Dall'euforia alle critiche. È la parabola degli investimenti sostenibili degli ultimi anni. Ora, gli investitori si chiedono quali siano le principali minacce nel 2023.
“Gli investimenti sostenibili e l’attenzione ai fattori ambientali, sociali e di governance sono diventati centrali negli investimenti negli ultimi anni. La rapida crescita è stata stimolata dalla necessità per gli investitori di considerare i rischi non finanziari posti da problemi che vanno dal cambiamento climatico all'esaurimento delle risorse naturali, alle condizioni dei lavoratori lungo tutta la catena di approvvigionamento, all'etica aziendale e alle disparità di ricchezza", afferma Jon Hale, direttore della ricerca sulla sostenibilità di Morningstar Sustainalytics in America.
“Viviamo in un'epoca di trasparenza e gli stakeholder chiedono più responsabilità alle aziende in questi campi. Sempre più risparmiatori vogliono che i loro investimenti facciano la differenza”.
Gli investimenti sostenibili non sono più una nicchia, ma hanno subito diversi attacchi nel 2022. Gli esperti di Morningstar hanno identificato sei principali minacce nel nuovo anno.
1) I movimenti anti-ESG
2) I passi indietro sul clima
3) Il greenwashing
4) Il declassamento dei fondi “dark green” (articolo 9 del regolamento SFDR)
5) La mancanza di standard nelle informazioni sulla sostenibilità
6) Le performance deludenti
1. I movimenti anti-ESG
Negli Stati Uniti, gli investimenti sostenibili hanno scatenato un uragano di critiche, con accuse che vanno dall'inganno e dall'inefficacia a un'agenda segreta per imporre al capitalismo e alla società i cosiddetti “woke value” (un termine gergale per indicare un attivismo progressista basato sulla convinzione di ingiustizie sistemiche negli Stati Uniti).
“Gli investimenti sostenibili potrebbero affrontare nuove sfide negli Stati Uniti a partire dal 3 gennaio, quando il Partito Repubblicano assumerà il controllo del Congresso degli Stati Uniti. Ciò potrebbe portare a udienze o altri tentativi di screditarli, inclusa, ad esempio, una proposta di legge, introdotta al Senato, per proteggere gli agricoltori dalle imminenti regole di trasparenza sul clima imposte dalla SEC (la Consob americana, Ndr)”, afferma Leslie Norton, direttore editoriale per la sostenibilità di Morningstar.
“La sostenibilità è stata nel mirino del Partito Repubblicano per tutto l'anno, con le critiche più forti arrivate da alcuni aspiranti candidati alla presidenza, tra cui il governatore della Florida, Ron DeSantis. In effetti, la Florida ha recentemente affermato che riscatterà 2 miliardi di dollari di asset gestiti da BlackRock (BLK), che è stato accusato di avere obiettivi diversi dal perseguire i rendimenti. BlackRock, a sua volta, ha condannato ‘iniziative politiche come questa che sacrificano l'accesso a investimenti di alta qualità e quindi mettono a repentaglio i rendimenti, il che alla fine danneggerà i cittadini della Florida’. Altri stati controllati dai repubblicani hanno già ritirato i soldi investiti presso BlackRock", aggiunge Norton.
Cosa succederà nei prossimi mesi? “La mia opinione personale è che ci sarà molto rumore e pochissima azione”, afferma David Sand, chief impact strategist di Community Capital Management. “Non riesco a immaginare un'interferenza legislativa nelle decisioni di gestione del portafoglio”.
“In effetti, pensiamo che i fattori ESG e gli investimenti sostenibili non siano a rischio, perché offrono una visione più completa dei rischi e delle opportunità. Basta guardare in Europa, dove gli investimenti sostenibili sono saldamente radicati”, conclude Norton.
Il dibattito è positivo e necessario per guidare la maturazione del settore, ma secondo Adam Fleck, responsabile strategie azionarie ESG di Morningstar, “la considerazione dei rischi e delle opportunità ESG finanziariamente rilevanti è una parte fondamentale della valutazione delle azioni di un'azienda”.
“Questo è vero, non importa da che parte soffino i venti del sentimento politico o della performance del mercato. Ma soprattutto, questa integrazione ESG differisce da una considerazione dell'impatto ESG, in base al quale gli investitori esprimono le loro preferenze attraverso scelte personali di investimento”.
Fleck invita a non confondere rischio e impatto. “Gli investitori che ritengono che l'uso dell'integrazione del rischio ESG dovrebbe generare un impatto sociale positivo sono destinati a rimanere delusi, mentre i critici che indicano le diverse preferenze tra i risultati dell'impatto come scusa per ignorare l'integrazione del rischio ESG lo fanno a proprio rischio e pericolo”.
2.Passi indietro sul clima
Quest'anno, COP27, la conferenza delle Nazioni Unite sul clima che siè tenuta a novembre a Sharm-El-Sheikh, è stata deludente. Fatta eccezione per l'impegno per un nuovo fondo per aiutare i paesi poveri per i danni legati al clima, non ci sono stati impegni su obiettivi ambiziosi come eliminare gradualmente tutti i combustibili fossili e raggiungere il picco delle emissioni globali entro il 2025.
Inoltre, sembra che nell'industria degli investimenti qualcosa stia scricchiolando nell'impegno per la lotta al cambiamento climatico e per l'adozione di pratiche sostenibili. Tra le cause ci sono la guerra in Ucraina e i tentativi di politicizzazione delle questioni ESG.
Negli ultimi mesi la crisi energetica ha aumentato la domanda di combustibili fossili e alcuni paesi hanno risposto con un incremento dell'uso di petrolio, gas e carbone. La priorità di molti governi è diventata quella della sicurezza energetica.
Cosa accadrà alla COP28 che si svolgerà nel petro-Stato degli Emirati Arabi Uniti nel 2023? Le lobby dei combustibili fossili alzeranno la voce? Gli esperti hanno affermato che sono necessari ulteriori progressi per raggiungere gli obiettivi dell'accordo di Parigi del 2012, ma dopo la COP26, le azioni per ridurre rapidamente gli impatti dei cambiamenti climatici hanno subito una battuta d’arresto.
“Guardando al futuro dell'energia, dobbiamo emettere molto meno carbonio rispetto a oggi. Affinché ciò avvenga, gli investimenti in fonti alternative dovranno aumentare in modo significativo nei prossimi anni. Allo stato attuale delle cose semplicemente non stiamo intaccando la traiettoria delle emissioni di carbonio, che continua la sua tendenza al rialzo quasi senza sosta”, afferma Michael Field, strategist di Morningstar.
3.Greenwashing e investimenti sostenibili
Quando le autorità tedesche hanno fatto irruzione in Deutsche Bank e nella sua società di gestione DWS nel maggio 2022, il greenwashing è passato rapidamente dall'essere solo una cattiva pratica di marketing a un enorme rischio legale. Sono esplose molte critiche ai comportamenti dei gestori di fondi (ma anche delle aziende) che sono fuorvianti per i clienti, in quanto vengono esagerati gli impegni sul fronte ambientale, sociale e di governance.
Gli organismi regolatori in molti paesi stanno cercando di affrontare questo problema e qualcosa potrebbe cambiare nel 2023. In Europa, l'ESMA (European Securities and Markets Authority) intende normare l'uso di termini ESG e di sostenibilità nei nomi dei fondi di investimento.
La FCA (Financial Conduct Authority) inglese ha pubblicato un documento di consultazione sui Sustainability Disclosure Requirements, basato su tre etichette (Sustainable Focus, Sustainable Improvers, Sustainable Impact), obblighi informativi sulla sostenibilità per tutti i prodotti e gestori e disposizioni anti-greenwashing. La Consob tedesca, invece, ha promesso di intensificare il controllo sui fondi ESG dopo le accuse contro Deutsche Bank.
“Navigare nel mercato dei fondi ESG e sostenibili rimarrà una sfida nel 2023 con l'intensificarsi delle accuse di greenwashing. Le autorità di regolamentazione sono determinate a reprimere le dichiarazioni fuorvianti per proteggere gli investitori finali. Ciò è ovviamente necessario per ripristinare la fiducia, poiché in questo momento c'è molto cinismo sui prodotti ESG”, afferma Hortense Bioy, Global Head of Sustainability Research di Morningstar.
4.Il declassamento dei fondi “dark green”
Dall'entrata in vigore nel marzo 2021 del Regolamento sull'informativa sulla finanza sostenibile (SFDR) dell'Unione europea, le società di gestione sono state obbligate a classificare i fondi venduti nell'UE come articolo 6, 8 o 9, a seconda dei loro obiettivi di sostenibilità.
Negli ultimi mesi, i gestori hanno lavorato per preparare l'implementazione degli standard tecnici normativi che entreranno in vigore a gennaio 2023. Tali standard richiedono ai gestori di divulgare nei documenti precontrattuali e nelle relazioni periodiche maggiori informazioni sull'approccio ESG dei loro fondi, sui rischi di sostenibilità e sull'impatto. In vista di questi nuovi adempimenti, alcuni gestori hanno rivisto la classificazione dei loro fondi e declassato i fondi dall'articolo 9 all'articolo 8. Nel 2023, altri prodotti sostenibili potrebbero subire un downgrade, a causa di regole più severe.
“I requisiti di informativa SFDR di livello 2 dovrebbero aiutare gli investitori a ottenere maggiore chiarezza sulle strategie ESG disponibili. I gestori patrimoniali, tuttavia, continueranno a operare in un contesto normativo incerto e in rapida evoluzione”, afferma Bioy.
“La fine del 2022 ha visto un'ondata gestori declassare i loro fondi dall'articolo 9 all'articolo 8. Ciò continuerà nel nuovo anno fino a quando la Commissione europea non chiarirà la definizione di investimento sostenibile. Sarà inoltre necessario fare luce sulle metodologie utilizzate per il calcolo dell'esposizione di un portafoglio agli investimenti sostenibili. Le diverse interpretazioni del regolamento SFDR rendono impossibile il confronto dei prodotti con riferimento alla loro percentuale di investimenti sostenibili”, precisa Bioy.
5. La mancanza di standard nelle informazioni sulla sostenibilità
Stabilire standard per la diffusione di informazioni sui prodotti ESG rimane una sfida nel 2023 e forse anche negli anni a venire.
“Quando si tratta di informazioni sui prodotti ESG, il regime più avanzato è quello europeo (SFDR), una componente chiave del più ampio piano d'azione dell'UE. Questo si applica ai prodotti domiciliati o distribuiti in Europa, ma quelli al di fuori dell'UE non sono vincolati dalle stesse regole, rendendo quasi impossibile il confronto diretto. È probabile che queste difficoltà si aggravino ulteriormente man mano che più paesi svilupperanno le proprie tassonomie e i propri quadri di classificazione, ciascuno con una serie unica di requisiti", afferma Andy Pettit, direttore della Policy Research di Morningstar EMEA.
“Le informazioni sui prodotti di investimento sono sempre variate notevolmente da mercato a mercato molto prima dell'incorporazione delle questioni ESG, ma hanno comunque beneficiato di un modo standardizzato di calcolo delle informazioni-chiave. Cose come le performance passate e i costi sono rimasti comparabili, il che è fondamentale per la comprensione da parte di tutti gli investitori”, continua Pettit.
“Se questa linea fosse seguita anche con riferimento alle principali metriche di sostenibilità e al loro calcolo, importerebbe meno quale tipo di documento viene utilizzato per presentare queste informazioni”.
6. Performance deludenti degli investimenti sostenibili
La performance dei fondi sostenibili potrebbero continuare a essere messa alla prova dalla situazione macro e dall'attuale crisi energetica.
"Nel 2022, la performance dei fondi sostenibili ha risentito degli alti prezzi dei combustibili fossili poiché i fondi ESG tendono ad essere sottopesati nelle società energetiche tradizionali, mentre sono sovraesposti al settore tecnologico", spiega Bioy.
“Gli investitori devono però ricordare che tutti gli investimenti possono attraversare periodi di sottoperformance. Le strategie sostenibili non sono diverse. Ma è importante concentrarsi sul lungo termine. La sostenibilità riguarda il lungo termine”, conclude Bioy.
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