Se hai prestato attenzione agli aggiornamenti sul tasso di inflazione - ed è stato difficile ignorarlo - saprai che a marzo è salita del 7,5% nell’Eurozona (anno su anno, contro il 5,9% di febbraio) e del 6,7% in Italia.
L’indice dei prezzi al consumo o (CPI, consumer price index) riflette le esperienze dei consumatori in generale. Per calcolarlo, gli istituti di statistica (in Italia l’Istat) utilizzano un paniere di consumo di beni e servizi, con ciascuna voce ponderata in base alla percentuale del budget tipico della famiglia in quel paese. Categorie come l'edilizia abitativa ricevono il peso maggiore, mentre le attività ricreative e l'abbigliamento incidono per una percentuale più bassa.
Ma quello per cui la tua famiglia spende di più è quasi certamente diverso da quello della famiglia tipo rappresentata dal CPI. Ad esempio, nel caso di un nuovo proprietario di casa, che ha un mutuo considerevole e che sta anche apportando sostanziali miglioramenti all’immobile acquistando contemporaneamente arredi, trattamenti per finestre e attrezzi da giardino, le spese relative all'alloggio rappresenteranno una quota maggiore del budget rispetto a quello della famiglia tipo. Mentre per un pensionato che non ha più un mutuo, le spese per l'alloggio saranno basse, mentre quelle sanitarie rappresenteranno probabilmente una quota importante del bilancio mensile.
Calcola il tuo tasso d’inflazione
Date queste premesse, può essere utile utilizzare il meccanismo di calcolo del CPI come punto di partenza per comprendere l'impatto dell'inflazione sul budget familiare personale.
In questo foglio di calcolo, puoi definire il peso di ognuna delle categorie e quindi calcolare un tasso di inflazione personalizzato che incorpora la crescita dei prezzi per ciascuna tipologia di spesa. L'abbiamo popolato con alcuni dati esemplificativi, ma puoi modificare i pesi e le aspettative di inflazione per ogni categoria in modo che il calcolo sia maggiormente rappresentativo dell’impatto reale sulla tua spesa personale.
Un elemento che probabilmente salterà all’occhio è il peso dei costi di trasporto. Se hai dovuto acquistare un'auto nell'ultimo anno o se fai spesso il pieno di carburante, probabilmente hai visto un aumento sostanziale della spesa legata agli spostamenti. Se invece ti sposti in bicicletta o a piedi l’impatto è stato sicuramente meno significativo.
I costi alimentari hanno registrato il secondo tasso di inflazione più alto nell'ultimo anno e in questo caso è meno probabile che ci siano differenze tra i consumatori. Tuttavia, ci sono alcune variazioni interessanti nei tassi di inflazione tra le sottocategorie. Ad esempio, in Italia, a marzo, il costo della frutta fresca è salito del 7%, quello del pesce fresco del 6%, mentre burro e frutti di mari sono aumentati di oltre il 10%.
Per quanto interessante possa essere elaborare una stima dell'inflazione personale, le cose a cui prestare davvero attenzione sono l'andamento della spesa complessiva (fissa e discrezionale) e l'inflazione in ciascuna delle categorie di spesa.
L'inflazione nella terza età
La fase della vita tende a svolgere un ruolo nell'esperienza dell'inflazione. Rispetto alla media della popolazione, gli anziani spendono di più per le cure mediche e meno per trasporti e istruzione. Anche le spese alimentari, sia per i pasti fuori casa che per il cibo preparato in casa, hanno un peso minore nel budget mensile durante la fase della terza età, pertanto l'aumento dei costi alimentari ha probabilmente danneggiato gli anziani un po' meno rispetto al resto della popolazione.
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