Gli ETF low volatility stanno mantenendo le promesse

I panieri di titoli azionari americani meno volatili hanno contenuto le perdite rispetto agli indici tradizionali. Low volatility, però, non significa assenza di rischio.

Sara Silano 06/06/2022 | 10:14
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Le strategie a bassa volatilità su Wall Street hanno mantenuto le promesse nella prima parte dell’anno.

L’indice azionario Morningstar US market ha perso quasi il 9% in euro (-14,1% in dollari) nei primi cinque mesi dell’anno, mentre l’MSCI USA minimum volatility, che ha un paniere di titoli con minore volatilità, ha contenuto le perdite intorno al 3,4% in euro (-9% in dollari).

Confronto tra indice MSCI USA Minimum volatility e Morningstar US Index

Gli ETF (Exchange traded fund) che replicano indici del mercato azionario americano di questo tipo hanno avuto performance mediamente migliori rispetto a un paniere di titoli tradizionali. Questi strumenti rientrano nella famiglia degli strategic beta, più comunemente conosciuti come smart beta. La logica sottostante è quella di selezionare e ponderare i titoli basandosi sulla volatilità.

Il meglio nelle fasi Orso
“Le strategie minimum volatility danno il meglio quando i mercati vanno peggio”, afferma Ben Johnson, responsabile della ricerca globale sugli ETF di Morningstar. Ad esempio, hanno sovraperformato quando è scoppiata la bolla Internet, durante la grande crisi finanziaria del 2008 e la diffusione dell’epidemia di Covid-19. Esse tendono, invece, ad avere rendimenti inferiori al mercato nelle fasi di forti rialzi. Il caso più emblematico è quello dell’euforia hi-tech alla fine degli anni Novanta.

“Nel lungo periodo, gli investitori in strategie a bassa volatilità scommettono sul fatto che il compromesso tra minori perdite nelle fasi di ribasso e guadagni più contenuti in quelle di rialzo porterà a rendimenti simili a quelli del mercato, ma con un rischio minore”, spiega Johnson. “Le nostre analisi su tre decenni di storia delle performance mostrano che in genere si tratta di una scommessa solida, su un orizzonte sufficientemente lungo”.

ETF low volatility in Europa
In Europa sono quotati una decina di ETF low volatility che replicano indici azionari statunitensi. Tra questi, iShares Edge S&P 500 Minimum Volatility è coperto dalla ricerca Morningstar e ha un Analyst rating pari a Silver (al 1° giugno 2022).

L'ETF di iShares replica un paniere di azioni statunitensi selezionate in modo da creare un portafoglio a bassa volatilità. “La combinazione di misure di mitigazione del rischio e di commissioni ridotte aumenta le possibilità della strategia di ottenere rendimenti superiori alla media della categoria degli Azionari Usa large cap blend e supporta il nostro giudizio pari a Silver”, dice Kenneth Lamont, analista di Morningstar. “Ci sono molte evidenze storiche a supporto dell’approccio minimum-volatility. La strategia ha dimostrato la sua efficacia soprattutto nel volatile 2018 e nella prima metà del 2020, perché è riuscita a creare valore controllando le perdite e sovraperformando non solo i concorrenti, ma anche l’indice S&P 500”. Dall’inizio dell’anno, perde il 2,4% in euro (-8,06% in dollari) contro quasi il 9% in euro della categoria (-14% in dollari, al 31 maggio 2022).

Tra gli altri ETF di questo tipo disponibili in Europa, Ossiam US Minimum Variance ESG è quello che più a contenuto i ribassi nei primi cinque mesi dell’anno: -2,58% in dollari. In euro, la performance è positiva per effetto del rapporto di cambio (+3,42%). Il comparto replica un indice che, oltre a cercare di minimizzare la volatilità, seleziona le aziende in base a criteri di sostenibilità.

Tra i migliori dall’inizio dell’anno ci sono anche gli ETF di Invesco e SPDR che replicano l’indice S&P 500 low volatility. Entrambi registrano ribassi intorno al 4,7% in dollari nei primi cinque mesi del 2022 (+1,1% in euro).

Bassa volatilità non è “assenza di rischio”
Gli investitori interessati agli ETF a bassa volatilità devono ricordare che sono comunque strumenti che investono in azioni. “E’ pericoloso pensare che ‘minore’ volatilità significhi ‘assenza’ di volatilità”, dice Johnson. “La caratteristica più interessante di questi strumenti è che possono aiutare l’investitore a rimanere sul mercato in fasi difficili, anche se non è detto che le persone accettino di perdere, sebbene un po’ meno di un paniere tradizionale. Gli strumenti di questo tipo possono avere un posto in portafoglio, ma non diversificano il rischio azionario come possono fare, ad esempio, i bond quando le Borse crollano”.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Titoli citati nell'articolo

Nome TitoloPrezzoCambio (%)Morningstar Rating
Invesco S&P 500 Low Volatility ETF50,17 USD-1,10Rating
iShares Edge S&P 500 Min Vol ETF USD Acc EUR95,04 EUR0,04Rating
Ossiam US Minimum Var ESG NR ETF 1A USD261,96 USD-0,20Rating
SPDR® S&P 500 Low Volatility ETF EUR75,54 EUR-0,04Rating

Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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