Settembre è stato un mese negativo per le azioni europee, con l'indice Morningstar Europe NR che ha perso quasi il 3% (in euro). Per registrare un altro segno meno da parte del benchmark bisogna tornare indietro a gennaio (0,6%), ed è quindi logico aspettarsi che a farne le spese lo scorso mese siano stati tutti gli stili di investimento.
I ribassi, tuttavia, sono stati più consistenti nel segmento Growth rispetto a quello Value. I titoli Large Growth, infatti, hanno registrato un calo del 4,5%, mentre quelli Large Value hanno contenuto le perdite allo 0,3%.
Figura 1: Il Barometro del mercato europeo
Le ragioni di questa sovraperformance sono da trovare nella forte ascesa delle società del settore energia, un comparto tradizionalmente considerato Value.
Gli energetici sono stati gli unici titoli in Europa a chiudere lo scorso mese in territorio positivo con un guadagno di ben il 13%. Non sorprende, dunque, che le azioni che abbiano maggiormente contribuito a questo risultato siano state Royal Dutch Shell PLC, BP ed Eni SpA, con guadagni rispettivamente del 15,4%, del 14,4% e del 13,5%.
A penalizzare il segmento Growth, invece, sono state le perdite accumulate dai tecnologici (-6,2%) e in particolare quelle riportate dai titoli ASML Holding NV (-8,3%) e Prosus NV ( -7,9%).
Figura 2: Rendimenti per settore
Relativamente alle valutazioni di mercato, si nota come il settore energetico non sia così conveniente come un mese fa (il suo Price/Fair Value è passato dallo 0,81 di agosto allo 0,92 di settembre), mentre il comparto più attraente è ora quello finanziario, scambiato con un Price/Fair Value di 0,89.
Figura 3: Le valutazioni di mercato
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