Era ormai dato per certo che oggi, 6 luglio, sarebbe stata approvata la decisione della Commissione europea di includere nella tassonomia Ue degli investimenti verdi il nucleare e il gas naturale. Con 278 voti a favore e 328 contrari, infatti, il Parlamento di Strasburgo ha respinto il veto contro questa proposta. Se né il Parlamento europeo e né il Consiglio si opporranno entro l'11 luglio 2022, l'atto delegato sulla tassonomia sarà ufficialmente approvato ed entrerà in vigore dal 1° gennaio 2023.
A dispetto del numero di voti, questo non era un risultato così scontato quando è cominciato il dibattito. Lo scorso inverno, quando la Commissione europea aveva proposto di classificare come green gli investimenti nel nucleare e nel gas naturale, molti Paesi così come i partiti erano su fronti opposti.
Soprattutto dal punto di vista ambientale, le critiche sono state forti. La Commissione europea è stata accusata di aver dato un voto favorevole per motivi politici, ovvero per compiacere sia la Francia, amica del nucleare, che la Germania, amante del gas.
"Questo è solo un gioco politico dalla Francia", ha detto ieri in un dibattito l'eurodeputato olandese, Bas Eickhout del partito GreenLinks.
Ma con l’arrivo della primavera il dibattito si è arricchito di nuove prospettive. A seguito dell'invasione russa dell'Ucraina, è emersa la questione della sicurezza energetica. I fautori del nucleare vedono l'energia nucleare come assolutamente necessaria in una situazione in cui i prezzi dell'energia stanno aumentando a un ritmo vertiginoso e i paesi dell'Ue devono diventare meno dipendenti dall'energia russa. D'altra parte, però, Mosca può trarre grandi benefici se il gas naturale dovesse essere considerato una fonte verde.
L’inserimento nella tassonomia dell’Ue del gas e del nucleare non vincola gli investitori nelle scelte di portafoglio. Chi si oppone a questo sistema tassonomico dice che esso rischia di diventare inutile se gli investitori sono riluttanti a utilizzarlo o se viene considerato non scientifico. I sostenitori, invece, sono preoccupati che in caso di voto contrario si ritarderebbero o addirittura si interromperebbero gli investimenti necessari nel settore.
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