I rendimenti dei bond tornano a fare notizia. Gli yield sono in aumento in tutto il mondo, ma poiché le obbligazioni sono generalmente meno conosciute dagli investitori rispetto alle azioni, molte persone non sanno se interpretare questo dato come una buona o una cattiva notizia.
A prima vista, l'aumento dei rendimenti sembra una cosa positiva in quanto chi detiene un’obbligazione viene pagato di più. Ma in un periodo di inflazione elevata e di turbolenza economica, niente è esattamente come sembra.
Lo yield di un’obbligazione si muove in direzione opposta al prezzo: se il prezzo del titolo scende lo yield sale, e viceversa. La parte "fissa" del "reddito fisso" si riferisce alla cedola e non al rendimento: se acquisto un titolo di Stato con scadenza a cinque anni, riceverò periodicamente una somma “fissa” di denaro, ma il prezzo e il rendimento di quell'obbligazione oscilleranno in continuazione in quei cinque anni. Ovviamente, riceverò indietro anche il capitale iniziale se terrò il titolo fino a scadenza.
Conviene investire in bond?
C'è un grande "se" implicito quando si acquista un’obbligazione. Gli emittenti, siano essi governi (locali/nazionali) o società, non devono essere inadempienti sul proprio debito per continuare a pagare le cedole agli investitori. C'è un'enorme differenza tra l'acquisto di un'obbligazione emessa dal governo svizzero, con il rating sul credito di AAA di S&P, e quello di una nuova società tecnologica che cerca di raccogliere capitali. Qui si presume che l'obbligazione svizzera renda meno del titolo tecnologico a causa del maggior rischio di insolvenza di quest’ultimo.
Qualunque esso sia, l'emittente dell’obbligazione vuole continuare a ripagarti, ma potrebbe non essere in grado di farlo se incappa in problemi finanziari. Questo è meno probabile per i governi sovrani, specialmente quelli che controllano le proprie valute, ma succede abbastanza di frequente nei mercati emergenti. Al momento, il bond a 10 anni emesso dalla Svizzera rende l'1,29%, mentre l’equivalente emesso dal Brasile ha un rendimento del 12%. Il mercato non sta dicendo che il Brasile sia sull’orlo del default, ma che è più probabile che lo sia rispetto alla Svizzera (la differenza di rendimento tiene conto anche dei tassi di interesse/inflazione, di cui parleremo più avanti).
La crisi del debito nell’Eurozona può essere un lontano ricordo per molti investitori, ma ha fornito un caso da manuale di high yield che segnala un alto rischio. Il rendimento del debito greco è salito a un certo punto al 30%, il paese è andato in default ed è stato costretto a rivolgersi al Fondo monetario internazionale per un salvataggio. (L'obbligazione a 10 anni della Grecia attualmente rende circa il 4,75%).
Per tornare alla mia introduzione, i rendimenti salgono perché gli investitori vendono obbligazioni, spingendo al ribasso i loro prezzi. Ciò può evidenziare una perdita di fiducia nella strategia dell'emittente: ad esempio, gli investitori hanno reagito con forza contro la proposta del governo del Regno Unito di aumentare le spese e tagliare le tasse, una sorta di voto di sfiducia nelle prospettive del paese. Pertanto, i rendimenti possono fungere da strumento al servizio degli investitori per capire quanto i mercati percepiscono come rischiosa un'obbligazione.
Bond e ciclo economico
Oltre al rischio, i rendimenti dei titoli di Stato ci parlano anche dell'inflazione e delle aspettative sui tassi di interesse. Ora viviamo in un'era di alta inflazione e i tassi di interesse sono aumentati drasticamente, in particolare negli Stati Uniti, dove la Federal Reserve sta portando avanti una politica monetaria molto aggressiva. Si prevede che il costo del denaro negli Usa supererà il 4% entro la fine del 2022 e un Treasury bond a un anno renderà poco più del 4%.
La storia economica ci insegna che i periodi in cui si registra un aumento dell'inflazione dovrebbero essere negativi per le obbligazioni, poiché le nuove emissioni di debito devono offrire rendimenti più elevati per competere con altri asset "privi di rischio" come la liquidità. Mentre l'aumento dei tassi di interesse significa che i rendimenti obbligazionari potrebbero perdere la loro competitività molto rapidamente.
Cosa implica questo per i risparmiatori e i sottoscrittori di mutui? Chiaramente siamo lontani da quel periodo insolito in cui gli investitori pagavano i governi per possedere le loro obbligazioni: a un certo punto, infatti, le obbligazioni tedesche e giapponesi offrivano tassi di interesse negativi. Quel periodo non era il massimo per chi investiva in obbligazioni. I prezzi erano elevati e i rendimenti molto bassi. Ma ciò che deve essere considerato è il motivo per cui si investe in questa asset class.
Grazie al loro flusso di cassa prevedibile e al basso profilo di rischio, questi titoli garantiscono sicurezza in tempi di volatilità. Nel crollo dei mercati in seguito allo scoppio della pandemia, nel marzo del 2020, queste obbligazioni erano molto richieste come "bene rifugio". Gli investitori erano disposti a trascurare il rendimento minimo o negativo solo per possedere un asset più sicuro.
L'asset a bassa volatilità mostra un'elevata volatilità
Le obbligazioni hanno recentemente mostrato un'elevata volatilità in tutto il mondo, il che è insolito per un’asset classs che dovrebbe offrire maggiore stabilità rispetto alle azioni. “È stato il mercato obbligazionario più volatile dagli anni '90”, afferma Peter Marchese, senior manager research analyst di Morningstar. Questo riflette il contesto incerto del 2022 sulla scia della guerra in Ucraina, della spirale inflazionistica e della crisi energetica.
Anche l'aumento dei rendimenti delle obbligazioni societarie offre segnali contrastanti: un investitore può essere tentato dai rendimenti migliori, ma la prossima emissione di obbligazioni societarie potrebbe offrire un rendimento ancora più elevato. E torniamo allo scopo originale delle obbligazioni: raccogliere fondi per l'azienda o il governo. Se le società devono pagare rendimenti più alti, oltre ad assorbire l'aumento dei costi delle materie prime e del lavoro, significa che dovranno rinunciare a qualcosa, che si tratti di dividendi o piani di buy-back.
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