Il mercato non premia la svolta green di Stellantis

Il gruppo automobilistico ha pianificato ingenti investimenti nel segmento dei veicoli elettrici, ma il titolo continua a essere scambiato a un elevato tasso di sconto rispetto al fair value.

Leslie Norton 14/06/2022 | 10:28
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Qual è stato il veicolo ibrido plug-in più venduto in America lo scorso anno? Forse un modello Toyota o della Ford? No, la risposta giusta è il modello Jeep Wrangler.

La sorpresa con la quale leggerai questa notizia spiega forse anche il motivo per cui Stellantis è scambiata a un tasso di sconto molto più elevato rispetto alle altre aziende del settore.

La road map verso l'elettrico
Stellantis, nata dalla fusione di Fiat Chrysler e Peugeot nel 2021, è la quarta casa automobilistica al mondo e lo scorso anno ha venduto più di 6 milioni di auto. Rispetto a molti dei suoi competitor, l’azienda è partita in ritardo nel suo piano di investimenti nell’auto elettrica, ma le cose stanno cambiando. A partire dal 2024 l’azienda prevede di lanciare veicoli elettrici per tutti i suoi marchi di lusso, dal 2025 estenderà l’offerta ai marchi premium e dal 2026 a tutti quelli commercializzati in Europa. Mentre negli Stati Uniti, dal 2024 tutti i nuovi lanci includeranno una versione elettrica. Il management non ha fissato una data dalla quale smetterà di produrre motori a combustione interna in Nord America, ma ha dichiarato che entro il 2030 il 50% dei suoi nuovi veicoli venduti nella regione sarà elettrico.

Allo stesso tempo, Stellantis prevede di diventare "un'azienda tecnologica per la mobilità sostenibile", raggiungendo quattro obiettivi fondamentali entro il 2030: dimezzare le emissioni di carbonio, essere a buon punto per tagliare il traguardo delle zero emissioni di carbonio entro il 2038, avere in Europa un fatturato per il 100% derivante dalla vendita di auto elettriche e per il 50% del totale negli Stati Uniti, raddoppiare i ricavi mantenendo margini operativi a due cifre.

Al momento il titolo è quotato attorno ai 15 euro, a un tasso di sconto di circa il 60% rispetto al fair value di 33 euro. Le azioni Stellantis sono dunque scambiate a un prezzo più conveniente rispetto ad altri competitor come Ford Motor e General Motors, mentre il prezzo di Toyota è in linea con il nostro fair value.

Cosa frena il titolo in Borsa? 
ʺGli investitori non hanno realizzato il pieno potenziale della combinazione delle società Fiat Chrysler e Peugeot. Lo sviluppo dei modello e la progettazione dei propulsori richiedono anni. Una volta effettuato l'investimento, la loro produzione sarà più efficiente. Inoltre, per supportare il lancio dei veicoli elettrici, Stellantis prevede di costruire cinque giga-fabbriche di batterie in nord America e in Europa.

Prevediamo anche che ci saranno nuovi flussi di entrateꓽ la digitalizzazione, ad esempio, renderà possibili prodotti come gli abbonamenti per auto, poi l’e-commerce, i servizi finanziari e i veicoli commerciali”, dice Richard Hilgert, analista azionario di Morningstar. 

Poi ci son le questioni legate alla gestione. Tavares, l'ex direttore operativo di Renault, ha riportato alla redditività le operazioni europee di Peugeot e GM ed è considerato un esperto di ristrutturazioni aziendali. Nominato CEO l'anno scorso, Tavares ha affermato che Stellantis sarà in grado di produrre in maniera sostenibile un margine operativo a due cifre.

“Nel 2021 l'azienda ha registrato un Ebit dell'11,1%, ma nelle nostre previsioni per i prossimi cinque anni abbiamo ipotizzato un margine operativo medio inferiore al 10%, in parte perché la maggior parte delle case automobilistiche presenta valori inferiori al 10%. Se Stellantis riuscirà effettivamente a farcela e a dimostrare al mercato di essere in grado di generare quel tipo di margine, penso che il titolo reagirà in modo molto positivo”, aggiunge Hilgert.

Stellantis potrebbe inoltre catturare maggiore interessante anche da parte degli investitori ESG. L'azienda spera che il suo impegno per la produzione di veicoli elettrici possa portare un miglioramento del suo profilo di sostenibilità. Il management ha discusso con le agenzie di rating ESG per spiegare la sua storia e la sua tesi secondo cui il rating dovrebbe essere aggiornato e spera in un upgrade in modo da poter entrare nei portafogli di quei fondi europei che hanno una politica di investimento vincolante in questo senso.

Un altro motivo per cui il mercato sconta Stellantis è la percezione della mancanza di un consiglio indipendente. La famiglia Agnelli controlla il 14% delle azioni del gruppo, la famiglia Peugeot il 7,2% e il governo francese possiede il 6,2%. Inoltre, John Elkann, rampollo della famiglia Agnelli, è presidente del consiglio di amministrazione, e Robert Peugeot è vicepresidente.

Il risultato finale è che Toyota Motor è scambiata a 10,5 volte gli utili, Ford e General Motors rispettivamente a multipli di 4,7 e 6,4. Tesla, anche dopo il forte calo di quest'anno, viene negoziata a 104 volte gli utili, mentre Stellantis ha un Price/Earning di 3,1.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Leslie Norton  E' Editorial Director sulla sostenibilità di Morningstar.

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