I numeri di Intesa Sanpaolo sono in linea con quelli dei maggiori istituti di credito del paese (link al pezzo DBRS): ricavi in aumento grazie alla risalita dei tassi di interesse e profitti in crescita.
Sul fronte dei ricavi si è registrato un incremento del margine d’interesse dell’8,2%, spinto dall’aumento del costo del denaro, in seguito all’inversione di marcia della politica monetaria intrapresa dalla Bce, ma anche dalla positiva evoluzione dei rapporti con la clientela e degli interessi sugli investimenti in titoli. Mentre le commissioni nette hanno evidenziato un calo del 4,5% a causa della elevata volatilità dei mercati finanziari che ha pesato sul comparto gestione, intermediazione e consulenza, il cui fatturato è sceso di oltre il 10%. In salita del 6,9%, invece, il risultato dell’attività assicurativa.
Per quanto riguarda i costi, alla riduzione delle spese amministrative (-3,2%), si è contrapposta la crescita di quelle legate agli ammortamenti e al personale. Il risultato è stata una contrazione dell’utile operativo del 12,7% rispetto al secondo trimestre e un’ascesa del rapporto cost-to-income (costi operativi/margine di interesse) al 52,6%.
L’esposizione al mercato russo
Nonostante il buon andamento della gestione operativa, i primi nove mesi del 2022 si sono chiusi con un utile netto consolidato di 3.284 milioni di euro, in flessione del 18% rispetto ai 4.006 milioni del 2021 a causa delle svalutazioni di attività legate ai business in Russia, riconducibili per la quasi totalità ad esposizioni creditizie, che ammontano complessivamente a 1.341 milioni di euro.
Il management ha precisato che il gruppo ha ridotto significativamente i rischi creditizi legati al conflitto russo-ucraino, in particolare nel secondo e terzo trimestre dell’esercizio, riducendo l’esposizione netta verso controparti residenti in Russia e Ucraina del 64% rispetto al 31 dicembre 2021.
Le prospettive future
In occasione della pubblicazione dei risultati del terzo trimestre, i vertici della banca hanno confermato gli obiettivi del loro piano industriale 2022-25: utile netto fissato a 6,5 miliardi di euro nel 2025 e a 4 miliardi di euro nel 2022, grazie al forte contributo dell’aumento dei tassi di interesse e alla riduzione dell’esposizione verso la Russia, e un Common Equity Tier 1 (indice di solidità patrimoniale calcolato come rapporto tra il patrimonio netto della banca e le attività ponderate per il rischio) superiore al 12% entro la fine del triennio.
Inoltre, il management ha confermato un payout ratio pari al 70% dell’utile netto consolidato in ciascun anno del piano triennale e la distribuzione di 1,7 miliardi di euro a favore degli azionisti tramite un piano di buyback avviato il 4 luglio e concluso l’11 ottobre 2022.
Sulla base di questi risultati e delle guidance sul margine d’interesse atteso nei prossimi anni, gli analisti di Deutsche Bank hanno alzato il target price di Intesa Sanpaolo a 2,9 euro, da 2,6 euro. Stessa valutazione anche per Equita Sim, che ha rivisto le sue previsioni sui conti della banca in seguito ai risultati del terzo trimestre superiori alle attese.
Green bond per 1 miliardo di euro
Sul fronte degli investimenti ESG, Intesa Sanpaolo ha perfezionato lo scorso settembre una nuova emissione di green bond (la quarta dopo quelle del 2017, 2019 e 2021) per un valore nominale di 1 miliardo di euro, con scadenza a cinque anni e destinata agli investitori istituzionali, che andrà a finanziare tutti i progetti green rientranti nelle categorie elencate nel Green Bond & Sustainability Framework della banca: energie rinnovabili, efficienza energetica, green buildings, clean transportation e circular economy.
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