Mentre le banche centrali mondiali si muovono in ordine sparso per far fronte all’inflazione, chi investe nel reddito fisso si chiede cosa conviene fare con i bond.
L'aumento dell'inflazione danneggia chi investe in obbligazioni in due modi: erode il loro potere d'acquisto, nel caso in cui ricevano pagamenti fissi, mentre i prezzi di beni e servizi aumentano costantemente, e riduce il prezzo stesso dei bond a condizione che gli aumenti dei tassi di interesse previsti vengano scontati dal mercato.
Gli istituti centrali di molti paesi emergenti, ma anche di alcuni anglosassoni e della Norvegia, hanno già avviato un ciclo di strette. L’ultima a intervenire in questo senso è stata la Bank of England, che ha rispettato le attese e ha aumentato i tassi di interesse allo 0,5%.
Tra le principali banche centrali, l’allentamento della Banca popolare cinese e l’atteggiamento conciliante della Bank of Japan e della Banca centrale europea sono per ora divergenti nella politica a livello globale.
La Bce sta ferma
Per quanto riguarda l’Eurotower, nella prima riunione dell’anno ha confermato i tassi di interesse: il saggio di riferimento resta fermo allo zero, mentre quello sui depositi è negativo e pari al -0,5%. La Bce ha segnalato che il Consiglio direttivo condurrà gli acquisti netti di attività nell’ambito del PEPP (Pandemic Emergency Purchase Programme, lanciato per contrastare gli effetti economici della pandemia) a un ritmo inferiore rispetto al trimestre precedente e li interromperà alla fine di marzo 2022. Gli acquisti netti nell'ambito dell'Asset Purchase Programme (APP, il programma lanciato nel 2015 per garantire la stabilità dei prezzi) si attesteranno a un ritmo mensile di 40 miliardi di euro nel secondo trimestre del 2022 e si ridurranno a 30 miliardi nel quarter successivo.
Nella sua conferenza stampa al termine della riunione del Consiglio, la presidente della Bce, Christine Lagarde, ha parlato di inflazione, spiegando che la fiammata nell'area euro “ha sorpreso al rialzo”, ed è dovuta “primariamente al rialzo dei prezzi energetici, oltre che alimentari. L'inflazione probabilmente resterà alta più a lungo di quanto ci si aspettasse in precedenza, ma scenderà nel corso dell'anno”.
Secondo i dati flash diffusi da Eurostat, l'inflazione a gennaio nell’area euro ha registrato un incremento annuale del 5,1%, dopo il +5% del mese precedente e dopo il +0,9% dello stesso mese del 2021. Su base mensile i prezzi al consumo hanno registrato un incremento dello 0,3%.
La Federal Reserve, intanto, nella sua prima riunione del 2022 ha lasciato i tassi invariati ma il suo presidente, Jerome Powell, ha detto che prevede un aumento del costo del denaro al meeting di marzo, se le attuali condizioni resteranno invariate.
La mancanza di chiarezza della Fed sull’orientamento che intende adottare, anche in merito al Quantitative tightening, non è stata vista di buon occhio dai mercati e non li ha rassicurati.
Bond in discesa
Guardando il reddito fisso attraverso le categorie Morningstar dedicate ai global bond, si nota che la fase di debolezza (da inizio anno, fino al 2 febbraio e in euro) è diffusa quasi dappertutto. Fanno eccezione gli strumenti specializzati sui bond emergenti in valuta locale che, da inizio anno, hanno guadagnato (mediamente) l’1,2% dopo essere stato l’unico segmento in negativo del 2021 (-1,1%).
Andamento categorie Morningstar Global bond
Dati in euro
Fonte: Morningstar Direct
“Forse il più grande dilemma per gli investitori sensibili al rischio risiede nel reddito fisso tradizionale”, spiega Matt Wacher, Chief Investment Officer di Morningstar Investment Management. “In generale investire in attività difensive come le obbligazioni dà scarse prospettive di rendimento, secondo le nostre analisi, creando una vera sfida per la gestione del rischio. Noi non ci muoviamo su tutto il mercato obbligazionario, preferiamo agire ancora selettivamente in alcune sacche del mercato che mostrano caratteristiche difensive (come i governativi, Ndr) o potenziale di rendimento (come gli emergenti in valuta locale Ndr). Tuttavia, molti segmenti del reddito fisso sono costosi. Soprattutto gli high yield, dove abbiamo una posizione complessiva di sottopeso”.
L'esposizione alle valute è un altro strumento disponibile per la difesa che però, secondo Wacher, è spesso sottovalutato da molti investitori. “Ad esempio, il dollaro Usa e lo yen tendono a comportarsi come strumenti definiti ‘rifugi sicuri’ nei periodi di forti stress del mercato”, spiega il Cio di MIM. “Allocando il portafoglio in modo intelligente nell'universo valutario, possiamo fare affidamento sulle caratteristiche protettive del dollaro e dello yen e abbiamo recentemente aumentato questo tipo di esposizione”.
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