Banche europee: rischi gestibili, ma in aumento

Per gli istituti di credito più esposti alla Russia, per il momento la situazione non preoccupa. Ma i pericoli sono all’orizzonte. I mercati, intanto, fanno i conti con un’inflazione più alta e la revisione delle stime di crescita.  

Marco Caprotti 17/03/2022 | 09:11
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Europa

Col proseguimento del conflitto fra Russia e Ucraina stanno aumentando i rischi per le banche europee e per le economie della regione?

I rischi per le banche
“Il pieno impatto dell'invasione sugli istituti del Vecchio continente dipenderà in gran parte dalla durata del conflitto e il conseguente effetto sulle economie europee”, spiega Maria Rivas, Senior Vice President dell’agenzia di analisi creditizia DBRS Morningstar. “Per ora, l’ambiente in cui si muovono è diventato sempre più complicato, anche a causa di una maggiore inflazione e prezzi estremamente volatili di petrolio, gas e materie prime. Inoltre, potrebbero esserci anche conseguenze negative dalla rimozione definitiva delle misure di sostegno post-pandemia dei governi europei”.

Secondo Rivas l’esposizione diretta delle banche europee alla Russia, tramite le loro filiali o le partecipate, per il momento rende gestibile la situazione. Tuttavia, gli istituti più esposti potrebbero vedere minori ricavi, dover fare maggiori accantonamenti, o svalutare fino a zero alcune partecipazioni a bilancio.

Da quando è iniziato il conflitto, alcune delle principali banche europee hanno reso nota la loro esposizione (lorda) verso Ucraina e Russia. Le esposizioni verso il primo paese sono marginali. Quelle in Russia sono concentrate in tre aree principali: filiali bancarie; esposizioni transfrontaliere e posizioni in derivati.

“Poche banche europee hanno filiali in Russia e comunque sono di dimensioni relativamente piccole, rappresentando al massimo il 3% dei ricavi e dell'utile netto”, dice Rivas. La più grande esposizione è quella di Société Générale (SG, 18,6 miliardi di euro), seguita da Unicredit (13,3 miliardi),  Raiffeisen Bank International (12,2 miliardi), ING (7,2 miliardi) e Crédit Agricole (4,9 miliardi).

L’esposizione delle banche europee alla Russia (in miliardi di euro)
Esposizione-banche-europee-alla-Russia

L'impatto sui coefficienti patrimoniali delle banche, in uno scenario in cui le partecipazioni fossero svalutate a zero, dipende dal tipo di esposizione. “La perdita massima sarebbe limitata al valore a cui la partecipazione è iscritta a bilancio, più ogni ulteriore tipo di prestito infragruppo”, dice Rivas. “SG, ad esempio, ha detto che nel caso in cui la controllata fosse espropriata potrebbe potenzialmente portare a una perdita di 2,6 miliardi di euro o di 50 punti base del CET 1 (common tier equity 1, una misura della solidità di una banca). Per Unicredit, la perdita potrebbe arrivare a un massimo di 7,4 miliardi (200 pb del CET 1)”.

Non vanno poi dimenticate le varie sanzioni imposte alle società russe, agli oligarchi, alle istituzioni e alla Banca centrale russa. Tutti elementi che aumentano il rischio operativo per le banche europee. “Gli istituti stanno adottando le misure necessarie per ottemperare alle sanzioni e stanno congelando i beni dei clienti interessati dalle sanzioni”, dice Rivas. “Oltre a questo, riteniamo che le banche europee siano ora più a rischio di attacchi informatici rispetto a prima dell’invasione, il che potrebbe tradursi nella necessità di aumentare la spesa per i controlli e la sicurezza tecnologica”.

La Borsa scende
Gli effetti del conflitto, intanto, continuano a farsi sentire sulle piazze finanziarie del Vecchio continente. L’indice Morningstar Europe dal 24 febbraio, quando è iniziata l’invasione, ha perso il 4,73% (in euro fino al 15 marzo), portando a -11,2% la performance da inizio anno. Nello stesso periodo il paniere Global Markets ha segnato +0,3% (-8,3% da gennaio).

Indici Morningstar Europe e Global Markets a confronto

Dati in euro aggiornati al 15 marzo 2022
Fonte: Morningstar Direct

In termini di valutazioni equity, secondo il Morningstar Global Market Barometer, la situazione continua a mostrare una diffusa sottovalutazione. Il mercato tedesco, ad esempio ha uno sconto del 18%, quello italiano una sottovalutazione del 21%, quello spagnolo dell’15% e quello UK del 10% (in sterline). Per la Francia lo sconto è del 6% (relativamente alle stock coperte dall’analisi Morningstar. Dati in euro per Germania, Italia, Francia e Spagna, aggiornati al 15 marzo 2022).

Economia e inflazione
Gli operatori, intanto, ragionano su quali potrebbero essere gli effetti del conflitto sull’economia della regione, anche per quanto riguarda l’inflazione.

“L'impatto sulle economie dell'Unione europea, che sono fortemente legate alla Russia, potrebbe essere significativo, in particolare se il paese dell’est sprofondasse in recessione”, dice Alex Morozov, Director della Equity Research di Morningstar. “La precedente tornata di sanzioni del 2014 (quando è iniziata la crisi ucraina e sono iniziate alcune imposizioni alla Russia, Ndr) non hanno avuto un impatto materiale sulle economie dell'Ue. Ma ora la situazione è diversa. La pesantezza dell'attuale ciclo di sanzioni e i prezzi dell'energia molto elevati potrebbero aumentare l'inflazione e decelerare la crescita della regione”.

Gli economisti di Capital Economics hanno già rivisto al ribasso la previsione di crescita del Pil dell'Eurozona al 2,8% nel 2022 (dal precedente 3,5%) e hanno alzato le stime sul carovita (+5,5%).

“L'ulteriore aumento dei prezzi dell'energia ha il potenziale per cambiare materialmente le abitudini di acquisto dei consumatori”, dice il ricercatore di Morningstar. “La maggior parte dei governi europei ha indicato la volontà di proteggere in parte le famiglie ma, come ha spiegato  il premier dei Paesi Bassi, Mark Rutte, dovremo tutti fare i conti con una perdita di prosperità".

Secondo Morozov, il mercato ora deve anche fare i conti con sempre maggiori effetti sconosciuti del conflitto. “Più lunghe saranno le ostilità, maggiori saranno i rischi che il conflitto possa estendersi ad altre aree geografiche”, spiega. “E questo potrebbe portare a nuove conseguenze indesiderate che al momento non si possono identificare”.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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