Nell’ultimo anno, i mercati azionari sono diventati più globali.
A dirlo un rapporto Morningstar che mappa la provenienza dei ricavi delle aziende sulla base di quanto riportato nei bilanci annuali. Sono stati analizzati 48 mercati, utilizzando gli indici geografici di Morningstar, per un totale di 8.399 aziende.
“Rispetto a giugno 2021, 25 mercati sono diventati meno domestici, 18 più focalizzati sulla domanda interna e cinque sono rimasti invariati”, dice Dan Lefkovitz, strategist dei Morningstar Index. “I mercati azionari di Stati Uniti, Giappone, Germania, Regno Unito, Brasile, Cina e Australia ottengono ricavi fuori dai confini nazionali per un ammontare superiore a un anno fa, anche se le variazioni sono state minime”.
La mappa globale dei ricavi degli indici azionari Morningstar nel
Europa, il mercato azionario più globalizzato
L’Europa, che oggi si trova a fare i conti con le conseguenze dell’invasione russa in Ucraina, rimane il mercato più globalizzato. Con l’eccezione della Grecia, gli altri listini azionari sono composti da aziende che operano a livello mondiale. Il record appartiene alla Svizzera, che è la sede di multinazionali come Nestlé (NESN), Roche (ROG) e Novartis (NOVN). Solo il 9% dei ricavi è domestico, mentre il 30% è ottenuto negli Stati Uniti.
I dati sull’Italia sono rimasti invariati rispetto all’anno scorso, con i ricavi interni che rappresentano il 47% per le aziende che compongono l’indice Morningstar Italy, rappresentativo del 97% della capitalizzazione di mercato. Il dato, che esclude le imprese non quotate, si confronta con il 18% della Francia, il 35% della Spagna e il 23% della Germania.
Sempre per restare in Europa, è curioso che i titoli dell’indice Morningstar Netherland ricavino più da Taiwan (circa il 13%) di quanto non ottengano all’interno (10%).
Gli Usa aumentano i profitti all’estero
Gli Stati Uniti, il più grande mercato azionario al mondo, ha aumentato i profitti ricavati all’estero dal 37% al 38%. Ma Wall Street è a due facce.
“Alcune grandi società, come Microsoft (MSFT), Alphabet (GOOGL), Meta Platforms (META) e Nvidia (NVDA) fanno profitti soprattutto all’estero”, dice Lefkovitz. “Altri importanti costituenti dell’indice US Market, come Berkshire Hathaway (BRK.B), UnitedHealth (UNH) e Amazon.com (AMZN) hanno prevalentemente un focus domestico. Fuori dagli Stati Uniti, i ricavi arrivano soprattutto dalla Cina e dall’Eurozona, secondo le stime di Morningstar”.
La Cina è un mercato domestico?
I mercati emergenti rimangono prevalentemente domestici. Tra questi può sorprendere la Cina, che ha un’economia orientata alle esportazioni. Morningstar, però, stima che il 90% dei profitti siano ottenuti all’interno. Questo perché l’indice azionario Morningstar China ha tra i suoi principali costituenti Tencent, Alibaba, Meituan, China Construction Bank e JD.com che sono operatori con un focus domestico.
I mercati azionari non sono l’economia
Il fatto che i mercati azionari diventino più globali si contrappone alla narrativa dominante degli ultimi anni sulla tendenza a riportare le catene di approvvigionamento all’interno dei confini nazionali o sull’indipendenza dall’estero, un tema che è diventato ancora più attuale dopo l’invasione russa in Ucraina.
E’ importante, però, ricordare che i mercati azionari non coincidono con l’economia nazionale, per la quale vengono usate altre misure della globalizzazione, tra cui il rapporto tra commercio estero e Prodotto interno lordo (PIL). Insomma, i ricavi delle aziende quotate sono solo una parte della storia.
Cosa significa per gli investitori
“Per gli investitori, la globalizzazione delle fonti di reddito rende meno netta la linea di demarcazione tra il mercato nazionale e l’esposizione internazionale del portafoglio”, conclude Lefkovitz. “Se è vero che l'esposizione globale può spesso avvenire attraverso società nazionali, è anche vero che i principali operatori del mercato domestico di un investitore possono avere sede fuori dai confini nazionali. Di conseguenza, un portafoglio globale offre il più ampio set di opportunità”.
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