Unicredit, un futuro nel segno della liquidità green

La recente emissione di un green bond da 1 miliardo di euro fa parte del Funding Plan 2022 di Unicredit e il successo conferma la capacità dell’istituto di accedere al mercato in diversi formati. Un ulteriore segnale positivo, che segue la pubblicazione dei dati dei primi nove mesi dell’anno.  

Fabrizio Guidoni 22/11/2022 | 09:50
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Neanche il tempo di archiviare un bilancio a nove mesi del 2022 molto soddisfacente che Unicredit ha potuto festeggiare l’emissione con successo di un green bond da 1 miliardo di euro, con domanda totale per ben 2,6 miliardi di euro da parte di oltre 200 investitori istituzionali internazionali. I numeri molto positivi del collocamento dell’obbligazione rappresentano un segnale incoraggiante per la banca. Questo perché l’emissione fa parte del Funding Plan 2022 di Unicredit e il successo conferma la capacità dell’istituto di accedere al mercato in diversi formati. Con questo contesto, la banca guidata dal ceo Andrea Orcel può guardare con grande fiducia alla chiusura del 2022.

L’emissione verde che spinge la banca verso un futuro più roseo
Dal punto di vista dell’offerta, il green bond, emesso lo scorso 8 novembre, ha rappresentato una conferma del forte impegno di Unicredit verso la sostenibilità e l’importanza strategica delle tematiche ESG, ovvero ambientali, sociali e di governance, per il gruppo. Se invece si guarda l’emissione sul fronte della domanda, quello che emerge è, come detto, l’ottima accoglienza riservata dal mercato, anche a livello internazionale. Infatti, sono arrivate richieste principalmente da Francia (27%), Regno Unito (17%), Germania/Austria (15%), Italia (14%), Paesi Nordici (12 %), Penisola Iberica (7%), Svizzera (3%) e altri (5%).

Proprio grazie alla forte domanda il livello del rendimento inizialmente comunicato al mercato di circa 315 punti base sopra il tasso mid-swap a 4 anni è stato rivisto e abbassato a 285 punti base. Il risultato è stato una cedola annuale fissata pari al 5,85%, con prezzo di emissione/re-offer di 99,948%. Come comunicato, l’emissione di questo Senior Non-Preferred Green Bond è avvenuta nell’ambito del Sustainability Bond Framework di UniCredit pubblicato nel 2021 e allineato ai Green and Social Bond Principles e alle Sustainability Bond Guidelines dell''International Capital Market Association. Quanto raccolto con il collocamento del green bond verrà indirizzato a finanziare specifici progetti in materia di energie rinnovabili, trasporti puliti ed edifici verdi.

Nove mesi di soddisfazioni
Il successo del collocamento del green bond ha seguito di una decina di giorno la pubblicazione dei numeri di bilancio dei primi nove mesi, risultata per gli analisti e il mercato molto positiva. Come spiegato dai vertici di Unicredit in occasione della presentazione dei risultati nei primi nove mesi dell’anno è stato raggiunto un utile netto record di 4 miliardi di euro, escludendo la Russia (3,8 miliardi per l’intero gruppo), superando il risultato dell’intero anno 2021, a dimostrazione della crescita del business della banca caratterizzato da elevata redditività aggiustata per il rischio e a basso assorbimento di capitale. E non è tutto. Nello stesso periodo Unicredit ha aumentato le coperture (overlays) da 1 miliardo a 1,3 miliardi. In queste condizioni, il Cet1 ratio è stato comunicato pari al 15,41%, inclusi gli impatti derivanti dal quadro normativo avverso. Livello che rimane tra i leader del settore, e che rispetta la volontà della banca di distribuzione agli azionisti relativa all’esercizio 2021, pari a 3,75 miliardi e maturazione dei dividendi per il 2022 pari a 1,4 miliardi. Tutti numeri commentati con soddisfazione dallo stesso Orcel: "Unicredit ha ottenuto ancora una volta risultati finanziari eccezionali. Questo è il nostro settimo trimestre consecutivo di crescita e i migliori primi nove mesi dell''anno, da almeno un decennio. Siamo in netto anticipo sugli obiettivi del piano, nonostante il prudente consolidamento delle linee di difesa".

Un segnale positivo per la stabilità del sistema finanziario
I dati positivi dei nove mesi di Unicredit rappresentano un segnale incoraggiante per la stabilità del sistema finanziario internazionale. Infatti, la banca fa parte della lista delle 30 grandi banche mondiali definite G-Sibs, ossia le banche sistemiche, in pratica quelle "troppo grandi per fallire" senza conseguenze per il settore a livello mondiale appena pubblicata dal Financial Stability Board in collaborazione con il Comitato di Basilea, 

Il miglioramento delle prospettive
Partendo dai robusti numeri di fine nove mesi, le prospettive per fine anno sono state comunicate con grande ottimismo: un utile netto superiore ai 4,8 miliardi di euro per l'anno, escludendo la Russia e ricavi netti pari a 17,4 miliardi di euro, con un margine di interesse superiore a 9,6 mld, costi pari a 9,4 mld, un rapporto tra costi e ricavi pari al 51%, un costo del rischio a 25 punti base, e un Cet 1 ratio pro-forma per la distribuzione 2022 superiore a 14,5%. "La buona dinamica commerciale, il contesto favorevole dei tassi di interesse e l'approccio disciplinato sui costi hanno portato a un ulteriore miglioramento della guidance 2022" si è sbilanciato a dire il ceo di Unicredit. Come sottolineato dagli analisti di Equita Research, alla luce dei risultati dei primi nove mesi del 2022 e delle solide indicazioni sul fronte del capitale/overlays, la banca ha indicato una distribuzione dividendi relativa all’esercizio 2022 in linea o migliore rispetto al 2021, pari a 3,7 miliardi di euro per uno yield totale al 15%. A sostegno del titolo in Borsa procede il piano di buyback di Unicredit. Al 4 novembre scorso, a partire dall’avvio della seconda tranche del programma di buy-back 2021 la banca ha acquistato un totale di 66.458.918 azioni, pari al 3,29% del capitale per un controvalore complessivo pari a 732.508.679,24 euro.

 

Figura 1

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Fabrizio Guidoni  collabora con Morningstar come data journalist. Ha una lunga esperienza sul mercato azionario italiano e sulla finanza sostenibile.

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