Mercati azionari prudenti
Dopo 35 giorni di guerra in Ucraina, i mercati azionari globali viaggiano in territorio positivo (+3,5% in euro l’indice Morningstar global market al 30 marzo). Le Borse europee, però, non hanno recuperato del tutto le perdite (-0,6%), mentre Wall Street segna +8,4% in euro. Ribassi superiori al 2% colpiscono le aree emergenti, appesantite non solo dagli effetti del conflitto, ma anche dalle vendite che hanno colpito il listino cinese. L’andamento delle negoziazioni rimane condizionato dalle notizie sul fronte diplomatico, ma non solo. Il tema dell’inflazione è centrale, dopo i dati pubblicati in diversi Paesi europei, tra cui Italia, Spagna e Germania, che segnalano incrementi superiori alle attese. Gli investitori scontano sempre più cambi di rotta da parte delle Banche centrali, inclusa la BCE. Gli occhi sono puntati anche sull’andamento dei prezzi energetici, con il rallentamento dell’attività manifatturiera cinese e la possibilità di utilizzo delle riserve statunitensi che frena i rincari. Infine, non è possibile ignorare il nuovo amento di casi di Covid-19, che ha portato a chiusure lampo in Cina in diverse città, inclusa Shanghai. La prudenza, dunque, è d’obbligo al termine di un trimestre con bilancio negativo per le principali piazze internazionali (-2,8% l’indice globale).
Fondi, trimestre condizionato dalla guerra
Nei primi tre mesi del 2022, i fondi e gli ETP (Exchange traded product) sull’energia sono stati i protagonisti con rendimenti largamente superiori al 20%. Gli ETC (Exchange strade commodity) su petrolio e gas guidano i rialzi con guadagni medi del 45% in euro, mentre gli azionari specializzati sul settore mostrano ritorni intorno al 24% in media (al 30 marzo). Ma tra le migliori categorie troviamo anche l’equity dell’America latina (+25%). Come spiegano i ricercatori dell’agenzia DBRS Morningstar, la regione potrebbe trarre vantaggio dall’aumento dei prezzi delle materie prime, causato dal conflitto in Ucraina. Il fanalino di coda sono gli azionari Russia, con perdite medie intorno al 62%. Seguono gli azionari Europa emergente, con ribassi intorno al 48%. Se guardiamo alla classifica dall’inizio del conflitto, un dato curioso è quello dei fondi con focus sulle società specializzate in energie rinnovabili, che registrano rendimenti superiori a quelli sulle fonti fossili (+14,6% contro +10,7%). L’industria delle rinnovabili non aveva avuto un inizio di anno brillante, ma probabilmente gli investitori sono tornati su questo segmento, che aveva corso molto durante la pandemia di Covid-19, nella convinzione che sia la strada da percorrere per ridurre la dipendenza dalla Russia.
Vendite diffuse sui mercati obbligazionari
Sono tempi difficili per gli investitori obbligazionari, in particolare in Treasury americani. Nelle ultime sedute sono prevalse le vendite e i rendimenti sono tornati a salire. “La ripresa economica, i maggiori livelli di inflazione e le politiche monetarie più restrittive su scala globale hanno innalzato la temperatura dei mercati obbligazionari mondiali nel 2022”, si legge in una nota di J.P. Morgan asset management. “In effetti, gli ultimi avvenimenti hanno fatto sparire quasi completamente, in tutto il mondo, lo stock di debito a rendimento negativo, portandolo da 10.700 miliardi di dollari a inizio anno a soli 2.900 miliardi al 22 marzo 2022, il valore più basso da metà 2015”. Secondo gli analisti, i principali indicatori suggeriscono che le banche centrali potrebbero continuare a innalzare i tassi senza temere una recessione. L'orientamento interventista, tuttavia, farà probabilmente aumentare la volatilità, di conseguenza sono da preferire titoli con duration breve”. Nell’ultimo mese, l’indice Morningstar Treasury bond ha perso il 3,58% in dollari (-2,74% in euro), il Morningstar Eurozone Treasury bond ha lasciato sul terreno quasi il 3% in euro (al 29 marzo).
I titoli tecnologici sono difensivi?
I titoli tecnologici e i fondi che sono specializzati sul settore hanno avuto un inizio d’anno difficile, con l’indice Morningstar USA technology che ha perso oltre il 6% in euro (al 30 marzo). Ma nelle ultime settimane c’è stata una ripresa e il Nasdaq ha recuperato più della metà delle perdite dal sell off di novembre, quando la Federal Reserve aveva accennato a rialzi più ripidi dei tassi. Secondo, Ipek Ozkardeskaya, Senior analyst di Swissquote, “le big tech stanno spingendo l'indice più in alto, perché, insieme ad altri titoli a grande capitalizzazione, sono ora percepite come investimenti rifugio quando le obbligazioni crollano in attesa di una più ripida normalizzazione della politica monetaria”. Il settore, tuttavia, deve anche fare i conti con il Digital Market Act dell’Unione europea, un pacchetto normativo per limitare il potere delle grandi piattaforme online, che, se approvato dal Parlamento e dagli stati membri, dovrebbe entrare in vigore da ottobre.
HSBC, rischio “significativo” sui diritti umani
Il Financial Times ha riportato che la banca inglese HSBC ha rivisto le ricerche pubblicate dai suoi analisti per rimuovere il termine “guerra” con riferimento alla crisi ucraina, dal momento che il gruppo, a differenza di molti concorrenti, resiste alle pressioni per chiudere le filiali in Russia. Secondo il quotidiano finanziario britannico, i cambiamenti nel linguaggio avrebbero scatenato un dibattito interno e forti lamentele da parte di alcuni dipendenti. Ma HSBC non è nuova a scelte che fanno discutere sul fronte dei diritti umani. Dopo l’approvazione nel giugno del 2020 della proposta di legge sulla sicurezza per Hong Kong da parte del Parlamento cinese, l’amministratore delegato della banca per l’Asia-Pacifico ha firmato una petizione e rilasciato dichiarazioni a sostegno della normativa, che è stata fortemente criticata dai ministri degli esteri di Regno Unito, Australia, Canada e Stati Uniti perché minerebbe la relativa autonomia di Hong Kong e violerebbe alcuni obblighi internazionali. L’atteggiamento dell’istituto di credito ha generato un’ondata di proteste anche da parte degli azionisti, dei media e del pubblico. Secondo i ricercatori di Sustainalytics, il rischio legato a controversie sui diritti umani è “significativo” (report del 30 gennaio 2022).
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