Hera cerca nuova energia per i conti investendo nell’idrogeno

La multiutility quotata in Borsa Italiana, con una capitalizzazione vicino ai 4 miliardi di euro, punta forte sugli investimenti, avviando anche una sperimentazione dell’utilizzo dell’idrogeno in una rete di distribuzione gas cittadina.

Fabrizio Guidoni 29/11/2022 | 09:35
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Archiviati i conti sui primi 9 mesi del 2022, Hera, la multiutility quotata in Borsa Italiana con una capitalizzazione vicino ai 4 miliardi di euro e specializzata nei servizi ambientali, idrici ed energetici con sede a Bologna, guarda al futuro con ottimismo. Se infatti i conti hanno mostrato uno stallo a livello di risultato netto, la società emiliana ha ben chiaro su quali percorsi operativi indirizzare il suo impegno per i prossimi esercizi, dove si sta facendo spazio una nuova carta: lo sviluppo dell’uso di idrogeno per uso civili.

I conti dei primi 9 mesi
Stando a quanto comunicato dalla società nei primi giorni di novembre, la multiutility ha archiviato i primi 9 mesi con un risultato netto di 248 milioni di euro, risultato in calo del 5,6% a confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente. I vertici di Hera hanno voluto precisare che questo risultato è stato condizionato da un tax rate del 28,5%, in rialzo rispetto all’analogo periodo del 2021, quanto era stato attorno al 26,2%. Il motivo di questo aumento del peso del tax rate è riconducibile principalmente alla contabilizzazione del contributo straordinario contro il caro bollette, calcolato pari a 2,3 milioni, e alla consuntivazione di minori benefici in relazione al credito d’imposta sugli investimenti relativi alla trasformazione tecnologica, digitale e ambientale.

In questo contesto il margine operativo lordo ha segnato invece un rialzo del 2,4%, attestandosi a 875 milioni di euro (+2,4%). È risultato in aumento anche l’indebitamento finanziario netto che a fine settembre 2022 era a 4,489 mld, rispetto ai 3,261 mld al 31 dicembre 2021. Il rapporto tra debito netto e margine operativo lordo si è così attestato a 3,62. Da sottolineare in positivo la forte crescita degli investimenti (+22,8%) arrivati a 463 milioni.

Gli obiettivi operativi
La strategia di Hera di rafforzamento dei conti si basa su diversi punti. Premessa la volontà di ottenere un contributo alla crescita da parte di tutti i principali business, la multiutility punta a un ulteriore sviluppo di iniziative a favore della transizione ecologica e di economia circolare. Viene inoltre ritenuto fondamentale la tenuta dei margini commerciali nell’area energy. Di rilievo anche la volontà di sostenere significativi investimenti operativi nelle reti a cui si aggiunge uno sforzo importante nello stoccaggio di gas, oltre al completamento di alcune operazioni di M&A. Il tutto deve poter contare su una solida base clienti del settore energy, pari a circa 3,5 milioni di unità.

 

Figura 1:


 

Una nuova spinta dallo sviluppo dell’idrogeno per usi civili
Ma Hera sta iniziando a puntare anche su un nuovo business, quello legato alla sperimentazione dell’utilizzo dell’idrogeno in una rete di distribuzione gas cittadina. Ha infatti mosso i primi passi a inizio novembre con un test pilota a Castelfranco Emilia (MO). In cosa ha consistito questo primo passo? L’attività ha visto l’immissione di una miscela di metano e idrogeno in una porzione dell’infrastruttura gas della città emiliana gestita da Inrete Distribuzione Energia, la società del gruppo Hera preposta all’attività di distribuzione del gas naturale e dell’energia elettrica.

Secondo quanto comunicato dalla multiutility, si tratta di un’iniziativa che è la prima di questo tipo in Italia e ha l’obiettivo di studiare soluzioni innovative per l’utilizzo dei green gas, vettori energetici a basso impatto ambientale che, a regime, potranno contribuire alle esigenze di decarbonizzazione del territorio, con importanti benefici per l’ambiente. Questa sperimentazione rientra nella più ampia strategia del gruppo Hera per lo sviluppo dell’idrogeno. Una strategia confermata anche dalla progettazione e realizzazione dell’unico contatore evoluto sul mercato italiano già abilitato a misurare miscele di metano e idrogeno:

"Il ruolo di early adopter ci consente di individuare soluzioni innovative per la gestione di vettori energetici alternativi e a più basso impatto ambientale e di contribuire alla decarbonizzazione del territorio, con importanti benefici per l’ambiente", ha spiegato Federico Bronzini, amministratore delegato di Inrete Distribuzione Energia. Che ha poi aggiunto: "L’idrogeno è un gas che è possibile produrre tramite processi industriali a km zero, e dunque la parziale sostituzione del gas naturale con questa risorsa contribuisce a ridurre la dipendenza energetica che caratterizza le fonti fossili tradizionali".

Novità sul fronte M&A
Come già detto l’attività di M&A è uno dei pilastri dei piani di sviluppo di Hera. E uno degli ultimi passi in tal senso, è stato fatto pochi giorni fa.  Tramite la controllata Herambiente servizi industriali (Hasi), la multiutility emiliana ha sottoscritto un accordo vincolante per una partnership di lungo termine che prevede l’acquisizione del 60% della società Acr, una delle maggiori realtà italiane nel settore delle bonifiche, nel trattamento di rifiuti industriali, nel decommissioning di impianti industriali e nei lavori civili legati all’oil&gas, con sede principale a Mirandola (Modena). Nella nuova società saranno fatte confluire anche alcune attività di bonifica e global service in capo ad Hasi. Secondo Hera, l’operazione dà vita al primo operatore nazionale nelle attività di bonifica e global service, con una presenza capillare in tutta la penisola italiana.

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Fabrizio Guidoni  collabora con Morningstar come data journalist. Ha una lunga esperienza sul mercato azionario italiano e sulla finanza sostenibile.

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