Conviene investire nei titoli che pagano dividendo?

Insieme a David Harrel, curatore della newsletter Morningstar DividendInvestor, analizziamo la performance di questo segmento di mercato nel 2022 e le sue prospettive future.

David Harrell 24/11/2022 | 08:59
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Susan Dziubinski: Salve, sono Susan Dziubinski di Morningstar e oggi sono in compagnia di David Harrell, con cui discuteremo dei pro e dei contro che ci possono essere nell'investire in azioni che pagano dividendo durante le fasi di mercato ribassista e nei periodi di recessione. David, è un piacere averti come me oggi.

David Harrell: Anche per me.

Dziubinski: Iniziamo parlando un po' in generale, perché le azioni che pagano dividendo sono spesso indicate come investimenti difensivi? 

Harrell: Ci sono diversi motivi per cui i titoli che staccano cedola sono spesso considerati difensivi. Uno riguarda la qualità del business dell’azienda. Nella maggior parte dei casi, infatti, si tratta di società che hanno la forza finanziaria in termini di flussi di cassa e di utili per avere una politica di dividendo disciplinata, e spesso parliamo di aziende che operano in settori maturi come quello delle utility, dei beni di consumo difensivi, dell’energia, dell’healthcare. Un altro motivo è rappresentato dalla cedola stessa, poiché quando i prezzi delle azioni sono in calo, il reddito prodotto dal dividendo aiuta l’investitore a sostenere il rendimento del suo portafoglio.

C’è poi da chiarire una cosa: molti investitori pensano che i dividendi compensino la volatilità del mercato, ma non è così. Quindi, se hai un'azione il cui prezzo è sceso da 100 dollari a 90 dollari, ma ha pagato un dividendo di 5 dollari, non vuol dire che hai perso solo 5 dollari. Ciò che gli investitori a volte dimenticano è che quando le azioni staccano dividendo il loro prezzo di mercato viene effettivamente corretto al ribasso per l'importo esatto della cedola. In conclusione, i dividendi sono fantastici, ma non compensano le perdite nel modo in cui molti investitori pensano.

Per quanto riguarda il fatto che i dividendi siano o meno difensivi nella pratica, dipende. Amy Arnott, portfolio strategist for Morningstar, ha recentemente esaminato sei periodi di recessione dal 1980 ad oggi e quello che ha scoperto è che in tre di questi periodi le azioni con dividendo hanno sovraperformato il mercato e negli altri tre lo hanno sottoperformato. Quindi, per concludere il ragionamento, potremmo dire che sì, consideriamo questi titoli difensivi, ma non in tutti gli ambienti recessivi.

Dziubinski: Parliamo ora di come si sono comportati i titoli che pagano dividendo durante il mercato ribassista del 2022.

Harrell: Nel 2022, la macrocategoria delle azioni che pagano dividendo ha registrato ottime performance su base relativa, sia in termini di rendimento che in termini di volatilità mensile. Settembre è stato un brutto mese per le azioni statunitensi, in generale, mentre ottobre è stato positivo sia per il mercato Usa in generale che per i titoli da dividendo. Allo stato attuale delle cose, il mercato statunitense è in calo di quasi il 18% da inizio anno, mentre l’indice Dow Jones U.S. Select Dividend, composto da titoli che staccano cedola, ha ceduto poco meno di un punto percentuale. Quindi siamo davanti a un differenziale di circa 17 punti percentuali, che è davvero enorme. Quindi, nel 2022, le azioni con dividendi hanno sovraperformato.

Dziubinski: David, scomponiamo un po' questo rendimento. Ci sono settori particolarmente ricchi di dividendi che hanno contribuito maggiormente a questa differenza di rendimento?

Harrell: Certo. Come sapete, l'unico settore del mercato statunitense in attivo da inizio anno è l'energia. Credo che l’indice Morningstar US Energy Sector sia salito del 66% da inizio anno, e ci sono molte azioni che pagano dividendo in questo paniere. E poi ci sono altri settori ricchi di dividendi che hanno ottenuto buoni risultati su base relativa, anche se sono ancora in calo da inizio anno.

Negli ultimi dieci anni, il mercato azionario statunitense è stato trainato dalla performance dei titoli FAANG, società del segmento Internet o tecnologiche che non pagano dividendo. Durante questo periodo, è stato effettivamente difficile per indici specializzati su azioni da dividendo tenere il passo del mercato poiché nel loro paniere non sono presenti questi titoli. Quello che vediamo ora, invece, è qualcosa di completamente diverso. Meta Platforms, ad esempio, poco più di un anno fa aveva una capitalizzazione di mercato di oltre 1000 miliardi di dollari. Ora è scesa a meno di 300 miliardi di dollari. Gli enormi cali di alcuni di questi titoli FAANG stanno facendo crollare il mercato statunitense. Gli indici specializzati nel dividendo non possiedono questi titoli e penso che questo sia il principale fattore trainante della performance relativa dei titoli da cedola nel 2022.

Dziubinski: Ora, ci sono dei settori tipicamente generosi di dividendi che quest'anno hanno fatto fatica? 

Harrell: Certo. Prendiamo ad esempio le utilities, che spesso sono considerate un settore ricco di dividendi. Questo comparto ha dovuto fronteggiare due problemi: l'inflazione e i tassi di interesse. Le aziende di questo comparto, e in particolare nel segmento dei servizi regolamentati, non possono trasferire facilmente la crescita dell’inflazione sui propri clienti a causa dei prezzi regolamentati. Inoltre, queste società sono generalmente fortemente indebitate e per questo motivo hanno sofferto l’aumento dei tassi di interesse. Altri settori, come quello consumer defensive o salute, ad esempio, hanno sovraperformato il mercato in generale, ma sono ancora in perdita da inizio anno.

Dziubinski: Ora, dato che i tassi di interesse sono aumentati quest'anno, potrebbe sorprendere gli investitori che le azioni che staccano dividendo abbiano fatto così bene. In generale, si pensa che l'aumento dei tassi di interesse sia un fattore negativo per i titoli che staccano cedola perché in un contesto di questo tipo le obbligazioni possono risultare più attraenti. Cosa vuoi dire a riguardo?

Harrell: Certo. In generale, un contesto di bassi tassi di interesse è considerato favorevole per chi investe in azioni in generale, non solo per chi investe in titoli da dividendo. Quando, invece, i tassi sono in salita, o sono elevati, le azioni diventano meno attraenti. C'è sempre una parte di investitori che cerca un reddito corrente in un contesto di bassi tassi di interesse. Quindi, se non stanno ottenendo un rendimento soddisfacente dai loro investimenti in liquidità o nel reddito fisso inizieranno a considerare la possibilità di investire in un portafoglio di azioni che pagano dividendo che possono rendere il 3% o il 4%. Se invece abbiamo tassi di interesse elevati, le azioni da dividendo diventano meno attraenti. Il 2022, però, è una specie di paradosso: abbiamo visto salire i tassi di interesse, quindi, i rendimenti degli investimenti in liquidità e nel reddito fisso sono sicuramente più alti, ma il rendimento totale di questi strumenti non è stato affatto buono.

Dziubinski: Perché non è andata in questo modo nel 2022? Perché la risalita dei tassi di interesse non ha avuto un impatto significativo sulle azioni che pagano dividendo?

Harrell: Bene, alcuni colleghi del team Morningstar Indexes hanno pubblicato un articolo su questo e hanno scoperto che questa è una di quelle verità nel mondo degli investimenti che non è sempre vera. Se ad esempio guadiamo ai tassi di interesse negli anni ’70 negli Stati Uniti e in molti altri paesi nel resto del mondo, notiamo che in quegli anni erano molto alti, ma, ciò nonostante, le azioni che pagano dividendo hanno sovraperformato il mercato in quel periodo. Quindi, ancora una volta, questa potrebbe essere una di quelle verità che non è sempre vera, o almeno non lo è stata nel 2022.

Dziubinski: David, diamo uno sguardo in avanti. Alcuni esperti si aspettano che l'economia statunitense entri ufficialmente in recessione il prossimo anno. Altri si aspettano, invece, un atterraggio morbido. Parliamo un po' del ruolo svolto dalle azioni che pagano dividendo durante i periodi di recessione.

Harrell: Nessuno ha una sfera di cristallo, ma chiaramente lo stato dell'economia statunitense avrà un enorme impatto sui mercati azionari in futuro. Ma penso che sia importante considerare i vari scenari e come le diverse tipologie di azioni da cedola potrebbero comportarsi o reagire in modo diverso.

Ad esempio, se l'inflazione rimane alta, le aziende in grado di trasferire tali aumenti di prezzo ai propri clienti otterranno buoni risultati. Altre società, soprattutto quelle che operano in settori con strutture di prezzo più competitive, come quello delle telecomunicazioni, potrebbero non avere la stessa capacità di trasferire tali aumenti di prezzo.

In un periodo di recessione, invece, le aziende del settore utility, dell'healthcare e in generale quelle che offrono beni e servizi che le persone continuano a consumare anche quando l’economia è in contrazione potrebbero performare bene. Se poi gli aumenti dei tassi della Fed avessero l'effetto desiderato e l'economia dovesse stabilizzarsi, allora penso che anche aziende come banche e altre aziende dei settori ciclici potrebbero fare bene. Abbiamo davvero un ampio ventaglio di risultati possibili. Ma penso che quanto detto renda l'idea che se stai costruendo un portafoglio di dividendi, vuoi che sia costruito in modo tale da rispondere a ogni possibile scenario. 

Dziubinski: Infine, parliamo un po' del ruolo che giocano le valutazioni in tutto questo. In questo momento, i titoli energetici, ricchi di dividendi, sono sopravvalutati rispetto al fair value di Morningstar. Le utility sono un po' sottovalutate, ma non di molto. Quindi, quanto dovrebbero essere attenti gli investitori al prezzo che stanno pagando per garantirsi lo yield? 

Harrell: Ottima domanda, perché molto spesso succede che un investitore focalizzato sul reddito finisca per prendere una decisione di acquisto guardando solo allo yield. E questo può essere problematico per diversi motivi. Quando si tenta di costruire un portafoglio basato solo sul rendimento, ad esempio, si finisce molto spesso nel selezionare troppe azioni o avere una concentrazione molto elevata in un particolare settore o industria. Un altro problema è la cosiddetta trappola del dividendo. A volte succede di acquistare un titolo che ha uno yield molto elevato, perché il mercato sta già scontando un taglio della cedola che non è stato ancora annunciato. Quando poi questa riduzione si materializza in un secondo momento, l’investitore si ritrova con uno yield più basso e con un titolo svalutato rispetto al prezzo di acquisto. Ad ogni modo, bisogna sempre considerare la valutazione di mercato delle azioni che si acquistano. 

Penso che un'altra cosa da considerare per gli income investor sia anche il tipo di crescita dei dividendi che ci si aspetta dal titolo. Un modo per stimare il rendimento futuro delle azioni che pagano dividendo è sommare lo yield corrente al tasso di crescita atteso della cedola. Queste due percentuali insieme possono darci un'idea del rendimento totale futuro del titolo. E se il titolo è stato acquistato a sconto rispetto al fair value potremmo ottenere un extra-rendimento che si aggiunge a quella percentuale. 

Dziubinski: Grazie mille David. Hai fatto un’analisi molto interessante su come si sono comportate le azioni che pagano dividendo quest'anno e sulle cose che gli investitori dovrebbero considerare se decidessero di acquistare questo tipo di titoli nel nuovo anno. 

Harrell: Grazie per avermi ospitato. 

Dziubinski: Sono Susan Dziubinski. Grazie per la visione.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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