Alle attuali quotazioni di mercato, il titolo BMW è scambiato a un tasso di sconto di circa il 35% rispetto al fair value di 134 euro (report aggiornato al 3 novembre 2021). Le azioni della casa automobilistica tedesca viaggiano su valutazioni di Borsa ben al di sotto del fair value già da prima dell’esplosione della pandemia. La necessità di aumentare gli investimenti nel segmento elettrico e la sua forte esposizione al mercato del diesel in Europa hanno alimentato le perplessità sulla capacità di BMW di mantenere margini di profitto in linea con i suoi livelli storici. Ma gli attuali corsi azionari, dicono gli analisti, incorporano ipotesi troppo pessimistiche sul futuro del gruppo.
“Il nostro fair value di 134 euro è più alto del 25% rispetto al consensus del mercato e del 53% rispetto alle attuali quotazioni di Borsa. La stima si basa sull’ipotesi di un margine operativo medio dell’8,8% nei prossimi cinque anni, di poco inferiore alla media degli ultimi 15 anni, mentre il prezzo corrente delle azioni BMW sconta un valore medio dell’EBIT inferiore al 3%”, dice Richard Hilgert, analista azionario di Morningstar.
“A nostro avviso il mercato sta commettendo anche l’errore di non valutare il Moat dell’azienda. Dal 2002 ad oggi BMW ha costantemente sovraperformato il settore auto a livello globale, in termini di nuove immatricolazioni, ed è riuscita a macinare rendimenti del capitale superiori ai costi di finanziamento grazie a una profittabilità più alta rispetto alla media, frutto del valore dei suoi marchi e di una leadership tecnologica che le permettono di applicare mark-up elevati ai prezzi di vendita delle autovetture. Un altro elemento che sfugge al mercato è il forte investimento di BMW nel segmento elettrico. In base alle nostre stime, infatti, entro il 2030 il 48% dei veicoli prodotti dalla casa tedesca saranno elettriche e il 36% plug-in hibrid”.
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