Le banche centrali sono state protagoniste questa settimana. La Fed ha assunto un atteggiamento decisamente aggressivo contro l’inflazione. La Bce è intervenuta d’urgenza per calmare le speculazioni sugli spread.
La svolta nelle politiche monetarie sta presentando il conto agli investitori in fondi obbligazionari governativi. Le strategie con focus sui titoli di Stato in euro perdono in media oltre il 12% dall’inizio dell’anno, quelle in dollari l’11,27% in valuta base (-3,08% in euro, dati al 15 giugno 2022).
1. Fed, la grande battaglia contro l’inflazione
Nella riunione del 15 giugno, la Federal Reserve ha annunciato un rialzo di 75 punti base dei tassi di interesse, il più alto dal 1994. E’ stata una mossa da “falco”, perché più aggressiva di quella prevista in passato (+0,50 pb).
Il federal-funds rate è salito dallo 0% di inizio anno all’attuale 1,5%. Il mercato dei future indica che potrebbe arrivare al 3,75% entro il primo trimestre 2023, in linea con le proiezioni della banca centrale.
“I mercati hanno interpretato il rialzo come un evento tutt'altro che isolato”, commenta Preston Caldwell, analista azionario di Morningstar. “La Fed ha segnalato il passaggio a un atteggiamento più da falco e la sua determinazione a riportare l'inflazione sotto controllo è diventata sempre più urgente. Riteniamo che il mercato abbia valutato correttamente questo cambiamento di posizione”.
“Il rendimento dei titoli di Stato Usa a due anni è cresciuto di circa lo 0,6% nelle ultime due settimane, quello del decennale ha registrato un incremento intorno allo 0,4%”, continua l’analista. “Questo si aggiunge al rapido aumento degli yield cominciato l’anno scorso. Siccome i rialzi attesi sono incorporati nei rendimenti delle obbligazioni, essi cominciano a influenzare l’economia, in particolare il settore immobiliare”.
Gli analisti di Morningstar non si aspettano una recessione immediata, ma hanno rivisto le previsioni di crescita del Pil (Prodotto interno lordo) per incorporare un rallentamento, il che rende il rischio recessivo più elevato. L’efficacia della Fed nel combattere l’inflazione dipenderà da quanto velocemente si risolveranno i problemi di approvvigionamento (petrolio, semiconduttori, ecc.). Inoltre, non sono da escludere mosse più aggressive per invertire le aspettative di un caro-vita galoppante.
2. Lo scudo anti-spread
Il 15 giugno, la Banca centrale europea ha deciso, in una riunione straordinaria del consiglio direttivo, di intervenire contro la speculazione dei mercati per ridurre gli spread eccessivi e “preservare il funzionamento dei meccanismi di trasmissione della politica monetaria”.
La Bce intende rispondere all’attuale situazione con una politica di reinvestimento più flessibile nell’ambito del programma pandemico PEPP e con un nuovo strumento “anti-frammentazione” per contrastare un allargamento permanente degli spread, che non sia giustificato dal punto di vista sostanziale (per frammentazione si intende l'allargamento degli spread di alcuni paesi non giustificato dai fondamentali).
In seguito all’annuncio, il differenziale tra il BTP decennale italiano e il pari-scadenza tedesco è sceso. Secondo molti, però, non è ancora chiaro se i provvedimenti risolveranno il problema della frammentazione in modo efficace. “È probabile che, almeno per il momento, tale decisione non impedirà ai mercati di continuare a spingere per un aumento degli spread europei”, afferma Gergely Majoros, membro del Comitato investimenti di Carmignac.” L’aggressivo inasprimento della politica monetaria, annunciato dalla Bce la scorsa settimana, continuerà a mettere sotto pressione i paesi più fragili dell’Eurozona”.
3. Mercati azionari in profondo rosso
Per i mercati azionari è stata una settimana turbolenta, caratterizzata da vendite diffuse. Le decisioni delle banche centrali non sono riuscite a rassicurare gli investitori, sempre più preoccupati dal rischio di un mix di recessione e inflazione. I timori sono acuiti dal proseguimento della guerra in Ucraina e dai nuovi tagli alle forniture di gas naturale, che hanno interessato anche l’Italia e fatto salire il prezzo della materia prima.
Il bilancio per le Borse mondiale è sempre più pesante. Dall’inizio dell’anno, l’indice Morningstar global markets segna -13,2% in euro, quello europeo -17,23% e l’italiano -17,73%.
“L’attuale tendenza ribassista è dovuta a una combinazione di dinamiche negative che spingono l’intero globo a galoppare verso la modalità di crisi”, dice Peter Garnry, Head of Equity Strategy per BG SAXO. Tra queste ci sono l’inflazione, il conflitto in Ucraina, la difficoltà della Cina a ripartire dopo i lockdown e i problemi alle catene di approvvigionamento.
4. Le previsioni sugli utili aziendali sono troppo rosee?
I mercati azionari globali hanno subito pesanti ribassi dall’inizio dell’anno e Wall Street non ha fatto eccezione (-21,65% in dollari l’indice Morningstar US market). Gli investitori sono preoccupati dal rischio di un rallentamento dell’economia associato a un’elevata inflazione.
Nonostante il crescente pessimismo sui mercati, gli analisti hanno continuato ad accrescere le previsioni per gli utili per la seconda parte dell’anno. “Non è inusuale vedere un disallineamento tra investitori e analisti”, dice Sandy Ward, editorialista di Morningstar. Ma la Borsa americana è entrata nel territorio dell’Orso, perché ha perso più del 20% dai recenti massimi e alcuni trend potrebbero influenzare negativamente l’andamento degli utili.
“L’aumento delle stime dei profitti è avvenuta nonostante le crescenti pressioni inflazionistiche e le preoccupazioni per un indebolimento dell’economia”, continua Ward. “Inoltre, un dollaro sempre più forte può danneggiare le imprese, perché rende le merci americane più costose all’estero. L’indice U.S. Dollar è salito del 9,63% a maggio ed è ai massimi degli ultimi vent’anni”.
5. Il capitombolo delle criptovalute
Le criptovalute hanno subito un altro duro calo questa settimana, dopo che alcune piattaforme di trading (Celsius e Binance) hanno annunciato di sospendere i prelievi. Il Bitcoin ha rotto la soglia dei 30 mila dollari, scivolando appena sopra i 20 mila. Da inizio anno, ha perso oltre il 55% del suo valore. Hanno sofferto anche altre valute digitali.
In difficoltà Coinbase (COIN), la più nota piattaforma di scambio di asset digitali, che ha annunciato di voler tagliare il 18% del personale per le avverse condizioni economiche-finanziarie. Di fronte all’alta volatilità del mercato delle cripto e alla forte dipendenza dell’azienda dai ricavi derivanti dal trading retail, Morningstar ha tagliato il fair value dell’azienda a 110 dollari per azione da 131, ammettendo però che la valutazione è caratterizzata da forte incertezza e rischi sulla profittabilità futura (report di Michael Miller del 15 giugno 2022). Oggi le azioni sono intorno ai 55 dollari (15 giugno).
“Quello che è cambiato è il sentiment”, dice Dan Kemp, responsabile investimenti di Morningstar investment management. “Quando un asset non ha valore intrinseco, un’inversione nel sentiment lo fa passare da molto alla moda a impopolare. Non possiamo neanche dire che è un bene scarso, perché ne sono state lanciate molte negli ultimi anni. Se non c’è un valore intrinseco, si determina una grande incertezza nei prezzi, perché sono mossi solo dal sentiment”.
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