In poco più di due mesi Exor è stata protagonista di un’evoluzione pensata per puntare a un futuro pieno di soddisfazioni. L’approvazione della semestrale al 30 giugno, l’addio a Piazza Affari con l’unica quotazione delle azioni Exor Nv ad Amsterdam e quindi la fine del dual listing, la valorizzazione di CNH, la volontà di puntare su salute, lusso e tech, e la riorganizzazione di alcune posizioni del top management
I numeri della semestrale
Nella sua veste di holding di partecipazioni, Exor, così come i mercati azionari europei, ha vissuto un 2022 sfidante. Almeno per quanto riguarda il primo semestre, visto che la ripresa dei listini azionari avvenuta a ottobre ha prodotto una rivalutazione di alcune delle partecipazioni più importanti. Restando ai numeri ufficiali, la fotografia alla fine dei primi sei mesi vede Exor con un Nav di 25,5 miliardi di euro e con un utile consolidato sceso a 265 milioni dagli 838 dello stesso periodo del 2021, per effetto soprattutto delle perdite registrate dal portafoglio obbligazionario della controllata PartnerRe, che però è stata successivamente venduta ai francesi di Covea. Con l’addio a PartnerRe, le principali partecipazioni in portafoglio sono Ferrari (22,9% del capitale secondo gli ultimi dati ufficiali sul sito di Exor), Stellantis (14,4%), CNH Industrial (26,9%), Iveco Group (27,1%), Juventus (63,8%).
L’addio a Piazza Affari
Nel progetto di riorganizzazione di Exor un passaggio fondamentale è stato l’addio a Piazza Affari dopo oltre 50 anni di presenza, con ultimo giorno di quotazione sull’Euronext Milano lo scorso 26 settembre. Oggi le azioni ordinarie Exor sono quotate esclusivamente su Euronext Amsterdam. Il trasferimento rientra nella logica di rendere coerente la Borsa di quotazione della società con la propria struttura legale di holding olandese. A questo punto il titolo è soggetto alla vigilanza di un solo ente regolatore nazionale: la Ducth Authority for the Financial Markets (AFM).
Adesso Exor, società di diritto olandese, presenta una capitalizzazione di circa 17 miliardi di euro e un Net Asset Value che si aggira sui 31 miliardi.
Il ruolo di CNH
Nel portafoglio di Exor ricopre un ruolo centrale CNH Industrial. La società dei trattori ha già comunicato i risultati economici del terzo trimestre 2022 che evidenziano ricavi consolidati pari a 5,88 miliardi di dollari (+23,9% rispetto al terzo trimestre 2021 per le Continuing Operations, +29% a valuta costante), un utile netto di 559 milioni di dollari (+99 milioni) e un utile netto adjusted di 557 milioni di dollari.
In occasione dell’annuncio dei conti del trimestre, l’amministratore delegato di CNH, Scott Wine, ha, tra le altre cose, anche che sono in corso valutazioni da parte della società su un delisting da Piazza Affari. Wine ha precisato che nessuna decisione è stata ancora presa a riguardo e che si stanno valutando pro e contro senza escludere il mantenimento della doppia quotazione.
Il futuro è l’Europa
In un recente convegno John Elkann, amministratore delegato di Exor, presidente di Ferrari e presidente di Stellantis, ha parlato delle sfide da affrontare nel futuro della mobilità e sul ruolo che avranno l'Europa e gli Stati Uniti nella crescita delle società controllate dalla holding degli Agnelli. “Ci sono momenti nella storia in cui ci sono grandi cambiamenti: la mobilità è un mondo in trasformazione e per noi la fortuna è poter guardare al futuro e spingere sull'innovazione orientandola dove vogliamo”, ha spiegato Elkann. “L'Europa rimarrà centrale nella vita di Exor e delle controllate. Ho grandi ambizioni per l’Europa”.
Un segnale di forza nelle nomine di inizio novembre
A inizio novembre Exor ha annunciato tre nomine per posizioni di responsabilità insieme a una riorganizzazione delle sue attività di investimento. Come comunicato dalla holding, Suzanne Heywood è stata promossa Chief operating officer, un nuovo ruolo che le consentirà di mettere a frutto la profonda conoscenza che ha maturato di Exor, lavorando a stretto contatto con l’AD John Elkann sia sulle attuali società in portafoglio che sulle future.
In parallelo Guido De Boer è stato nominato nuovo Chief financial officer di Exor, in sostituzione di Enrico Vellano. De Boer entra a far parte di Exor dopo aver ricoperto vari incarichi in The Heineken Company, il più recente dei quali in qualità di responsabile dello sviluppo societario a livello globale con competenza per la strategia e per le fusioni e acquisizioni.
Il portafoglio di Exor sempre più aperto a nuovi orizzonti
Suzanne Heywood, Chief operating officer di Exor e presidente di CNH Industrial, ha subito indicato la traiettoria di crescita futura della società di partecipazioni nel corso di un’intervista: “Nel cercare nuove aziende non escludiamo mai nulla, ma al momento siamo focalizzati su tre settori.
Il primo è il lusso, perché è un investimento a lungo termine che richiede pazienza ed è un ambito dove abbiamo esperienza, a partire dalla Ferrari.
Il secondo è la salute, settore in cui le prospettive sono evidenti: siamo entrati con Lifenet e Institut Merieux, stiamo cercando altre possibilità.
Il terzo è la tecnologia. Sebbene i mercati abbiano corretto la loro disposizione verso il tech, crediamo che nel nostro portafoglio - dove la presenza più importante è Via, società newyorkese di infrastrutture digitali per la mobilità pubblica - ce ne possa essere di più”.
Heywood ha poi descritto il futuro di CNH: “Prendiamo CNH. Il tipo di carburante che i nostri trattori utilizzano cambierà in modo radicale, così il loro utilizzo e la forma. Potrai condurli a distanza. Tutto questo succede. La sfida più complessa è permettere all’impresa di fare qualcosa di molto diverso. Devi essere in grado di testare nuove idee mentre consenti alle vecchie di continuare a funzionare. A un certo punto, devi anche aver il coraggio di reinventarti ed entrare in un nuovo mondo”.
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