Energia eolica: l’Europa rischia di perdere la sfida con la Cina

Matthew Donen, analista azionario di Morningstar, fa chiarezza sulle dinamiche del settore dell’energia eolica e sui motivi che sono dietro alla crescente concorrenza dei produttori di turbine cinesi.

Francesco Lavecchia 29/11/2022 | 15:00
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Francesco Lavecchia: Buongiorno e benvenuti a Morningstar, io sono Francesco Lavecchia e oggi sono in compagnia di Matthew Donen, analista azionario di Morningstar. Con Matthew analizzeremo il settore dell'energia eolica in Europa. Buongiorno Matthew e grazie per essere qui.

Il settore dell'energia eolica sta andando molto bene e ha ottime aspettative di crescita per i prossimi anni. Nonostante questo, alcuni importanti player europei hanno registrato trimestrali deludenti. Come possiamo spiegare questo risultato?

Matthew Donen: Il motivo principale è legato alla elevata competizione che esiste tra i produttori di turbine eoliche. C'è pochissima differenziazione di prodotto tra una turbina eolica prodotta da Siemens Gamesa e una prodotta da Vestas, quindi, in fin dei conti, queste aziende competono sul prezzo. Questo si collega al secondo problema, ovvero che i clienti bloccano contrattualmente i prezzi per le loro turbine eoliche anni prima della consegna. Quello che è successo successivamente è che i prezzi delle materie prime, come rame e acciaio, sono saliti alle stelle e Siemens Gamesa e Vestas non sono stati in grado di trasferire questi costi ai propri clienti. Per questo motivo raccomandiamo agli investitori che vogliono prendere posizione sul settore dell’eolico di non farlo attraverso i titoli delle aziende produttrici di turbine, ma piuttosto di investente nelle utility e negli sviluppatori di progetti eolici.

Lavecchia: Se guardiamo ad alcuni dei principali produttori cinesi di turbanti come MingYang Smart Energy, vediamo che hanno registrato negli ultimi 4 anni una crescita media dei ricavi di circa il 50% e un margine operativo superiore al 10%. Come si spiega la differenza in termini di fondamentali tra le aziende europee e quelle cinesi e come, secondo te, le aziende europee possono colmare questo gap?

Donen: La crescita dei produttori di turbine eoliche è fortemente correlata alla velocità della transizione verso l'energia eolica delle regioni in cui operano. La crescita in Cina negli ultimi 10 anni è stata eccezionale ed è stata sostenuta dalla politica di sussidi governativi che sono scaduti nel 2020, per i progetti onshore, e nel 2021 per i progetti offshore. Quindi la domanda di turbine ha accelerato in questi anni perché gli sviluppatori si sono affrettati a costruire parchi eolici prima della fine di questi sussidi. In Europa sta avvenendo il contrario. La lunghezza e l’eccessiva burocrazia dei processi di autorizzazione ha rallentato la transizione verso l’energia eolica. Questo spiega il gap in termini di crescita. Relativamente alla redditività, i produttori cinesi si sono storicamente concentrati su turbine eoliche più piccole e meno potenti, cosa che ha permesso loro di standardizzare la produzione, a differenza di quanto avviene per i produttori occidentali. 

Lavecchia: Se guardiamo alla quota di mercato che le aziende cinesi stanno costantemente guadagnando nel mercato europeo, sembra che l'Europa stia rischiando di passare dalla dipendenza dal gas russo alla dipendenza dalla Cina nel campo delle energie rinnovabili. Quali potrebbero essere le implicazioni per l'indipendenza energetica europea e cosa dovrebbe fare l'UE per evitare tale rischio, se non è troppo tardi?

Donen: Questa è un'ottima domanda, infatti il CEO di Siemens Gamesa ha recentemente dichiarato di essere favorevole all’assegnazione di quote di produzione per mitigare la minaccia delle importazioni cinesi in Europa. Storicamente, la sovrapposizione del mercato europeo e di quello cinese è stata molto limitata a causa della superiore capacità delle turbine europee rispetto a quelle cinesi. Ma MingYang ha aumentato in maniera significativa la capacità delle sue turbine che ora sono in grado di competere con quelle europee in termini di energia prodotta e abbiamo visto recentemente alcuni progetti in Europa che hanno preferito optare per turbine cinesi, cosa che non si era mai verificata in passato. Quindi, il modo migliore che hanno i produttori europei di conservare le loro quote di mercato è quello di continuare a investire per mantenere questo vantaggio in termini di capacità delle loro turbine. Ma questo accadrà solo se i politici in Europa saranno in grado di accelerare il processo per la concessione dei permessi. In questo modo i produttori europei saranno in grado di crescere, di fare profitti e di reinvestire risorse nelle proprie capacità in modo da tenere a bada la concorrenza dei produttori cinesi. Ma sono d’accordo con te e credo che i produttori europei subiranno una crescente pressione da parte di quelli cinesi.

Lavecchia: Grazie mille Matthew per il tuo tempo. Per Morningstar, sono Francesco Lavecchia

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Vestas Wind Systems A/S12,79 EUR-1,84Rating

Info autore

Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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