Rischio politico italiano già prezzato dal mercato

Per Alberto Chiandetti (Fidelity) la caduta del governo Draghi è già stata digerita dagli investitori e l’esito di queste elezioni sembra scontato. La volatilità nel breve deve essere gestita, ma quello che conta nel lungo è la politica economica e fiscale. Detto ciò, la Borsa di Milano offre molti nomi esposti ai mercati internazionali.

Valerio Baselli 21/09/2022 | 08:39
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Valerio Baselli: Buongiorno e benvenuti. Sono Valerio Baselli e oggi mi trovo in compagnia di Alberto Chiandetti, portfolio manager del Fidelity Italy Fund, nonché vincitore del Morningstar Award 2022 per la categoria Azionari Italia. Alberto, ben trovato.

Alberto Chiandetti: Buongiorno e grazie per l’opportunità.

Baselli: Siamo a pochi giorni dalle elezioni politiche e anche nel dibattito elettorale si affronta il tema dell’instabilità politica. Quello che uscirà dalle urne sarà il nono governo che l’Italia avrà visto dal 2011, quindi in 11 anni. Al di là di questa scadenza elettorale, quanto incide sul vostro lavoro di investitori l’instabilità politica e come la gestite?

Chiandetti: Primo punto che vorrei sottolineare è che il normale processo politico avrebbe comunque portato alle elezioni entro il primo trimestre 2023. La vera sorpresa è stata la caduta del governo in anticipo di qualche mese. La volatilità sui mercati accade quando c’è qualche cosa di inatteso. In generale, i trend di mercato dipendono dagli andamenti macro, politiche fiscali, tassi, o micro, cioè la capacità competitiva delle singole aziende nei vari settori di riferimento. La volatilità accade quando uno qualunque di questi driver subisce un cambio di direzione, perché si crea un momento di incertezza che può essere più o meno lungo e la volatilità è più o meno ampia a seconda del grado di mancata lettura del futuro.

Pensiamo a febbraio-marzo 2020 quando la crisi Covid è partita e nessuno aveva mai avuto a che fare con l’impatto economico di un lockdown, ossia uno stop completo dell’attività economica. La volatilità e l’incertezza, quindi fanno parte del lavoro di chi investe e la volatilità politica è uno dei tanti driver che devono essere tenuti in considerazione.

Baselli: Si parla tanto di come potrebbero reagire i mercati e gli investitori stranieri a seconda dei diversi possibili risultati elettorali. È una cosa che vi preoccupa o è un qualcosa di ininfluente per chi investe con un orizzonte temporale di lungo periodo?

Chiandetti: Risponderò su due ambiti: il breve, i prossimi 6-12 mesi, e il lungo. Nel breve termine la mia idea è in realtà che il rischio politico italiano è alle nostre spalle. Perché? Perché la caduta inaspettata del governo ha rappresentato il momento di massima sorpresa. Ormai sembra che l’esito di queste elezioni sia abbastanza chiaro, se leggiamo i sondaggi. Quello che il mercato guarda è qualcosa di più ampio, l’entità della recessione che arriverà e che è legata a doppio filo al tema energetico.

La politica di un singolo Paese nel lungo termine ha però un impatto potenziale sull’economia e quindi anche sulle aziende che hanno come mercato principale il loro mercato domestico. È quindi sempre importante analizzare le decisioni di politica economica che i vari governi prendono. Dobbiamo però fare un grande distinguo, perché se penso al mercato azionario italiano su cui il mio fondo investe, non è vero che investire in titoli italiani significhi investire nell’economia italiana o solo nell’economia italiana. Le aziende di successo lo diventano se sono capaci di competere su mercati internazionali e diventare grandi sui mercati esteri. E sul listino italiano di questi casi ce ne sono molti ed è lì dove mi focalizzo.

Baselli: I mercati azionari stanno vivendo ormai da mesi una fase complicata e Borsa Italiana non fa eccezione, con l’indice Morningstar Italy scivolato del 16% da inizio anno, meglio del 22% perso dal mercato tedesco, ben peggio del -12% del mercato francese, ad esempio. Come avete gestito i primi otto mesi del 2022 in termini di asset allocation?

Chiandetti: Beh, il 2022 è stato un anno dove l’incertezza è stata massima e il cambio di direzione economica è stato molto importante. Il fondo ha iniziato l’anno seguendo una mia view che vedeva una ripresa economia molto forte post-Covid e legata al PNRR, in un contesto in cui avremmo avuto una normalizzazione dei tassi. Per cui il fondo a inizio anno era investito nel settore bancario, dove mancavo da parecchio tempo, e soprattutto su nomi con un bias più ciclico. Marzo 2022, con l’inizio della guerra, ha cambiato completamento lo scenario e dopo un primo mese in cui ho sofferto ho cambiato il fondo. Come? Prima di tutto riducendo quel bias ciclico di cui parlavo, vendendo banche che sono impattate da un macro (trend) negativo in termini di futura perdita su crediti, e ho aumentato la liquidità.

Il fondo ha un’allocazione che definirei Barbell, con un sovrappeso a cassa (liquidità), perché penso che i settori difensivi siano cari, e una parte del portafoglio che sta iniziando a investire in quelle aziende cicliche, ma che hanno crescite strutturali di fronte a loro dove penso che, passata la recessione, si abbia un’opportunità di medio-lungo termine importante.

Baselli: Guardando al futuro invece quali sono le vostre prospettive per i prossimi 12-18 mesi? Quali sono i settori su cui puntate di più, voi che avete storicamente sottopesato i titoli bancari?

Chiandetti: Nei prossimi 6-12 mesi l’entità di questa crisi recessiva legata a tematiche geopolitiche e al prezzo del gas può non essere stata del tutto scontata dai risultati aziendali, lo scopriremo. Nel breve termine ho un portafoglio che è ancora, appunto, Barbell, non è ancora aggressivo. Su quali settori sto giocando? Non sto investendo in settori difensivi, come dicevo, che vedo ben valutati. Nei settori ciclici invece sto cercando quelle singole aziende dove vedo opportunità strutturali, anche nei settori consumer discretionary e nei settori industriali.

Due esempi sono De’Longhi (DLG), che avrà un trimestre natalizio molto impattato dalla crisi dei consumi, ma che vedo avere un futuro nell’ambito delle macchine da caffè pluriennale, perché sono molto forti in Europa ma hanno negli USA un mercato emergente. Oppure nell’ambito industriale una Brembo (BRE) in cui investo date le valutazioni a mio parere attuali contenute, ma che sta sviluppando un nuovo prodotto, il Sensify Brakes By-Wire, che potrebbe diventare una nuova divisione del business.

All’interno dei finanziari, sto comunque giocandomi il tema della normalizzazione dei tassi d’interesse, quindi della crescita nel Net Interest Income. Nonostante non lo stia facendo attraverso il settore bancario, ho delle posizioni in diversified financials, come Banca Farmafactoring (BFF) o nel settore dell’asset gathering, con tutte le società che raccolgono depositi che avranno un miglioramento degli utili derivante appunto dalla normalizzazione dei tassi d’interesse.

Baselli: Grazie ancora ad Alberto Chiandetti. Per Morningstar, Valerio Baselli, alla prossima.  

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Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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