Il Nasdaq Composite, l’indice americano dei tecnologici, ha perso il 31% da inizio anno e gli investitori temono che il settore possa andare incontro a un crollo analogo a quello seguito allo scoppio della bolla delle dotcom nel 2000-2002.
Punto di svolta
Il segnale di allarme più forte della cattiva intonazione dei tecnologici lo danno le SPAC (special purpose acquisition companies). Questi veicoli finanziari hanno raccolto miliardi quando i tassi di interesse erano bassi, con lo scopo di acquisire o fondersi con una società quotata entro due anni. Ora le SPAC sono frenate dal calo delle valutazioni e dalla mancanza di liquidità e alcuni dei loro promotori più importanti stanno attualmente gettando la spugna.
Nel passato, lo scoppio delle bolle è stato legato a scandali contabili (Enron, Worldcom), all'eccessivo ricorso ai derivati o, come nel caso delle dotcom, a causa della scarsa profittabilità delle aziende. Un esempio su tutti è quello di Pets.com, messa in liquidazione dopo neanche un anno dalla sua quotazione in borsa. In generale, però, una delle ragioni più comuni per una correzione dei listini è la revisione al ribasso delle stime sugli utili aziendali.
Tutti gli occhi sugli utili
Finora, il principale driver della correzione del mercato è stato il calo dei multipli delle azioni, provocato dal rialzo dei tassi di interesse e dal timore che questo possa generare una recessione. Tuttavia, gli utili aziendali si sono mantenuti in linea con le attese degli analisti. Di recente ci sono stati numerosi profit warning, come nel caso di Snap, Zoom Video Communications o Peloton Interactive, ma nei loro casi l’allarme è legato a difficoltà specifiche del business più che a problematiche più ampie. Se queste dovessero sopraggiungere, gli analisti sarebbero costretti a rivedere al ribasso le stime degli utili. Attualmente, il Nasdaq Composite Index viene scambiato su un rapporto Price/EPS pari a 35, un valore piuttosto elevato rispetto a quello del mercato globale e di quello statunitense (che al momento viene scambiato a un P/EPS attorno a 16).
Uno dei rischi più grandi per gli investitori sarebbe quello di uno scenario recessivo che costringerebbe le società a rivedere le loro previsioni sugli utili futuri. E stando agli ultimi commenti del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, questo scenario è sempre più probabile. La stagione degli utili del terzo trimestre sta per iniziare, con le società statunitensi che inizieranno a riportare i loro dati già ad ottobre. Quindi non ci resta che stare alla finestra e vedere l’andamento degli utili nei prossimi trimestri prima di iniziare a cercare opportunità di investimento.
Cosa ci insegna la storia
Gli investitori potrebbero anche considerare fattori tecnici. L'indice si è spostato al di sotto della media mobile di 200 giorni all'inizio di quest'anno. Nel 2000, quando questo si è verificato di nuovo, l'indice è sceso ulteriormente.
Ad ogni modo, l'analisi tecnica non è infallibile. Ci sono molti casi in cui le due linee si sono incrociate, come nel quarto trimestre del 2018, durante l'estate del 2015, durante la crisi dell'euro del 2010-2012 e, naturalmente, durante quella del 2008. Tutti questi episodi sono stati innescati da diversi eventi macro, ma nessuno ha generato un crollo del mercato delle dimensioni prodotte dalla bolla tecnologica del 2000. Una delle ragioni che spiegano questo fenomeno potrebbe essere legata al comportamento delle banche centrali, che in quei casi era volto a condurre una politica monetaria molto accomodante tenendo bassi i tassi di interesse. Questa differenza rispetto al passato potrebbe aggravare ulteriormente l'attuale flessione.
La valutazione è la chiave
Come investitore, se provi a cronometrare il mercato e prevedi quando il Nasdaq Composite Index raggiungerà un minimo, stai giocando un gioco pericoloso. Provare ad anticipare il mercato (time the market in inglese) non è in realtà un mantra Morningstar, perché le nostre analisi hanno dimostrato più e più volte che ciò comporta rendimenti inferiori per l'investitore.
Al contrario, se ti concentri su un intervallo di lungo termine e sei in grado di resistere alla volatilità del mercato, la tua preoccupazione principale dovrebbe essere l'acquisto di asset di qualità e prestare attenzione alle valutazioni. È vero, è difficile sopportare perdite virtuali quando il prezzo di un'azione scende di un ulteriore 30 o 40%, ma se il tuo asset è di qualità questo non dovrebbe infastidirti troppo. Concentrarsi sulla valutazione è il modo principale che ti aiuterà a generare rendimenti decenti e controllare il rischio.
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