Gli investitori americani cercano rifugio nelle utility. Fatta eccezione per il settore energia che da inizio anno è salito del 51% (in USD al 20 ottobre 2022), le aziende di pubblica utilità sono le uniche, insieme a quelle dei beni di consumo difensivi, ad aver largamente sovraperformato il mercato americano.
Dal primo gennaio il vantaggio ammonta a circa 12 punti percentuali e se questo trend dovesse prolungarsi fino a fine anno, dicono gli analisti di Morningstar, la sovraperformance del settore supererebbe il record registrato nel 2000.
Recessione in arrivo?
Il fatto che utility e beni di consumo difensivi vadano a braccetto nel 2022 fa pensare che gli investitori americani siano sempre più preoccupati che l’economia del paese cada in recessione. La storia, poi, ci dice che le utility hanno battuto il mercato Usa anche prima delle recessioni del 2001 e del 2007-2009. Ma attenzione, una volta che il mercato ha finito di scontare gli effetti del rallentamento dell’economia, questo trend si è invertito. Il comparto, infatti, ha fatto peggio del mercato nei tre anni successivi alla recessione del 2000 e in quattro dei cinque anni successivi a quella del 2007-2009.
Questa volta però, il tonfo delle utility potrebbe essere più fragoroso. A differenza di quanto visto in passato, infatti, il settore si troverà ad affrontare un contesto nuovo e molto difficile, con un’inflazione molto più alta rispetto all’obiettivo della Fed del 2% e tassi di interesse in aumento.
A questo poi, si aggiunge il fatto che i titoli del settore sono al momento scambiati sul mercato con un premio medio del 3% rispetto al fair value, cosa che non garantisce alcun margine di sicurezza per chi prende posizione sul comparto in questo momento, e che per la prima volta in 14 anni i tassi dei Treasury a 10 anni sono superiori allo yield medio del settore (se prendiamo in considerazione quello dell’indice Morningstar US Utilities).
“L’unico modo che le utility hanno per evitare una brusca correzione è quello di registrare una significativa crescita degli utili. Le rinnovabili e l’espansione del mercato delle auto elettriche giocano a favore del settore, ma le aziende hanno bisogno del sostegno della politica per far sì che i loro investimenti siano redditizi”, dice Travis Miller, Strategist Energy & Utility di Morningstar.
Se negli Usa le utility rappresentano un rischio, in Europa sono terreno di opportunità. Delle 20 società europee coperte dagli analisti di Morningstar solo 4 sono scambiate in linea o a prezzi più alti del fair value, e questo perché da inizio anno il settore si è mosso in sincronia con il mercato cedendo quasi il 20% (in euro al 20 ottobre 2022).
Figura 1
Perché le utility europee si comportano diversamente?
Come si spiega questa tendenza? Tancrede Fulop, analista azionario di Morningstar, la spiega in questo modo: “Le utility statunitensi hanno un business molto più stabile e prevedibile rispetto a quelle europee. Negli Usa i prezzi del gas sono rimasti relativamente bassi e stabili e le utility sono in grado di trasferire i costi del gas e dell'elettricità direttamente ai clienti finali. Quelle europee, invece, risentono maggiormente dell’incertezza attorno al prezzo dell’energia e, a causa del loro forte indebitamento, anche della risalita dei tassi di interesse”. Trevis Miller aggiunge: “Il settore utility negli Usa è molto più regolamentato di quanto non lo sia in Europa. È concepito, quindi, come un comparto maggiormente difensivo di quanto non lo sia nel Vecchio continente e questo spiega il suo forte appeal durante le fasi di rallentamento o di recessione dell’economia. A questo, poi, si aggiunge il fatto che i titoli americani offrono anche yield più generosi”.
Al momento, Centrica, Enel e Orsted sono le utility europee scambiate ai tassi di sconto più generosi, mentre Électricité de France, Naturgy Energy Group e United Utilities Group sono i titoli sui quali gli analisti di Morningstar raccomandano prudenza.
Tabella 1
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