L’abbigliamento di seconda mano è un affare anche in Borsa

Il settore del reselling è destinato a crescere a un tasso medio di circa il 9% nei prossimi 10 anni. Il mercato, però, sconta aspettative troppo pessimistiche e le aziende meglio posizionate per cavalcare il trend favorevole sono scambiate a prezzi convenienti.

Francesco Lavecchia 14/06/2022 | 10:05
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lusso

I brand della moda guardano al reselling per spingere la crescita. L’abitudine di acquistare abiti di seconda mano è ormai diventata una realtà, soprattutto per la Generazione Z, e gli analisti sono pronti a scommettere che non si tratti di una moda passeggera.

“Secondo i nostri calcoli, questo mercato è destinato a crescere a un tasso medio annuo del 9,2% da qui al 2031, un ritmo tre volte più alto di quello che dovrebbe registrare il settore dell’abbigliamento retail. In base alle nostre previsioni, tra 10 anni le vendite di capi di seconda mano rappresenteranno il 10,6% dell’intero giro d’affari dell’abbigliamento retail a livello globale, in forte ascesa rispetto alla quota dell’1,7% del 2021”, dice Jelena Sokolova, analista azionaria di Morningstar.

Cos'è il reselling
Quando parliamo dell’industria del reselling intendiamo un mercato estremamente frammentato che comprende una varietà di tipologie di business, dai marketplace peer-to-peer (P2P), ovvero delle piattaforme come eBay, Etsy o StockX che permettono agli utenti di vendere e comprare capi di seconda mano, ai negozi online come Fashionphile e The RealReal, che si occupano del reselling di abbigliamento e gioielli di lusso, o al resale as a service (RaaS), come la piattaforma Levi’s Secondhand attraverso la quale Levi’s riacquista capi di seconda mano, in cambio di vaucher da spendere per l’acquisto di nuovi prodotti, e li rivende attraverso il canale e-commerce.

Secondo gli analisti la crescita del reselling non rappresenta una minaccia per l’industria del lusso, ma rischia di sottrarre quote di mercato al segmento dell’abbigliamento mass market: “Il mercato degli abiti di seconda mano cattura le esigenze di consumatori meno abbienti; quindi, non rappresenta una minaccia per le aziende che producono beni di alta gamma, che invece potrebbero sfruttarlo per espandere il proprio mercato. Le aziende dell’abbigliamento retail potrebbero essere più a rischio, anche se i top player del fast fashion sono ben posizionati per sfruttare a proprio vantaggio l’ascesa di questo fenomeno, poiché hanno le risorse e la struttura organizzativa per incorporare quest’attività nei loro modelli di business. Per questo motivo ci aspettano nei prossimi anni un forte consolidamento del settore”, aggiunge Sokolova.

Il segreto del grande successo del reselling è la sua forte attrattiva sia per gli acquirenti, che riescono a comprare a prezzi scontati mediamente del 50%, che per i venditori, che riescono a generare margini di profitto elevati con investimenti minimi.

Il mercato non valuta le prospettive future del settore
Tuttavia, gli attuali multipli di mercato sembrano scontare aspettative molto pessimistiche. L’industria del reselling è concepita come fortemente anticiclica. L’esplosione delle vendite è arrivata in una fase di recessione e il calo della disoccupazione nei paesi occidentali potrebbe danneggiare i ricavi delle aziende. Inoltre, l'aumento dei tassi di interesse rischia di frenare gli investimenti, mentre le incertezze legate alla traiettoria dei margini di profitto potrebbero allontanare gli investitori. “Considerate le nostre previsioni sulla crescita futura del comparto, riteniamo che The RealReal e Poshmark, le due società maggiormente esposte a questo mercato, siano scambiate a tassi di sconto elevati rispetto al loro fair value, e anche eBay ed Etsy, presenti nel settore con una percentuale più bassa rispetto al giro d’affari complessivo, hanno valutazioni di Borsa convenienti”, conclude Sokolova.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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