I dati del primo trimestre fanno tremare Netflix. Il prezzo delle azioni del gruppo americano è crollato del 25% nel trading after-hour, dopo la pubblicazione dei risultati che ha certificato il primo calo del numero di sottoscrittori della piattaforma di contenuti video, e in apertura fa segnare ora -30%.
I numeri, spiega il management, sono in parte condizionati dalla decisione di chiudere le operazioni in Russia, in risposta al conflitto in Ucraina. Ma al netto di questa correzione la crescita netta di sottoscrittori, pari a 500mila unità, è di gran lunga inferiore al dato atteso di 2,5 milioni di nuovi abbonati. Ora Netflix si aspetta di chiudere il secondo trimestre con una perdita di circa due milioni di clienti. In seguito alle previsioni di una crescita degli abbonati molto inferiore nel 2022 e di un’espansione dei margini più lenta abbiamo deciso di abbassa la stima del fair value a 280 da 305 dollari, ma di mantenere il Moat rating pari a Medio (report aggiornato al 20 aprile 2022).
Le preoccupazioni del management
Nei primi tre mesi dell’anno, il fatturato è stato penalizzato dal negativo andamento dei tassi di cambio, anche se i ricavi per utente ARPU (average revenue per user) sono saliti in ogni regione grazie alla nuova politica dei prezzi e ci aspettiamo che l'ARPU salga ancora più rapidamente nel secondo trimestre. Netflix, infatti, ha una sola fonte di entrate, gli abbonamenti, con due leve per aumentare i ricavi: il numero di utenti e il prezzo. Data l'elevata penetrazione del mercato statunitense, l'aumento della concorrenza e le maggiori richieste dal lato dei consumatori, guadagnare nuovi clienti sta diventando sempre più dura. Di conseguenza, gli aumenti di prezzo possono essere l'unica vera leva rimasta per incrementare le entrate negli Stati Uniti.
Nonostante l’aumento della concorrenza abbia avuto un peso decisivo sui deboli risultati del trimestre, il management ha individuato nella carenza di televisori collegati e nella condivisione di password le cause principali di questi numeri. Ha anche delineato un piano per monetizzare il numero di famiglie che utilizzano il servizio non pagando alcun canone attraverso l’addebito di una quota di “condivisione”, ma non crediamo che questa strategia sia la panacea dei problemi dell’azienda. Netflix potrebbe essere anche in grado di spremere qualche dollaro in più da alcuni utenti, ma pensiamo che altri potrebbero guardare alla quota di condivisione come un altro aumento dei prezzi e di conseguenza decidere di annullare l’abbonamento.
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