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Alcuni modi per difendersi dall’inflazione

Strumenti differenti offrono diversi gradi di protezione dall’aumento del carovita. Meglio fare attenzione alle utility.

Marco Caprotti 28/10/2021 | 12:19
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E’ allarme inflazione? I numeri al riguardo destano qualche preoccupazione. Nel Vecchio continente, l'inflazione a settembre ha registrato un incremento annuale del 3,4%, dopo il +3% del mese precedente e dopo il -0,3% dello stesso mese del 2021. Il dato ha confermato la stima flash diffusa a inizio ottobre. La componente energetica è stata quella a più rapida crescita (+17,6% rispetto a settembre 2020 e +1,4% rispetto ad agosto 2021).

Negli Stati Uniti il carovita, misurato dal consumer price index ,a settembre è salito dello 0,4% rispetto al mese precedente, ma è aumentato del 5,4% rispetto a un anno fa.

Che cosa ha dato la spinta all’inflazione?
“Alcune delle impennate dei prezzi sono chiaramente temporanee”, spiega Russel Kinnel, director della manager research di Morningstar in riferimento alla situazione Usa. “L'economia ha frenato bruscamente quando il Coronavirus ha colpito nella primavera del 2020 e ora sta accelerando. Entrambi gli eventi hanno colto di sorpresa la catena di approvvigionamento globale, ma ci sono anche altri elementi come problemi a livello globale nelle spedizioni, la fornitura di auto e così via”.

Le utility si preoccupano
Un settore che guarda con una certa preoccupazione all’aumento dell’inflazione è quello delle utility. “Le aziende di questo segmento hanno goduto di un decennio di inflazione bassa e stabile, che ha consentito loro di investire e aumentare i guadagni mantenendo le bollette dei clienti per lo più invariate in termini reali”, spiega Travis Miller, energy e utility strategist di Morningstar. “Ma il recente picco dell'inflazione sta già portando alcune utility ad adeguare i loro piani di spesa, anche perché hanno dubbi riguardo al fatto che i regolatori gli permettano di trasferire sui clienti i costi più elevati delle materie prime. Durante i periodi di inflazione più elevata negli anni '90 e all'inizio del 2000, i servizi di pubblica utilità in Borsa hanno regolarmente sottoperformato”.

Ci sono però degli aspetti positivi. “Le utility rimangono uno dei pochi posti nel mercato per cercare income stabile e in crescita”, dice lo strategist. “Con il rendimento dei bond decennali Usa vicino all'1,3%, lo spread del 3% tra i tassi di interesse e il rendimento medio dei dividendi delle utility Usa rimane storicamente interessante”.

I dividendi delle utility Usa
dividendi

Sistemi di difesa
Guardando al mercato più in generale, l’aumento dell’inflazione dovrebbe spingere gli investitori a utilizzare dei mezzi di difesa.

“L'inflazione colpisce diversi tipi di titoli in modi differenti”, dice Kinnel. “In generale questo elemento è una minaccia maggiore per un portafoglio pesantemente obbligazionario rispetto a uno prevalentemente azionario. Se si ha l'80% in stock, probabilmente non ci si deve preoccupare. Se si ha molto reddito fisso, allora  l'inflazione è un problema”.

Vale anche la pena ricordare che l'inflazione non è l'unica minaccia per gli investitori. “Fattori come le recessioni possono danneggiare il portafoglio”, dice Kinnel. “Per questo è sempre meglio stare concentrati sui propri obiettivi. La protezione dall'inflazione, insomma non deve dominare le scelte di portafoglio. Chiunque abbia messo su molte difese negli ultimi 20 anni probabilmente ha perso alcuni robusti guadagni”.

In generale, comunque, le azioni sono un buon strumento di difesa. Bisogna però fare attenzione. “Se la notizia di un balzo dell'inflazione arriva al mattino, le azioni potrebbero perdere valore quel giorno”, dice Kinnel. “Ma nel lungo periodo, le azioni tendono a fare bene quando l'inflazione aumenta. Se i lavoratori ricevono aumenti, ad esempio, possono permettersi di acquistare titoli in borsa. Inoltre, molte aziende hanno un potere di determinazione dei prezzi che consente loro di aumentare i prezzi. Le società con marchi forti o che operano in oligopoli spesso possono trasferire i prezzi ai consumatori”.

Un altro modo per coprirsi dal rischio di inflazione è con strumenti legati alle materie prime. “I prezzi delle commodity sono una parte importante dell'inflazione e sono generalmente sensibili alla crescita economica del carovita”, dice Kinnel. “Se pensiamo ai periodi in cui i prezzi del petrolio sono aumentati, l'inflazione spesso ha seguito la sua scia”.

Quando si parla di inflazione e sistemi di difesa, un elemento che viene citato spesso è l’oro.“Ogni volta che c’è una crisi globale o un aumento dell'inflazione molte persone chiedono a gran voce di avere questo minerale”, dice Kinnell. “Ma non sempre è una buona idea. I titoli legati al metallo giallo si sono comportati magnificamente durante il mercato ribassista del 2000-2002, ma hanno perso in due fasi di Orso seguenti. In breve, i rendimenti sono casuali e i titoli legati all’oro sono vulnerabili”.

Altri strumenti considerati buoni per difendersi dall’inflazione sono i fondi inflation linked. La caratteristicha di questi bond è che sono concepiti proprio per aiutare gli investitori a proteggersi dal carovita.

Nel scegliere uno strumento di questo tipo è bene essere consapevoli di due elementi:

-Non tutti i paesi emettono inflation-linked bond per cui il peso degli Usa (45%) e del Regno Unito (circa il 30%) è elevato.

-Le scadenze sono generalmente lunghe per cui la strategia ha una duration che può andare da 10 a 12 anni.

“Questo può risultare penalizzante in fasi di rialzo dei tassi”, dice Jose Garcia-Zarate, direttore associato per la ricerca sulle strategie passive di Morningstar. “Tuttavia, un approccio a basso costo e passivo su questo mercato può potenzialmente dare ritorni superiori alla media di categoria, che comprende anche i fondi attivi”.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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