Cos'è il Digital Market Act?
È un pacchetto di regole dell'Ue per “limitare il potere delle grandi piattaforme online”. In un comunicato, il Parlamento europeo ha usato toni duri, minacciando liste nere, indagini e sanzioni contro aziende come Alphabet, Meta e Apple. L'Ue descrive queste società come gatekeeper.
Cosa vuole l'Ue?
L'obiettivo dell'Ue è limitare il potere di mercato degli operatori storici, aumentare la concorrenza e migliorare la scelta per i consumatori.
Ma lo scopo è anche di impedire alle aziende di promuovere i propri servizi prima dei concorrenti e assicurarsi che il sistema concorrenziale funzioni meglio.
Bruxelles desidera ottenere questa liberalizzazione senza sacrificare le battaglie combattute per impedire che i dati personali vengano utilizzati in modo improprio. Apple, ad esempio, ha segnalato i problemi di sicurezza e privacy nel caso di una maggiore condivisione tra piattaforme rivali.
Le aziende tecnologiche sono note per la creazione di “giardini recintati”, che aumentano la dipendenza da un sistema rispetto a un altro e rendono più difficile cambiare fornitore.
I servizi di messaggistica sono al centro di questo processo. In futuro, le piattaforme più grandi dovranno collaborare con quelle più piccole per garantire una concorrenza leale. Gli utenti potranno inviare messaggi ad altre persone su piattaforme diverse: in teoria si potrà inviare un messaggio WhatsApp a servizi di messaggistica rivali sui loro smartphone. Apple potrebbe dover includere altri app store come Google Play su iPhone e Google non sarà in grado di installare Chrome come browser predefinito.
Da dove nasce tutto questo?
La Commissione europea ha messo sotto i riflettori le società tecnologiche statunitensi ormai da anni, soprattutto in termini di usi e abusi dei dati. Tutto ciò è accaduto mentre queste aziende diventavano sempre più grandi.
Gli osservatori del mondo tecnologico ricorderanno le lotte di Microsoft con l'Unione europea per il raggruppamento del suo Windows Media Player in Windows. Il risultato fu che, nel 2004, alla società fu inflitta una multa record di 666 milioni di dollari dalla Commissione europea. Ma Microsoft ha assorbito il colpo velocemente, grazie anche al suo valore di mercato che è aumentato di oltre dieci volte da allora.
Mentre gli Stati Uniti sono la culla delle big tech, l'Ue si considera una pioniera nella regolamentazione digitale.
“L'accordo inaugura una nuova era di regolamentazione tecnologica in tutto il mondo”, ha detto Andreas Schwab del Parlamento europeo. “Il Digital Markets Act pone fine al predominio sempre crescente delle aziende big tech. L'Europa garantisce così più concorrenza, più innovazione e più scelta per gli utenti”.
Queste società sono anche nel mirino dei politici e delle autorità di regolamentazione statunitensi.
Chi sta spingendo per la riforma?
La danese Margrethe Vestager è una figura fondamentale nella battaglia normativa contro le big tech. È commissaria europea alla concorrenza dal 2014 e presidente di "Europe Fit for a Digital Age" dal 2019.
Quali aziende sono interessate?
Un'azienda deve avere una capitalizzazione di mercato di 75 miliardi di euro o un fatturato annuo di 7,5 miliardi di euro, quindi l'ambito è limitato alle più grandi società tecnologiche. La caratteristica di un gatekeeper è di avere browser, social media o servizi di messaggistica, con almeno 45 milioni di utenti finali mensili. Quindi le realtà interessate sono Instagram, Facebook, Google Search, WhatsApp e Microsoft Teams.
Quali sono le sanzioniper chi non si adegua?
Le aziende possono essere multate del 10% del loro fatturato annuo e del 20% se recidive. Meta ha realizzato quasi 120 miliardi di dollari di entrate l'anno scorso, Apple 124 miliardi, Microsoft 168 miliardi e Alphabet 257 miliardi. Il fatturato di Amazon è stato di 469 miliardi nel 2021.
Nei casi più gravi, le aziende possono veder ridotta la loro capacità di rilevare altre società.
Come hanno reagito le grandi società tecnologiche?
Questo insieme di regole è stato più duro di quanto si aspettassero. Le aziende interessate sono preoccupate di veder soffocare l'innovazione e ridurre la privacy e la sicurezza.
Cosa significa per gli investitori?
Il rimbalzo dei titoli value ha messo in ombra le società growth quest'anno, quindi è difficile separare il sentiment del mercato dall'effetto della minaccia antitrust. Questa regolamentazione è in discussione da anni e può innervosire gli investitoriLe leggi antitrust possono preoccupare, ma la mossa più redditizia (finora) è stata ignorare i rumor.
Negli ultimi anni, la dimensione aziendale ha fatto la differenza, rafforzando l’effetto network che, secondo Morningstar, è una parte dell’economic moat. Come visto con Facebook, gli utenti portano più utenti, alzando la barriera all'ingresso per i rivali e rafforzando la quota di mercato di chi c’era prima. Questi cambiamenti regolamentari potrebbero livellare il campo di gioco per le società tecnologiche più piccole e interrompere lo status quo. L'Ue ha mostrato chiaramente l’intenzione di voler spostare la bilancia verso le nuove società.
"La legge evita qualsiasi forma di regolamentazione eccessiva per le piccole imprese”, dice il testonormativo. “Gli sviluppatori di app avranno opportunità nuove, le piccole imprese avranno un maggiore accesso ai dati rilevanti per il business e il mercato della pubblicità online diventerà più equo".
Gli investitori, in particolare i professionisti, sperano che questo scateni una nuova ondata di innovazione tecnologica e opportunità per puntare sulla prossima generazione di unicorni.
Quando entrano in vigore le regole?
Le regole dovrebbero entrare in vigore a ottobre, se il Parlamento europeo e gl istati membri approveranno la versione finale dell'atto.
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