Il Morningstar Rating ha lo scopo di individuare l’eccellenza. Nel corso del 2022 sono stati 73 gli Exchange traded fund domiciliati in Europa e registrati alla vendita in Italia che hanno ottenuto le cinque stelle (alcuni dei quali erano in precedenza sotto i tre anni di vita, quindi senza rating, la maggior parte invece aveva un giudizio inferiore alla fine del 2021).
Le cinque stelle vengono assegnate solo al miglior 10% dei fondi all’interno di ogni categoria in termini di Morningstar Risk-Adjusted Return (rendimento aggiustato per il rischio). Le categorie includono sia i fondi attivi sia quelli passivi.
Qui sotto la tabella con i primi 10 replicanti per patrimonio gestito tra quelli che hanno ottenuto le cinque stelle nel corso di quest’anno (i dati sono al 9 dicembre 2022).
Le categorie che hanno visto i maggiori cambiamenti sono state quelle azionarie (59 su 73) e in particolare quelle azionarie Usa large-cap blend (12 nuovi fondi a 5 stelle), azionarie globali large-cap blend (6), oltre ad alcune categorie settoriali, come cinque nuovi ETF a 5 stelle tra quelli esposti al settore dei beni e servizi di consumo, oltre a tre tra quelli focalizzati sul settore dell’healthcare, uno tra quelli dedicati all’industria dell’acqua e un altro a quella delle utility.
Lato obbligazionario, nel 2022 abbiamo visto 24 nuovi ETF a 5 stelle, di cui 5 esposti ai titoli di Stato Usa e altri 5 ai bond societari in dollari. Tre, invece, tra quelli esposti ai bond emessi in mercati emergenti, di cui uno in valuta locale.
Da notare poi anche come tra i 73 ETF, ce ne siano 17 di tipo Strategic beta, 16 azionari e uno a reddito fisso. Sono invece 23 i replicanti classificati come “sostenibili” dalla nuova regolamentazione europea SFDR (20 sotto l’articolo 8 e tre sotto l’articolo 9).
Di seguito, invece, elenchiamo i cinque ETF che hanno effettuato il maggior balzo possibile, passando dall’avere un Morningstar Rating di appena una stella a fine 2021 ad aver ottenuto le 5 stelle a dicembre 2022. Si tratta di quattro ETF obbligazionari corporate (due in dollari e due in euro) e di un ETF obbligazionario indicizzato all’inflazione in dollari.
Questo è dovuto soprattutto alla minor duration delle strategie floating-rate (che investono in titoli a breve scadenza) rispetto alle altre presenti in categoria, fattore che quest’anno – coi tassi d’interesse in salita – ha dato un solido vantaggio e ha permesso di sovraperformare di molto i propri concorrenti (in parte anche nel 2021).
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