Nelle scorse settimane, abbiamo condotto alcuni sondaggi su LinkedIn e Facebook per saperne di più sul rapporto tra le donne e gli investimenti. Inoltre, abbiamo raccolto alcune testimonianze e i timori causati principalmente dalla guerra in Ucraina e dall’aumento dell’inflazione, ma anche dalle difficoltà a risparmiare e da un dialogo non sempre “alla pari” con il proprio consulente finanziario.
Vediamo insieme quali sono i temi che più preoccupano le donne e come affrontarli (o meglio in che modo, da donna, li sto affrontando).
La guerra in Ucraina
Nonostante il nostro campione sia limitato a una cinquantina di donne che seguono Morningstar su LinkedIn, il 96% si informa regolarmente sulle notizie economico-finanziarie e non ha difficoltà a comprenderle. E’ vero che LinkedIn è una comunità professionale per cui non è rappresentativa dell’intera popolazione femminile, ma è comunque interessante notare questa attenzione ai mercati. Alcune donne ci hanno detto di essere preoccupate per la volatilità generata dalla guerra in Ucraina, timori che sono più che mai comprensibili, ma che nell'universo femminile sembrano essere accentuati. In effetti, secondo uno studio di Credit Suisse, le risparmiatrici vivono con maggior ansia rispetto agli uomini il rapporto con il denaro.
Cosa fare?
L’avversione al rischio è uno degli atteggiamenti più frequenti tra gli investitori in preda all’emotività e li allontana dai possibili guadagni futuri, rendendo difficile dare il giusto peso ai rischi. La mia difesa dai possibili “attacchi di panico” finanziari è quella di fermare il bombardamento di notizie. Guardare ogni giorno come va la Borsa, i propri titoli o fondi mette a dura prova i nervi. E’ utile programmare ogni quanto verificare l’andamento del proprio portafoglio, tenendo conto che, se non si è speculatori, è meglio focalizzarsi sui rendimenti di lungo periodo, coerentemente con i propri obiettivi finanziari, come ad esempio l’acquisto della casa o di un’auto o l’educazione dei propri figli.
Quando è scoppiata la pandemia di Covid-19, alcune amiche mi hanno manifestato incessantemente la loro preoccupazione, disegnando nella loro mente scenari apocalittici; ma una donna mi ha detto che ha smesso di guardare l’andamento dei suoi fondi e a fine 2020, a sorpresa, ha scoperto che il patrimonio era cresciuto. Di fronte a cali dei corsi azionari o obbligazionari e alla tentazione di seguire il “gregge”, è utile chiedersi: “Perché qualcuno potrebbe comprare quello stesso titolo che io sto liquidando?”. In altre parole, assumere una prospettiva diversa può aiutare a vedere un problema da tutti i punti di vista.
L’inflazione
La guerra tra la Russia e l’Ucraina e la conseguente impennata dei prezzi energetici ha accresciuto la preoccupazione di molte donne per il caro-vita. Il livello di inflazione percepita è spesso superiore a quello reale. Secondo le stime preliminari dell’Istat, a febbraio è stata del 5,7% su base annua (+4,8% a gennaio), ma un sondaggio riportato dal Sole 24 Ore rivela che gran parte degli intervistati la vede al 6,4%. I timori, dunque, sono giustificati e i rischi per le donne potrebbero essere elevati, se è vero che, come riporta lo studio di Credit Suisse, tendono più frequentemente degli uomini a tenere i soldi sul conto corrente o in strumenti obbligazionari. Sulle motivazioni di questo comportamento, i pareri sono diversi. Alcuni ritengono sia questione di una maggior avversione al rischio; altri del fatto che il loro reddito è inferiore, perché guadagnano meno degli uomini.
Cosa fare?
Di fronte all’aumento dell’inflazione, alcune donne ci hanno detto di voler ridurre i loro consumi, in particolare gli spostamenti in auto. Sicuramente, una maggiore attenzione nell’uso della macchina, degli elettrodomestici o del riscaldamento domestico permette di ridurre i costi. Ma molte non sanno che è anche possibile proteggere i propri risparmi. Una possibilità che ho preso attualmente in considerazione è stata quella di lasciare meno liquidità sul conto corrente a beneficio di un portafoglio di fondi ed ETF diversificato che comprende obbligazioni inflation-linked, ma anche azioni e oro. I conti correnti, infatti, non prevedono generalmente alcuna forma di remunerazione o protezione dal caro-vita, con conseguente perdita del valore di acquisto della giacenza.
I risparmi della nonna
In un altro sondaggio su LinkedIn, abbiamo chiesto alle donne se i loro risparmi fossero aumentati dall’inizio della pandemia. Anche in questo caso il campione è ristretto (55 risposte), ma il 56% ha risposto in modo affermativo, contro il 23,6% che ha registrato una diminuzione. Una ragazza mi ha domandato come avrebbe potuto mettere da parte qualcosa e fare i suoi primi investimenti. “Mia nonna riusciva. Perché io faccio così fatica? Lavoro in modo saltuario, mentre studio all’università e riesco appena a far fronte alle spese mensili, anche se vivo ancora con i miei genitori”, ha detto.
Cosa fare?
E’ diffusa l’idea che per risparmiare e investire servano grandi somme. In realtà, ho sperimentato in prima persona quando ho cominciato a lavorare che bastano piccoli gesti inizialmente, come ad esempio bere un caffè in meno al giorno. Se ipotizziamo che ci costi 1,10 euro al giorno e lo moltiplichiamo per 365 giorni, otteniamo 401,5 euro, che possiamo mettere da parte ed investire in strumenti che non hanno soglie di ingresso elevate. Nel tempo, questa rinuncia può trasformarsi in gratificazione. Senza entrare troppo in dettagli tecnici, l’interesse composto è un grande alleato quando risparmiamo poco e spesso. Si dice che Albert Einstein, l’abbia definito “l’ottava meraviglia del mondo”, anche se non c’è sicurezza che sia stato proprio lui ad affermarlo. Il segreto è nel reinvestimento: se investo 100 euro con un rendimento del 5%, dopo il primo anno otterrò 105; dopo il quinto 128 e dopo il decimo 163 euro. In trent’anni, mi troverei con 432 euro. Iniziare presto a risparmiare, è un buon modo per far lavorare i soldi per il proprio futuro benessere.
Quando il consulente finanziario è uomo
Un’amica mi ha raccontato di aver avuto qualche difficoltà con il suo consulente finanziario nel pianificare gli investimenti. “E’ un professionista esperto e capace”, ha ammesso, “ma quando ci confrontiamo sembra voler dire ‘sui soldi lascia fare a me che me ne intendo’. Io non lavoro nel settore finanziario, ma mi interesso, leggo le notizie, le analisi e partecipo ad eventi di formazione sul tema, per cui vorrei che le mie competenze venissero tenute in considerazione”. Personalmente, non ho riscontrato problemi simili nella mia esperienza con il mio consulente finanziario, ma il fatto che il settore degli investimenti sia poco orientato a un pubblico femminile è un dato di fatto. Un’indagine di BNY Mellon su diversi asset manager a livello globale che hanno asset in gestione per 60 mila miliardi di dollari rivela che per l’86% del campione il cliente di riferimento è un uomo e il 73% dichiara che i propri prodotti sono pensati per un target maschile.
“Le potenziali investitrici vengono raggiunte da un linguaggio, immagini e messaggi destinati prevalentemente a una clientela maschile”, si legge nello studio. “Ciò include spesso l’uso di metafore per indicare il rischio come quelle usate negli sport estremi e del concetto di performance elevata come sinonimo di successo. Esiste, inoltre, la tendenza ad usare un linguaggio eccessivamente complicato per infondere la sensazione di appartenere a un club esclusivo. Questo tipo di marketing non piace alle donne: quasi un terzo delle intervistate ammette che è il motivo che le dissuade da investire di più”.
Cosa fare?
L’industria degli investimenti ha bisogno di accrescere il numero di donne tanto nella gestione quanto nella consulenza. In Italia, in base ai dati Morningstar sui nomi dei gestori, i fondi con leader femminili sono quasi quanto quelli che fanno capo ai soli manager maschi di nome Francesco. Inoltre, secondo i dati riportati da WeWealth, le consulenti finanziarie sarebbero appena il 19% dei professionisti del settore. Ma anche i consulenti-uomini devono fare uno sforzo per cambiare, come si legge nella ricerca di BNY Mellon, “e acquisire più esperienza per parlare allo stesso livello con le donne”. Troppo spesso usano vecchi metodi e stereotipi che vanno bene per una clientela maschile.
Come donne-investitrici possiamo comunque giocare le nostre carte. “Purtroppo, alcuni consulenti fanno eccessivo affidamento sugli stereotipi quando hanno clienti donne”, affermano Sarah Newcomb e Samantha Lamas, ricercatrici comportamentali di Morningstar. “Voi dovete essere pronte a riconoscere queste situazioni e cambiare consulente. Per assicurarvi che le vostre esigenze finanziarie siano soddisfatte, preparate una lista dei vostri obiettivi finanziari e delle vostre esigenze e verificate nel tempo la coerenza delle proposte con essa. Chiedetevi: hanno soddisfatto le mie esigenze? O hanno affrontato con prepotenza alcuni argomenti in modo presuntuoso?”.
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