Occhio alle telecom europee. Al momento il settore è scambiato a un discreto tasso di sconto, ma l’avvento di una nuova stagione di M&A potrebbe dare la spinta alle quotazioni delle stock del comparto.
L’indice Morningstar European Communication Services ha sottoperformato da inizio anno il Morningstar European Index e ora le azioni del settore coperte dai nostri analisti sono scambiate a un rapporto Prezzo/Fair value medio di 0,91 e la maggior parte di esse viene valutata con un Morningstar rating di tre o quattro stelle. Il recente annuncio di Orange di volere finalizzare una fusione delle sue attività in Spagna con MasMovil, dicono gli analisti, potrebbe dare il via a una nuova stagione di M&A tra le società del settore telecomunicazioni nel Vecchio continente.
Perché fare il tifo per le M&A
Gli operatori dell’industria fanno il tifo per una svolta in questo senso poiché il consolidamento dell'infrastruttura di rete, a loro avviso, è l'unico modo per supportare investimenti di rete e migliorare un contesto competitivo molto complicato.
La decisione di Orange è figlia delle difficoltà attraversate negli ultimi anni nel mercato spagnolo. Per questo motivo il consolidamento del settore ridurrebbe da quattro a tre i player sul mercato garantendo la stabilità dei prezzi e realizzando sinergie di costo.
“Se l'accordo dovesse ottenere il via libera da parte delle autorità amministrative, della concorrenza e di regolamentazione competenti potrebbe essere il punto di partenza per una nuova ondata di M&A nella regione, anche perché negli ultimi sei mesi i dirigenti di Deutsche Telekom, Telefonica e Vodafone, tra gli altri, sono stati molto espliciti sulla necessità di realizzare delle sinergie attraverso il consolidamento dell’industria”, dice Javier Correonero, analista azionario di Morningstar.
Tuttavia, i precedenti storici non sono incoraggianti. Il settore delle telecomunicazioni in Europa è stato sempre soggetto a un forte controllo da parte delle autorità di regolamentazione che hanno bloccato nel recente passato molte operazioni di fusione e acquisizione. Alcuni esempi sono i mancati accordi tra O2 e CK Hutchison nel Regno Unito (2016), quello tra Telenor e Telia in Danimarca (2015) e diversi altri tentativi in Francia. Alcuni deal hanno avuto la benedizione da parte delle autorità di regolamentazione, ma i correttivi richiesti per dare l’ok all’operazione hanno avuto l’effetto di annullare quello che era lo scopo iniziale della fusione. Un esempio, in questo senso, è l’accordo raggiunto in Italia nel 2018 tra Wind e Tre che venne condizionato dal regolatore all’ingresso di un nuovo quarto player dopo la fusione.
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