Il mercato americano è a sconto. Le vendite di azioni degli ultimi mesi hanno portato le valutazioni a livelli che non si vedevano da anni.
A fine maggio 2022, il rapporto prezzo/fair value delle azioni coperte dall’analisi Morningstar era pari a 0,87, poi il mercato è sceso ancora ed oggi risulta a sconto del 19% (al 13 giugno 2022). Dal 2011, su base mensile, ci sono state poche occasioni in cui i titoli quotati a Wall Street hanno registrato un così ampio divario rispetto al valore intrinseco.
“L'attuale livello di sottovalutazione rappresenta il maggiore sconto rispetto al fair value dallo scoppio della pandemia nel marzo 2020 e dalla grande paura per un mix di notizie avverse che ha fatto crollare i titoli nel dicembre 2018”, dice Dave Sekera, strategist di Morningstar per il mercato americano. “Su un arco temporale più lungo, l'unico altro caso in cui il rapporto prezzo/fair value era crollato è stato nell'autunno del 2011, quando si temeva che il possibile contagio della crisi del debito greco si diffondesse ad altri Paesi (Portogallo, Italia e Spagna) e al sistema bancario europeo. I mercati si sono avvicinati a questo livello anche a metà 2015/inizio 2016, a causa del rallentamento in Cina e del crollo del prezzo del petrolio”.
Il rapporto prezzo/fair value sul mercato azionario Usa
Ora sono a sconto i titoli growth
Secondo le analisi Morningstar, la categoria più a sconto è quella dei titoli orientati alla crescita, a differenza di quanto accadeva all’inizio dell’anno. D’altra parte, il sell-off di maggio ha colpito soprattutto i growth, mentre le azioni value hanno retto meglio. L’indice Morningstar US value ha chiuso lo scorso mese con un timido +0,97% in dollari contro il -28,39% del growth (-24% in euro).
“Pensiamo che il mercato americano rimarrà sottovalutato per gli investitori con un orizzonte di lungo termine, ma durante l’estate ci aspettiamo ancora molta volatilità”, spiega Sekera. “In base alle nostre previsioni, riteniamo che non sia il momento di ridurre l’esposizione a Wall Street, ma piuttosto valutare di aumentarla in modo giudizioso, specialmente sulle società di miglior qualità, sempre tenendo conto del proprio piano di investimento e dei propri obiettivi”.
Chi ha retto meglio il sell-off
Tra i fondi azionari USA large-cap growth, coperti dal Morningstar Analyst Rating e disponibili agli investitori italiani, alcuni sono riusciti a contenere le perdite nella prima parte dell’anno. Vediamo quelli con il miglior giudizio.
Capital Group AMCAP
Uno degli aspetti caratteristici del fondo, che nella classe analizzata è Silver, è l’approccio agnostico rispetto al benchmark. Ad esempio, Microsoft (MSFT) e Amazon (AMZN) sono i titoli che pesano di più in portafoglio, ma un anno fa, quando i tecnologici erano in pieno rally, erano sottorappresentati rispetto all’indice Russell 3000 Growth. Cambiamenti nel team e una maggior flessibilità nelle scelte di portafoglio a partire dal 2020 sono stati positivi, secondo gli analisti di Morningstar, e potrebbero determinare un miglioramento della posizione del fondo rispetto al benchmark, dopo alcuni anni mediocri.
“Le società con prospettive di crescita superiori alla media sono ancora al centro del mandato di questo fondo, ma ora c'è più margine per identificarle in anticipo”, dice Alec Lucas, analista di Morningstar in una nota del 26 agosto 2021. “L'introduzione di criteri di ammissibilità per i potenziali investimenti ha impedito ai gestori di acquistare giovani aziende i cui promettenti modelli di business non si riflettevano ancora nei risultati finanziari. All’inizio del 2021, ci sono state delle modifiche che hanno ammesso questa possibilità, ma la particolare attenzione alle valutazioni dovrebbe rimanere un carattere distintivo della strategia”. Dall’inizio dell’anno il fondo ha perso il 19,24% in euro (al 31 maggio 2021) contro il -24% in euro dell’indice Morningstar US growth.
Brown Advisory US Sustainable Growth
Il comparto combina la ricerca di titoli orientati alla crescita con l’adozione di criteri di sostenibilità in un approccio paziente e attento ai rischi. Può contare su due gestori, Karina Funk and David Powell che hanno oltre vent’anni di esperienza e seguono la strategia dal lancio nel 2010 negli Stati Uniti. “I gestori investono tipicamente in aziende più piccole, in media, rispetto all'indice Russell 1000 Growth e si sono tenuti alla larga da molti colossi del benchmark, come Apple (AAPL) e Meta Platforms (FB)”, spiega Claire Butz, analista di Morningstar, in un report del 4 novembre 2021. “Hanno invece trovato maggiori opportunità nel settore sanitario, che rappresentava circa il 24% del portafoglio rispetto al 9% del benchmark nel settembre 2021”.
In base agli ultimi dati, l’industria della salute continua a essere sovrappesata (al 30 aprile 2022). L’attenzione per le società con un vantaggio competitivo duraturo determina un turnover più basso della categoria, tipicamente attorno al 20%. Nei primi cinque mesi dell’anno, il comparto ha perso il 12,26% in euro.
T. Rowe Price US Large Cap Growth Equity
La strategia si focalizza sulle aziende con un potenziale di crescita degli utili a due cifre in un orizzonte di tre anni, che stanno attraversando periodi di cambiamento o innovazione. La selezione dei titoli è uno dei punti vincenti, secondo gli analisti di Morningstar. “Sebbene tecnologia e telecomunicazioni siano settori-chiave, T. Rowe Price ha notevoli risorse per individuare le aree in crescita”, dice Katie Rushkewicz Reichart in una nota del 19 agosto 2021. “La due-diligence nei mercati privati fornisce una visione del panorama competitivo all'interno di settori in rapida evoluzione come quello hi-tech”.
Il gestore, Taymour Tamaddon, presta anche attenzione ai rischi di ribasso e ha inserito in portafoglio dei titoli growth che possono fornire un’àncora nei periodi di calo delle Borse, senza compromettere i rendimenti nelle fasi di rialzo. Il comparto ha perso il 22,21% in euro nei primi cinque mesi dell’anno.
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