Titolo: RWE
Ticker: RWE
Fair value: 50 EUR
Morningstar Rating: 4 Stelle
RWE è il secondo operatore eolico offshore in Europa, dopo Orsted, e prevede di raddoppiare la sua capacità produttiva entro il 2026. I nuovi investimenti, uniti alla dismissione dei suoi asset nel nucleare e degli impianti di lignite, porteranno l’azienda ad avere entro il 2024 un EBITDA derivante per il 75% dai segmenti dell’eolico e del solare, ma nonostante questo, RWE non è ancora percepita dal mercato come leader nel settore delle rinnovabili.
La causa di questa incomprensione è da ricercare nella sua esposizione ai business legati al carbone e alla lignite, ma, dicono gli analisti di Morningstar, questo problema potrebbe essere risolto con la collocazione di questi asset in una sorta di bad company e con la loro successiva dismissione.
L’utility francese è una delle più esposte alla variazione dei prezzi dell’energia. RWE, infatti, lascia circa un terzo della sua produzione di energia rinnovabile senza nessun meccanismo di hedging rispetto alla variazione dei prezzi, molto di più rispetto ai suoi competitor.
Questa sua posizione può avere un effetto potenzialmente molto elevato sulla stima del fair value del titolo. In base ai calcoli degli analisti, una variazione di 10 EUR/MWh dei prezzi dell’energia ha un impatto sulla valutazione delle azioni RWE di 2,5 euro.
Il management ha alzato le guidance per il 2022 contribuendo a spingere le quotazioni del titolo a +14% da inizio anno (in euro al 23 settembre 2022), tuttavia il titolo dell’utility francese continua a essere scontato del 20% rispetto al fair value di 50 euro (report aggiornato al 15 settembre 2022).
Titolo: Orsted
Ticker: ORSTED
Fair value: 920 DKK
Morningstar Rating: 4 Stelle
Orsted è stato il pioniere dell’eolico offshore e con oltre il 90% del suo EBITDA proveniente da questo business ha un portafoglio di attività unico tra le utility europee.
Grazie alle generose sovvenzioni concesse ai parchi eolici, le aziende del settore riescono a generare elevati rendimenti del capitale, e per questo motivo gli analisti di Morningstar riconoscono ad Orsted un Economic moat nella misura di Medio. Poiché tali sussidi diminuiscono drasticamente in Europa man mano che il mercato matura, Orsted mira ad espandere la propria presenza in nuovi mercati come ad esempio quello statunitense, che si prevede possa rappresentare il 40% della sua capacità installata nel 2026.
Gli analisti stimano che entro il 2030 la capacità netta installata salga di 17,7 GW e che da lì in poi aumenti di 2 GW ogni anno. Questo si tradurrebbe in un rendimento del capitale investito del 6,5%.
Il titolo ha ceduto oltre il 10% nell’ultimo mese, in scia ai deludenti dati del secondo trimestre, e ora è scambiato a un tasso di sconto di circa il 25% rispetto al fair value di 920 corone danesi (report aggiornato al 12 agosto 2022).
“Nonostante Orsted abbia registrato un EBITDA e un utile netto più bassi rispetto al consensus rispettivamente del 27% e dell’84%, ha alzato le guidance del reddito operativo per la fine del 2022. Per questo motivo crediamo che la reazione scomposta del mercato dia ora la possibilità agli investitori di prendere posizione sul titolo con un ampio margine di sicurezza”, dice Tancrede Fulop analista azionario di Morningstar. “Orsted, inoltre, è stato il più grande vincitore delle ultime aste eoliche offshore nel Regno Unito ed ha grandi ambizioni di continuare ad aumentare la sua capacità nei prossimi decenni”.
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