C’è un’attesa particolare per i numeri del primo trimestre delle società americane. Gli investitori si aspettano delle risposte su interrogativi importanti:
- Che impatto sta avendo il conflitto in Ucraina sul business.
- Quanto sono state efficaci le misura intraprese dalle aziende per limitare gli effetti dell’inflazione.
- Quali effetti ha prodotto l’allentamento delle misure restrittive imposte dalla pandemia e il ritorno alla vita pre-Covid.
Cosa dicono i numeri
La risposta, in numeri, è stata molto positiva: delle 275 società dell'S&P 500 che hanno riportato i dati del primo trimestre al 29 aprile, l'80,4% ha realizzato risultati superiori alle stime degli analisti.
In base al consensus del mercato, otto degli 11 settori rappresentati nell'indice prevedono un miglioramento degli utili rispetto al primo trimestre del 2021 e i comparti dell’energia e delle materie prime sono quelli da cui sono attesi i tassi di crescita più elevati. Le aspettative per il settore finanziario erano le più basse, in termini di crescita rispetto allo scorso anno, ma i numeri riportati fino ad ora si sono dimostrati mediamente superiori dell'11,7% rispetto a quanto previsto dalle stime degli analisti. A stingere gli utili degli istituti di credito è stata soprattutto la forte riduzione delle riserve anti-crisi per la copertura dei prestiti, mentre le banche d’affari hanno beneficiato dell’incremento delle commissioni da trading e investment banking prodotte dall’aumento della volatilità sui mercati e delle operazioni di M&A.
Deludono i tecnologici
A deludere, invece, sono state le Big del Nasdaq: Amazon ha sofferto l’effetto dell’inflazione sul costo del lavoro e delle spese di spedizione e i margini di profitto registrati nel primo trimestre sono stati ampliamente sotto le attese. Anche la profittabilità di Netflix stenta a carburare, ma nel suo caso il problema è stato il calo delle sottoscrizioni, frutto dell’allentamento delle restrizioni della pandemia che ha permesso a milioni di persone di ritornare a popolare cinema, teatri e concerti. Mentre i timori del management di Meta sono legati alla decelerazione della crescita dei ricavi pubblicitari. Per tutti e tre i titoli gli analisti di Morningstar hanno provveduto a rivedere i loro modelli di stima e a tagliare il fair value.
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