I mercati finanziari stanno attraversando uno dei periodi più complicati della storia recente. Gli investitori sono alle prese con le conseguenze dell'invasione russa dell'Ucraina, la crisi energetica, l'impennata dell'inflazione e l'aumento dei tassi di interesse.
Azioni e obbligazioni in rosso
Nel 2022, l’indice Morningstar Global Markets TR è sceso finora del 10,4%, mentre l'indice Morningstar Europe TR ha perso il 17,7%, e il Morningstar Emerging Markets ha perso il 13%. Tutte le borse internazionali hanno subito forti contraccolpi.
Le obbligazioni, tradizionalmente considerate un bene rifugio, ne sono uscite ancora più malconce: il Morningstar Eurozone Core Bond Index, ad esempio, ha perso il 15% del suo valore da un anno all'altro (dati in euro al 6 ottobre).
Per la prima volta dal 1994, le ondate di ribassi hanno colpito contemporaneamente azioni e obbligazioni e il fidato portafoglio 60/40, da sempre pietra miliare della diversificazione, ha attraversato uno dei peggiori periodi di sempre.
Quest'anno, inoltre, i mercati hanno registrato un aumento della volatilità bidirezionale delle azioni, con bruschi movimenti al rialzo o al ribasso (finora nel 2022 l'S&P 500 ha registrato 14 giorni con movimenti superiori al 2%, un risultato secondo solo al 2020 nell’ultimo decennio), che storicamente tendono a segnalare una maggiore volatilità in arrivo per le azioni.
Come mantenere la lucidità quando tutti intorno a voi stanno perdendo la testa?
Di fronte a uno scenario del genere, la cosa più importante (e difficile) è mantenere i nervi saldi.
Sapere come gestire le fluttuazioni dei prezzi è importante almeno quanto la scelta dell'investimento giusto. A dire il vero, la maggior parte degli investitori non è in grado di valutare in modo oggettivo la propria tolleranza al rischio; in genere ci si sente più “resistenti” al rischio nei periodi di congiuntura favorevole, mentre si diventa improvvisamente avversi al rischio dopo periodi di perdite sostenute come quelli vissuti di recente.
Concentrarsi sui movimenti a breve termine mescola in modo inappropriato i concetti di rischio e volatilità. Capire la differenza tra i due - e concentrarsi sul primo e non sul secondo - è la chiave per assicurarsi di raggiungere i propri obiettivi finanziari.
Che differenza c’è tra rischio e volatilità
A primo acchito, potrebbe sembrare che la distinzione tra rischio e volatilità sia puramente accademica e che faccia poca differenza per gli investitori del mondo reale. I due termini, infatti, vengono spesso usati in modo quasi intercambiabile nel campo della comunicazione finanziaria. È anche vero che il termine “rischio” può indicare concetti diversi.
In quanto investitori, tuttavia, è utile creare una distinzione mentale tra volatilità e rischio. Quali sono le differenze chiave? La volatilità indica le variazioni del prezzo di un titolo, un portafoglio o un indice, sia al rialzo sia al ribasso. La volatilità, quindi, non è di per sé una brutta notizia; è teoricamente possibile (anche se improbabile) possedere un investimento molto volatile ma che finora è andato solo in un’unica direzione: in alto. Clicca qui per approfondire.
“Se non si ha intenzione di vendere, la volatilità non è un grosso problema e anzi può anche essere un’alleata, permettendo di acquistare ulteriori quote di un investimento che rientra nel nostro piano finanziario a un prezzo molto più basso”, spiega Christine Benz, responsabile della sezione Finanza personale di Morningstar.com.
“La definizione più intuitiva di rischio, al contrario, è la possibilità che non si sarà in grado di centrare i propri obiettivi finanziari o di onorare le proprie obbligazioni oppure che si dovranno ripensare gli obiettivi in quanto la situazione è cambiata”.
Da questo punto di vista il rischio dovrebbe essere la vera preoccupazione per gli investitori, non la volatilità. Tuttavia, è facile capire come i due termini si sono fusi. Se si ha un orizzonte temporale breve e si è in un investimento volatile, ciò che potrebbe essere semplicemente volatile per un investitore può diventare decisamente rischioso per un altro. Questo perché esiste un rischio reale che si potrebbe dover vendere e realizzare una perdita.
Come gestirli
Quindi, in che modo gli investitori possono concentrarsi sul rischio mettendo da parte la volatilità? Il primo passo è sapere che la volatilità è inevitabile e se si ha un orizzonte temporale abbastanza lungo, si sarà in grado di sfruttarla a proprio vantaggio. L’utilizzo di un Piano di accumulo di capitale (Pac) può aiutare a garantire l’acquisto di quote in una varietà di situazioni di mercato (è comunque importante conoscere a fondo i pro e contro di tale pratica).
Tradizionalmente, diversificare i propri investimenti tra diverse classi di attivi e stili di investimento può fare molto per rendere il portafoglio meno volatile e la vita (finanziaria!) più semplice. “Un’altra buona pratica è quella di individuare i rischi reali, cioè identificare gli obiettivi finanziari e la possibilità di non raggiungerli. Per la maggior parte di noi, una pensione confortevole è un obiettivo chiave”, prosegue Benz. “Per chi ha figli, risparmiare per la loro istruzione o per la loro prima casa potrebbe essere un obiettivo. Identificando gli obiettivi e i rischi uno per uno, è possibile stabilire le priorità e anticipare i problemi relativi a ciò che si farebbe nel caso non si raggiungessero”.
Infine, è sempre una buona idea tenersi una parte dei propri risparmi in liquidità. In momenti estremamente incerti come quello attuale, la parte cash del nostro portafoglio potrebbe evitarci di dover liquidare investimenti in rosso per far fronte a spese importanti o per rimborsare un eventuale debito. Oltre a darci la possibilità, per chi se la sentisse, di entrare sul mercato sfruttando i forti ribassi per poter comprare asset a sconto.
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.