Quali prospettive per il settore della cannabis negli Usa

Una maggioranza dei democratici al Senato e al Congresso darebbe una grossa spinta al processo di legalizzazione della marjuana a livello federale. Il comparto è in costante crescita e i produttori americani sono quelli meglio posizionati per capitalizzare il trend di lungo periodo.

Francesco Lavecchia 03/11/2022 | 09:22
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cannabis

Nella settimana tra il 3 e il 7 ottobre, i titoli dei maggiori produttori di cannabis del nord america sono schizzati al rialzo segnando guadagni tra il 15% e il 40%. Il motivo? Lo scorso 4 ottobre, il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden ha annunciato un’amnistia per tutti i precedenti reati federali legati al semplice possesso di marijuana e l’intenzione di rivedere la classificazione della cannabis all’interno del Controlled Substances Act (CSA), la legge che regola la produzione e il possesso di farmaci e altre sostanze, che al momento considera la cannabis alla stregua di droghe come l’eroina e l’LSD.

 

Questo episodio dimostra come le sorti del settore della cannabis siano legate a doppio filo agli equilibri politici e perché gli azionisti di queste società seguiranno con attenzione le elezioni di medio termine del prossimo 8 novembre, nelle quali saranno rinnovati 35 seggi del Senato e l’intero Congresso. Gli ultimi sondaggi danno i Repubblicani in vantaggio di 2-3 punti percentuali sui Democratici per aggiudicarsi la Camera dei rappresentanti, cosa che ostacolerebbe la legislatura di Biden nella seconda parte del suo mandato e che metterebbe un freno ai piani di legalizzazione dell’uso della marijuana.

“La rimozione del divieto federale avrebbe bisogno del voto a favore di almeno 60 senatori, cosa che al momento sembra improbabile, ma in caso di successo permetterebbe alle società americane del settore di quotarsi sui listini americani e dunque di attrarre ingenti flussi di capitali da parte degli investitori istituzionali, cosa che spingerebbe significativamente al rialzo il valore delle azioni”, dice Kristoffer Inton strategist di Morningstar. “Tuttavia, oltre al voto per il rinnovamento delle Camere, in 7 Stati degli Usa si voterà anche per il referendum sulla legalizzazione della cannabis per uso ricreativo e/o terapeutico. Al momento, l’uso ricreativo e medico è legale in 19 Stati, in 18 solo quello medico, e il voto favorevole avrebbe l’effetto di allargare ulteriormente il mercato americano. In questo momento, il giro d’affari complessivo del consumo legale di cannabis negli Usa è stimato a oltre 10 miliardi di dollari, ma secondo i nostri calcoli entro il 2030 tale cifra potrebbe raggiungere gli 80 miliardi di dollari”.

Come muoversi sul mercato
Secondo gli analisti di Morningstar, il settore della cannabis è scambiato complessivamente a sconto rispetto al fair value, ma gli investitori dovrebbero preferire le aziende americane, anche se a favore delle azioni dei produttori canadesi gioca il fatto di essere molto più liquide dei titoli emessi dalle concorrenti statunitensi.

“Fatta eccezione per Canopy Growth e Cronos, le attività delle altre società canadesi presenti negli Stati Uniti si limitano alla cannabis per uso medico. Questo, legato al modello di distribuzione della canapa basato sui dispensari, ci fa ipotizzare che, anche in caso di una eventuale legalizzazione per uso ricreativo, queste aziende non saranno in grado di sfruttare al massimo le sinergie dei due business.

Nel caso in cui volessero acquistare asset statunitensi nel segmento ricreativo, qualora dovesse cambiare la legislazione, dovrebbero fare i conti con una forte concorrenza e sarebbero costrette ad acquisizioni molto dispendiose, mentre se volessero avviare dei business ex-novo avrebbero difficoltà nell’acquistare le licenze”, aggiunge Inton.

Il secondo motivo per cui gli analisti di Morningstar preferiscono gli operatori americani è legato alla redditività delle aziende. Dal 2017 al 2020, i ricavi dei produttori di cannabis sono cresciuti a una media superiore al 100%, ma mentre quelli statunitensi Curaleaf e Green Thumb, hanno visto salire i loro margini EBITDA rispettivamente al 20% e al 30%, la maggior parte di quelli canadesi continua ad avere difficoltà a diventare profittevole a causa dell'eccesso di offerta e della concorrenza sui prezzi.

Titoli sotto la lente


Curaleaf offre agli investitori piena esposizione alla crescita del consumo di cannabis negli Usa per effetto della sua presenza in 22 Stati del paese e, a differenza dei produttori canadesi, il gruppo è ben integrato verticalmente grazie ai suoi 26 siti di coltivazione e 136 punti vendita.

Curaleaf si è concentrata principalmente sul mercato della cannabis per uso medico ma, grazie a una nuova acquisizione, ha allargato la sua esposizione anche a quello per uso ricreativo e a quello europeo. A maggio 2019 ha rilevato Cura Partners e ha allargato la sua presenza sulla costa orientale degli Stati Unitimentre nel luglio 2020 ha guadagnato mercato nel Midwest attraverso l’acquisizione di Grassroots. Più recentemente ha finalizzato altre operazioni in Arizona e Nevada. Nel marzo 2021 ha rilevato un produttore europeo di cannabis, EMMAC Life Sciences, e questa operazione, nonostante sia di piccole dimensioni, dimostra l’impegno ad aprirsi ai mercati internazionali.

Gli analisti di Morningstar stimano una crescita media dei ricavi di circa il 21% fino al 2030, spinta da un aumento del 20% dei volumi di vendita della cannabis per uso ricreativo negli Usa e del 14% di quella per uso medico in Europa, e valutano Curaleaf con un fair value di 30 dollari canadesi (report aggiornato al 10 maggio 2021). Il titolo è scambiato al momento a un rapporto Prezzo/Fair value di 0,21 ed è valutato con un rating di 5 stelle (report aggiornato al 7 ottobre 2022).

Grenn Thumb è presente in 15 stati attraverso 17 siti produttivi, 77 punti vendita e sei marchi. La strategia di crescita dell’azienda è quella di concentrarsi sugli Stati come Illinois, Massachusetts, New York, Florida e Ohio che sono fra i più popolosi, con un numero limitato di licenze e con un robusto mercato della cannabis per uso terapeutico e in procinto di legalizzarla anche per uso ricreativo. Inoltre, Grenn Thumb preferisce acquistare cannabis da terze parti in modo da limitare l’impiego di capitale e adattarsi più facilmente al commercio tra Stati una volta che questo sarà permesso. Il titolo è scambiato al momento a un rapporto Prezzo/Fair value di 0,26 ed è valutato con un rating di 5 stelle (report aggiornato al 7 ottobre 2022).

 

 

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Titoli citati nell'articolo

Nome TitoloPrezzoCambio (%)Morningstar Rating
Curaleaf Holdings Inc2,24 CAD4,19Rating
Green Thumb Industries Inc11,11 CAD-1,07Rating

Info autore

Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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