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Piazza Affari, ecco quale sarà la rotta per il 2023

Dopo una sovraperformance nel 2022, le azioni italiane dovrebbero allinearsi al benchmark dei mercati sviluppati nel 2023 a fronte del bilanciamento in corso tra le deboli aspettative di crescita degli utili e le valutazioni che non appaiono care. Con attese positive per il settore finanziario.

Fabrizio Guidoni 13/12/2022 | 09:00
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Piazza-Affar

Con il 2022 in via di archiviazione, gli investitori rivolgono lo sguardo al futuro di Piazza Affari cercando di capire cosa riserverà loro il mercato azionario italiano nel 2023. Cosa aspettarsi dunque? Secondo quanto emerge dai commenti degli analisti degli uffici studi e delle case d’affari, il punto di partenza di tutte le valutazioni è che il 2022 delle Borsa Italiana, a quanto si sta vedendo nel trimestre conclusivo, potrebbe essere meno negativo di quanto appariva solo poco tempo fa. Se infatti a ottobre mostrava una perdita da inizio anno intorno al 25%, con il recupero visto in novembre il calo da inizio anno è arrivato ad essere inferiore al 10%, per poi assestarsi vicino a questi valori nelle ultime sedute. E ora cosa si aspettano gli esperti?

 

Il futuro a breve termine
Per quanto riguarda Piazza Affari, “dopo il recente rimbalzo del mercato, il posizionamento degli investitori ora è meno estremo e questo invita a una maggior cautela nel breve termine in assenza di segnali positivi sul fronte macroeconomico, dove i rischi, a nostro avviso, restano orientati al ribasso” spiegano da Equita Sim che hanno per ora una visione neutrale sull’azionario. Secondo gli analisti, se da un lato la minor pressione attesa sui tassi d’interesse è consistente con una stabilità dei multipli di mercato dopo il forte derating registrato da inizio anno, dall’altro lato i fondamentali risultano ancora di poco supporto, con bassa visibilità sulla profondità e durata del rallentamento economico in atto. "In termini di posizionamento – scrivono gli esperti di Equity sim -continuiamo a preferire i titoli di qualità rispetto ai ciclici, manteniamo un posizionamento neutrale sui finanziari e un leggero sovrappeso sulle utility”.

Uno sguardo verso l’orizzonte
A dare una visione di più lungo periodo sul mercato azionario in generale, e quello italiano in particolare, per il 2023 è Credit Suisse. Le attese degli esperti sono anche in questo caso per una performance deludente nella prima metà del 2023. Come mai? L’attenzione degli investitori resta orientata sul tema “higher rates for longer”. I settori con utili stabili, leva finanziaria bassa e potere di pricing registreranno risultati migliori. Ma quando si potrà essere più ottimisti? Secondo gli analisti, una volta che ci avvicineremo al punto di svolta per le banche centrali, i settori sensibili ai tassi di interesse con un orientamento alla crescita potrebbero diventare nuovamente più interessanti.

Di quale tinte sarà il futuro del mercato azionario tricolore?
Se questo appena descritto è il contesto di fondo, come sarà dunque il 2023 di Piazza Affari? Per Credit Suisse dopo una sovraperformance nel 2022, le azioni italiane dovrebbero allinearsi al benchmark dei mercati sviluppati nel 2023 in quanto le deboli aspettative di crescita degli utili sono bilanciate da interessanti valutazioni. Certo, un ruolo fondamentale lo avrà la dinamica del PIL italiano. La crescita italiana è stata sorprendentemente resiliente nei primi tre trimestri del 2022, ma ora sta rallentando drasticamente e gli analisti prevedono che l'economia italiana entri in una recessione a partire dal quarto trimestre di quest'anno. La crescita reale del PIL è destinata a scendere dal 6,6% nel 2021 al 3,7% nel 2022 e a -0,2% nel 2023. Questa frenata potrebbe dunque condizionare le azioni italiane, in primo luogo sulla prospettiva di aumento degli utili ridotto, che dovrebbe quindi risultare inferiore alla media dei mercati azionari internazionali, sulla scia appunto del forte peggioramento delle prospettive per consumatori e imprese. In secondo luogo, a influenzare le azioni italiane potrebbe essere la verifica sul campo di dividendi attesi inferiori alle previsioni, con dividend/yield che per di più si scontrano con i rendimenti elevati raggiunti dal mercato obbligazionario italiano.

I settori più caldi
La mappa dei settori più importanti non ha subito particolari variazioni nel corso del 2022, a parte una maggior enfasi sui titoli energetici. E così utility e soprattutto titoli finanziari condizioneranno ancora in maniera rilevante l’andamento degli indici principali di Piazza Affari.

Se ci si focalizza sui titoli finanziari, le attese degli analisti a cominciare da quelli di Credit Suisse sono concentrate sul fatto che il margine d’interesse guiderà gli utili a fronte dei rischi di recessione del Paese. “I titoli finanziari dovrebbero beneficiare molto dei tassi più alti, spingendo interessi attivi e utili, ma il rallentamento della crescita globale e i rischi di recessione richiedono una visione più bilanciata del settore nel 2023. Rispetto alle recessioni passate, appare più resiliente dato che le banche sono ben capitalizzate e meglio posizionate per affrontare la crisi, grazie a requisiti normativi e bilanci sani che offrono la possibilità di assorbire eventuali perdite. I fondamentali sono allettanti grazie alle basse valutazioni e al miglioramento degli utili favorito dai tassi più alti. Salvo una forte flessione, nel 2023 il settore dovrebbe ottenere buoni risultati”.

Gli energetici replicheranno il positivo 2022?
Il settore dell'energia ha brillato nel 2022, ma il 2023 si prospetta più difficile. Per gli esperti, infatti, la forte generazione di flussi di cassa e la disciplina del capitale offrono ancora margine, ma gli attuali prezzi energetici appaiono insostenibili. “Dal nostro punto di vista – commentano da Credit Suisse - l'offerta non OPEC continuerà ad aumentare e la domanda a rallentare. Nel 2023 gli utili dovrebbero quindi calare più che negli altri settori, salvo i materiali. I titoli di esplorazione e produzione saranno probabilmente i più vulnerabili, seguiti dalle società integrate di petrolio e gas. Meglio per attrezzature e servizi dato che le spese in conto capitale dovrebbero rimanere stabili. È probabile che le attività di estrazione e raffinazione siano ancora redditizie nel 2023”.

La resilienza delle utility al test degli aspetti regolatori
Nel 2022 il settore dei servizi di pubblica utilità è stato uno dei più resilienti, beneficiando delle condizioni di mercato avverse vista la sovraperformance dei difensivi. Ma cosa accadrà nel 2023? “Prevediamo che il contesto generale, con l’aumento dei rischi di recessione e il rallentamento della crescita, continui a favorire il settore nel 2023. Gli utili dovrebbero essere solidi, ma la valutazione elevata. Vi sarà sempre più attenzione ai rischi normativi e alla transizione alle rinnovabili in corso, dati i rischi di interruzione energetica persistenti”. Secondo gli esperti la performance del settore a Piazza Affari è in linea con il mercato azionario internazionale, ma una recessione o un rallentamento economico più forte del previsto farebbe propendere per una sovraperformance costante nel 2023.

E le small cap italiane come si comporteranno?
Mentre la gran parte degli uffici studi si concentra sui settori più rappresentati tra le big cap italiane, gli analisti di Mediobanca Securities hanno riservato attenzione anche alle small & mid cap italiane. Partendo dall’osservazione che la tornata di conti del terzo trimestre 2022 si è rivelata solida, hanno poi rivolto la propria analisi al 2023, evidenziando che restano delle incertezze. Fattori emersi nelle trimestrali come le incertezze macro indotte dalla persistente inflazione, i potenziali impatti da maggiori spese energetiche sulla redditività delle aziende e i consumi e le restrizioni in Cina legate alla pandemia hanno accentuato i timori degli esperti sull’outlook relativo alla crescita e alla redditività del 2023. Come riportato da alcune agenzie di stampa, dopo la diffusione dei conti chiusi al 30 settembre 2022, gli esperti hanno aggiornato le stime di utile per azione (EPS) 2022-2023, portandole a +3% per tutto il 2022 e 0% per il 2023, un dato che considera una crescita a due cifre per i segmenti Infrastrutture e Branded Goods, controbilanciata da un taglio a una crescita a una cifra nei settori Consumer e Industrial.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Fabrizio Guidoni  collabora con Morningstar come data journalist. Ha una lunga esperienza sul mercato azionario italiano e sulla finanza sostenibile.

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