Le tensioni politiche tra Russia e Ucraina hanno spinto il prezzo del barile ai massimi degli ultimi cinque anni e l’eventualità di un conflitto tra le due parti farebbe schizzare ulteriormente al rialzo le quotazioni dell’oro nero.
L’indice Morningstar DM Europe Energy ha guadagnato il 18,59% da inizio anno (in euro) e i titoli del settore sono scambiati a valutazioni poco attraenti. La raccomandazione per gli investitori è dunque quella di avere un atteggiamento molto prudente sul settore. Ecco le azioni a fine corsa.
Tenaris
Tenaris ha guadagnato il 26,87% da inizio anno e ora è scambiato a premio del 30% rispetto al fair value di 9 euro (report aggiornato al 4 novembre 2021). A trainare le quotazioni del gruppo italiano sono stati anche i suoi conti, spinti dalla forte ripresa della produzione oil&gas in Nord America (che costituisce il suo mercato principale) e in America latina. I risultati del terzo trimestre avevano indicato una crescita dei ricavi del 15% rispetto al periodo precedente e un ritorno del margine operativo sui livelli pre-pandemia. Gli analisti di Morningstar si aspettano che la profittabilità dell’azienda migliori ulteriormente grazie alla risalita della domanda, spinta dalle elevate quotazioni del petrolio, e dall’attività di efficientamento dei costi portata avanti dal management nell’ultimo periodo. Le previsioni per i prossimi cinque anni indicano un progresso medio dei ricavi dell’11% e un margine operativo attorno al 10%.
BP
BP ha guadagnato il 26% da inizio anno e quasi l’8% solo nelle ultime due ottave. Il titolo ha largamente sovraperformato l’indice delle società europee del settore e ora è scambiato a un rapporto Prezzo/Fair value di 1,10 (report aggiornato all’8 febbraio 2022).
I numeri del quarto trimestre hanno certificato un forte balzo degli utili per azione a 4,1 miliardi di dollari (dai 115 milioni di dollari dello stesso periodo dello scorso anno) e una nuova contrazione del livello di indebitamento. Durante il trimestre, BP ha impiegato 1,7 miliardi dollari nel riacquisto di azioni proprie e prevede di spenderne altri 1,5 miliardi entro il primo trimestre del 2022 e in generale di restituire il 60% dei free cash flow in dividendi e nuovi piani di buyback.
Il management dell’azienda si aspetta di mantenere un reddito operativo tra i 30 e il 35 miliardi di dollari fino al 2030, nonostante una riduzione della produzione del 40% rispetto ai livelli del 2019, e a trainare la profittabilità del gruppo sarà la razionalizzazione dei costi e l’allocazione del capitale sui progetti a più alto valore aggiunto.
TotalEnergies
TotalEnergies ha guadagnato il 16% da inizio anno e ora le sue quotazioni sono in linea con il fair value di 53 euro (report aggiornato al 10 febbraio).
I conti del quarto trimestre del 2021 hanno battuto le stime del consensus, ma gli analisti di Morningstar sono delusi dall’approccio troppo prudente dell’azienda nella distribuzione agli azionisti della liquidità prodotta.
L'utile netto del periodo è salito a 6,8 miliardi di dollari rispetto a 1,3 miliardi di dollari del quarto trimestre del 2020 grazie agli ottimi risultati del segmento E&P (esplorazione e produzione di oil&gas) che hanno beneficiato della risalita del prezzo delle commodity. Tuttavia, la crescita della cedola del 5% e un piano di riacquisto di azioni proprie da 2 miliardi di dollari garantiscono agli azionisti un ritorno inferiore rispetto a quello offerto da altre aziende competitor con bilanci meno in salute rispetto a quello di TotalEnergies.
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