Perché i listini di New York hanno reagito così male al dato sull’inflazione americana? Il dato di agosto, +0,1% rispetto al mese precedente, ha tradito le attese del mercato che si aspettava una contrazione della stessa grandezza. Questo ha innescato i timori di un possibile inasprimento della politica monetaria della Federal Reserve e quindi di un indebolimento della crescita economica del paese.
Secondo gli analisti di Morningstar, il mercato starebbe scontando previsioni molto pessimistiche, mentre l’analisi dell’andamento dell’offerta del lavoro, aggiungono, fa ben sperare per il futuro.
Cosa dicono i dati sull'occupazione
Il rapporto sull'occupazione di agosto del Bureau of Labor Statistics ha mostrato che l'occupazione totale (al netto di quella impiegata in agricoltura) è aumentata di 315.000 unità, in calo rispetto alle 528.000 inserite a luglio, ma comunque un numero elevato e sostanzialmente in linea con le stime, ma soprattutto il rapporto ha evidenziato un enorme aumento della partecipazione alla forza lavoro, come dimostra il salto nel tasso di disoccupazione al 3,7%, dal 3,5% di luglio.
"La crescita dell'occupazione rimane forte, segnalando la necessità da parte della Fed di continuare a raffreddare l'economia, ma il dato sul livello partecipazione alla forza lavoro suggerisce che la Federal Reserve potrebbe non aver bisogno di usare la mano pesante sui tassi di interesse”, dice Preston Caldwell capo economista di Morningstar.
Dopo essere rimasto stagnante nella prima metà del 2022, il tasso di partecipazione alla forza lavoro è balzato dello 0,3% ad agosto e ora è a quota 62,4%, appena al di sotto del livello pre-pandemia. Questo dato ha influito anche sul tasso di disoccupazione: il merse scorso l’economia americana aveva già raggiunto il livello di disoccupazione pre-Covid, pari al 3,5%, e il +0,2% registrato ad agosto è da imputare alla crescente partecipazione alla forza lavoro (questo perché le persone sono conteggiate come "disoccupate" solo se sono attivamente alla ricerca di un posto di lavoro).
A dimostrazione che questo dato va letto con ottimismo in ottica inflazione, e dunque in chiave di aspettative sull’aumento dei tassi di interesse, i numeri di agosto hanno certificato un’attenuazione della pressione al rialzo sui salari. Lo scorso mese, la crescita è stata del 3,8% (anno/anno), in calo rispetto al +5,8% registrato a luglio. Questa è una buona notizia per l’economia americana: una crescita dei salari tra il 3% e il 4% è coerente con l'obiettivo di inflazione del 2% della Fed, questo significa che non c’è una pressione inflazionistica che arriva dal mercato del lavoro.
Le previsioni degli analisti di Morningstar
Gli analisti di Morningstar sono meno pessimisti nella lettura degli ultimi dati del Pil americano e più fiduciosi nella crescita dell’economia del paese nel medio periodo.
“Anche se il calo del Pil reale nel secondo trimestre (-0,6% su base annua) ha portato alcuni osservatori a credere che gli Usa siano già entrati in recessione, pensiamo che questo scenario sia molto improbabile. La contrazione, a nostro avviso, è stata determinata dal calo delle esportazioni nette e delle scorte, mentre la domanda interna (consumi e investimenti) ha continuato a crescere. Inoltre, è anche troppo presto perché i rialzi dei tassi di interesse della Fed abbiano un effetto importante sull'attività economica”, aggiunge Caldwell.
Nel breve termine, le previsioni di Morningstar sulla crescita del Pil Usa sono in linea con il consensus, ma divergono quando si allarga l’orizzonte temporale al medio-lungo termine. Ovvero quando iniziano a pesare le diverse aspettative sul mercato del lavoro. Diversamente dal consensus, gli analisti di Morningstar prevedono che il livello di partecipazione alla forza lavoro superi quello pre-pandemia e stimano un tasso di crescita medio del Pil superiore al 3% tra il 2024 e il 2026.
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