno discrete opportunità di apprezzamento”.
Occhio ai rating
Un’altra questione da valutare è il merito di credito delle obbligazioni. Un discorso che vale per tutte le emissioni, ma che diventa ancora più importante quando si maneggia un asset rischioso come un bond emerging. Mediamente gli emittenti presenti nell’indice Morningstar Emerging Markets Bond hanno un rating di BBB, un livello al di sopra dei junk bond. Il paniere Morningstar Global Core Bond, ha un rating creditizio di AA.
Rating a confronto negli indici Morningstar EM Bond e Morningstar Global Core
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