La Cina non riesce a realizzare i numeri del passato. Almeno sul fronte macroeconomico. Ma, mentre la situazione influisce negativamente sul mercato borsistico, quello privato sembra essere decisamente in salute.
La crescita della Pil è stata del 5,3% (annualizzato) nel secondo trimestre (dopo il +1,6% del primo quarter), guidata da un rimbalzo dei servizi al consumo seguito al calo dei casi di Coronavirus.
Grafico: Pil cinese
Fonte: Morningstar, National Bureau of Statistics of China
Tuttavia, questo balzo è molto diverso da quelli visti in passato, come la media del +8% nel primo decennio del secolo. “Pensiamo che la Cina sia ora su un percorso di crescita permanentemente più lento”, spiega Preston Caldwell, responsabile del China Economics Committee di Morningstar che ogni trimestre prepera un rapporto (China Diagnostic) sullo stato di salute economica del paese asitico.
Nell’ultimo aggiornamento si dice che la crescita del Pil sarà del 4% nel 2022 e, in media, del 3,3% nell'intero periodo 2019-30. “Abbiamo a lungo sostenuto che il boom degli investimenti in Cina fosse insostenibile”, dice Caldwell. “Le recenti politiche del governo avevano portato a un rallentamento della crescita del debito che, a sua volta, aveva alimentato questa esplosione di investimenti, in particolare in settori in forte espansione come quello immobiliare”.
Ora però la situazione sembra essere cambiata. “Ad esempio, siamo preoccupati per un potenziale allontanamento dalle riforme del libero mercato cinese, evidenziato da notevoli pressioni su grandi aziende e ricchi uomini d'affari”, dice Caldwell, secondo cui per quest’anno e per il prossimo la Cina dovrà fare i conti con la minaccia rappresentata dalla variante Delta del Covid. “I tassi di immunizzazione sono aumentati vertiginosamente, ma l'efficacia dei vaccini nazionali cinesi è incerta e i casi di infezione sono aumentati nell'agosto 2021”, dice Caldwell.
La preoccupazione per la situazione cinese è evidente anche nei corsi di Borsa. L’indice Morningstar China da inizio anno (fino al 14 settemre e in euro) ha perso il 9,4%. Un deciso rallentamento dopo il +20,6% segnato nel 2020. Da gennaio il paniere Global markets ha guadagnato il 18,91% (+6,5% l’anno scorso).
Grafico: Indici Morningstar China e Global Markets a confronto
In questa situazione i gestori fanno quello che possono per difendersi. Da inizio anno la categoria in cui sono raccolti i fondi che investono sulle A shares ha guadagnato l’1,27%, seguita dall’azionario Grande Cina (0,57%) e dalla China equity (-6,5%).
Grafico: Categorie Morningstar Cina a confronto
Dati in euro
Il venture capital cresce
Ma se sul public market la situazione è delicata, nel mercato privato la storia sembra essere decisamente un’altra. Lo dimostra quello che sta succedendo nel segmento del Venture capital nell’area Grande Cina.
Nel primo semestre 2021 (dati PitchBook), gli investimenti nella regione hanno raggiunto i 56miliardi di dollari sparsi su 2.366 deal. “A questo ritmo potrebbero essere superati i 100 milioni di dollari alla fine dell’anno”, spiega Cameron Stanfill, Senior analyst di PitchBook. “Aziende disruptive stanno approfittando della crescita imprenditoriale che si registra nel paese più popoloso della Terra e nella seconda economia del mondo. Rispetto al 2020, condizionato dalla pandemia, il ritmo degli affari nel primo semestre 2021 è stato sicuramente robusto”.
Grafico: Andamento operazioni di venture capital
Le potenzialità non sono sfuggite agli investitori stranieri. “Gli operatori esteri hanno partecipato a quasi un quarto di tutte le operazioni di VC dell'area nel primo semestre dell’anno”, dice l’analista.
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