Cos'è l’alpha. E ne ho bisogno?

È uno strumento per misurare la performance dei fondi. Tuttavia, non è necessario sopravvalutarne l'importanza.

Marco Caprotti 31/03/2022 | 09:40
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Alpha

Cos'è l'alpha? È la prima lettera dell'alfabeto greco. Chi investe in fondi, però, di solito, lo conosce col nome di “sovraperformance". Ma c'è molto di più.

Il glossario di Morningstar dice che l’alpha: “Rappresenta la misura della variazione (maggiore o minore) della performance di un fondo rispetto al suo valore atteso, calcolato in funzione del rischio assunto dal fondo, denominato beta. Di conseguenza, un valore di alpha maggiore di zero indica il maggior rendimento del portafoglio gestito rispetto al rendimento di un portafoglio non gestito avente lo stesso beta. È dunque un inidicatore dell´abilità del gestore nello stock picking e, quindi, della sua capacità di creare valore aggiunto”.

L'alpha viene misurato anche al netto delle commissioni, un parametro importante per Morningstar.

L'alpha, quindi, è strettamente connesso al beta (seconda lettera dell'alfabeto greco). Il beta misura la volatilità di un investimento in relazione a un indice di mercato: quando l'indice sale, un fondo con un beta elevato dovrebbe guadagnare ancora di più.

Come calcolare l'alpha
Si calcola prendendo il rendimento dell'investimento del fondo comune e sottraendo da esso il rendimento dell'investimento del rispettivo indice. Un'alpha positivo significa che il fondo ha storicamente performato meglio dell'indice. Un alpha negativo dice che il fondo ha storicamente performato peggio dell'indice. Un alpha pari a zero illustra che il fondo può avere lo stesso rendimento atteso dell'indice.

Cosa c’è da sapere sull’alpha
Un beta più elevato (rischio più elevato rispetto a un indice) non equivale necessariamente a un alpha più elevato (rendimento maggiore per quel rischio). Un fondo con beta elevato può avere un alpha negativo perché il gestore ha ostacoli maggiori da superare per battere il benchmark.

Non tutti gli alpha sono uguali
La differenza tra il rendimento effettivo e quello atteso del fondo è il suo alpha. Se l'alpha è positivo, significa che il fondo ha superato il rendimento atteso. Due fondi, tuttavia, potrebbero avere gli stessi rendimenti, ma i loro diversi livelli di rischio porteranno a diversi alpha.

L'alpha dipende dal beta
Entrambi sono di utilità limitata se un fondo non ha un'elevata correlazione con il suo benchmark. In questo caso i valori di alpha e beta sono inaffidabili.

L’alpha non vede tutto
L'alpha elevato di un fondo può essere dovuto al talento del gestore, ma potrebbe anche essere il risultato di scelte fortunate di titoli.

L'alpha negativo non è sempre un elemento negativo
L’alpha non riesce a distinguere tra la sottoperformance causata da una scarsa selezione dei titoli e quella causata dalle commissioni. Ad esempio, i fondi indicizzati possono avere un alpha negativo a nonostante le spese basse se il benchmark che replicano ha pessime performance.  Ma questi strumenti possono comunque entrare nella parte core di un portafoglio.

Riassumendo l’alpha
Perché gli investitori non dovrebbero cercare fondi con un alto alpha? Dopotutto promettono rendimenti superiori alla media.

Ma mentre il beta può essere spiegato dai rendimenti legati al mercato, l'alpha è l'elemento inspiegabile, la materia oscura per eccellenza degli investimenti. Ecco perché gli investitori sono felici di pagare commissioni più elevate per i fondi gestiti attivamente, in particolare quelli gestiti da star dell’asset management .

Affinché l'alpha sia una misura affidabile, deve essere considerato insieme al beta. C’è poi il problema che non riesce a distinguere tra le cause della sottoperformance, sia che si tratti di alte commissioni o di scarsa capacità del gestore.

L’alpha è anche una misura di breve termine che può variare in poco tempo. Insomma, manager in grado di ottenere alti alpha possono essere dei geni o, semplicemente, essere fortunati. Col risultato che un alpha positivo oggi, potrebbe diventare negativo domani.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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