Mentre analisti e gestori stanno condividendo le loro opinioni su come sarà l’andamento del mercato azionario italiano nel corso del 2023, applicando un preciso percorso di valutazione basato sui fondamentali del listino, Piazza Affari presenta agli investitori una serie di dossier caldi per il nuovo anno che potrebbero trasformarsi in eventi straordinari di investimento. Niente di troppo segreto, ma di sicuro molto scottanti sotto la brace dei valori fondamentali di Borsa. Tra i nomi più caldi spiccano il futuro di Tim, il proseguimento della fase di risiko nel settore bancario e le ipotesi di alcuni grandi manovre nella galassia Generali.
Tim in linea tra rete e piani degli azionisti
Che Tim sia uno dei dossier più bollenti tra questa fine del 2022 e la prima parte del 2023 non lo dimostra solo un newsflow molto ricco sul titolo negli ultimi mesi, ma anche lo stesso mercato. Basta pensare che in una seduta sottotono per Piazza Affari, come quella di lunedì 19 dicembre, il titolo è stato protagonista di un deciso balzo, con un guadagno di oltre il 4%, sulla scia di potenziali novità di natura straordinaria. Uno dei punti che più eccitano gli investitori è il futuro della rete nazionale di telecomunicazioni. Un tema che vede coinvolti proprio in questi giorni di vigilia del 2023 il governo e i maggiori azionisti di Tim, soprattutto Vivendi e Cdp.
L’impegno di governo sul dossier della rete è stato confermato dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, in occasione di un evento alla Stampa Estera. "Il governo lavora, oltre che con Cdp, con fondi internazionali interessati alla rete italiana", ha dichiarato Urso. "Il governo intende assicurarsi il controllo della rete fissa di Tim, asset ritenuto di importanza strategica, per creare un operatore nel settore della banda larga esclusivamente all'ingrosso. L'amministratore delegato (AD) di Tim, Pietro Labriola, ha incontrato i rappresentanti di Global Infrastructure Partners (Gip) per discutere di un potenziale investimento nella rete fissa da parte del fondo di infrastrutture". Va ricordato che anche il fondo statunitense Kkr, che già detiene una partecipazione nella rete ultimo miglio di Tim e che quest'anno ha respinto un tentativo di acquisizione totalitaria di Tim, ha recentemente rinnovato il proprio interesse per la rete fissa di Tim. Ma secondo fonti sempre riportate da Reuters Roma vuole anche scorporare Sparkle, società del gruppo attiva nel settore dei cavi sottomarini, data la sensibilità dei dati che trasporta, e metterla sotto controllo statale.
Certo, non sempre analisti e investitori la vedono allo stesso modo. Anche perché, come sottolineavamo sopra, i primi hanno un'ottica di valutazione sui fondamentali o su notizie concrete. Il mercato, si sa, guarda invece oltre, talvolta fin troppo avanti. Comunque sia, gli analisti hanno una visione più prudente su Tim, soprattutto per quanto riguarda gli esperti di Equita che hanno recentemente confermato rating hold sul titolo Tim. Per quanto riguarda le ultime indiscrezioni di stampa circa l'intenzione dei soci di procedere a una separazione dell'infrastruttura (NetCo) dai servizi (ServCo), gli esperti definiscono l'operazione né semplice né immediata e che richiede oltre a un equilibrio industriale anche un equilibrio finanziario, potendo quindi richiedere nuove risorse finanziarie. "Nelle nostre simulazioni – scrive Equita -, la cessione di NetCo da parte di Tim porterebbe a una struttura patrimoniale solida" per il gruppo, "in caso di valutazioni dell'asset almeno pari alla nostra valutazione di 18 miliardi. Vediamo invece un tema di eccesso di leva in NetCo/ServCo in caso di puro demerger, visto che non ci sarebbe un incasso da parte di Tim, e quindi se i soci volessero seguire questa strada sarebbe in effetti necessario secondo noi procedere con una ricapitalizzazione o con la monetizzazione di asset (Tim Brazil)".
A chi tocca dopo Bper-Banca Carige?
Che il settore finanziario resterà protagonista di dossier caldi anche nel prossimo anno, si è avuto conferma con la recente operazione Unicredit-Azimut, risultata inattesa dal mercato considerato la reazione rialzista in Borsa al momento dell’annuncio. L’istituto bancario di Piazza Gae Aulenti ha infatti comunicato l’avvio di una partnership con Azimut H. sul risparmio gestito con una newco.
Sotto i riflettori per il 2023 sono essenzialmente due temi, Mps e il terzo gruppo bancario del Paese, Banco Bpm. Sullo sfondo c’è il ruolo potenziale di un partner importante come Credit Agricole. In questi giorni i vertici di Bpm stanno valutando il tema dell’alleanza con il Credit Agricole nel campo del bancassurance. Non solo. Sempre per quanto riguarda il terzo gruppo bancario italiano, va ricordato che a pochi mesi di distanza dal rinnovo del consiglio di amministrazione, l’Agricole è primo azionista al 9,2%. Secondo MF-Milano Finanza, anche alla luce di un accordo sulle polizze, l'ipotesi più probabile è che i francesi appoggino la lista del Cda (consiglio di amministrazione, Ndr) che confermerà l’amministratore delegato, GiuseppeCastagna, con in parallelo la possibilità che il board potrebbe inserire nella rosa fino a due candidati graditi ai francesi. Il ruolo di Credit Agricole è però stato recentemente bilanciato nell’azionariato dall’ingresso di Enasarco nel capitale di Banco Bpm. L’acquisto a dicembre della Fondazione dell’1,97% dell''istituto con una procedura di reverse accelerated bookbuilding conclusa al prezzo 3,4 euro, con un premio dell’8% ai prezzi di quel momento di mercato e un esborso di circa 101,5 milioni, rappresenta un altro spunto di attenzione sul titolo da parte degli investitori.
Per quanto riguarda Mps, l’attenzione del mercato è scesa nelle ultime settimane dopo la conclusione del recente aumento di capitale. Ma il tema del futuro della banca senese resta caldo. Fitch ha alzato il rating a 'B+', con outlook stabile- Secondo l’agenzia di rating, le riduzioni dei costi in atto in Mps in combinazione con l''aumento dei tassi di interesse porteranno a una redditività più elevata e più sostenibile e compenseranno l''impatto del previsto deterioramento del contesto operativo italiano nel 2023. Per gli esperti, tuttavia, i rating di Mps riflettono la capitalizzazione della banca che rimane vulnerabile ai rischi di esecuzione sul suo rilancio commerciale e alle azioni legali pendenti.
L’M&A di Generali condiziona il futuro di Banca Generali
Mentre l'integrazione con Cattolica sta procedendo più rapidamente del previsto, con maggiore spazio per estrarre sinergie; per Generali, il tema del futuro di Banca Generali è da qualche settimana stato accantonato. Tornerà fuori nel 2023? Per ora la situazione vede uno stallo da quando il dossier Guggenheim, potenziale obiettivo di acquisizione per Generali, è finito su un binario morto. In effetti, il finanziamento dell’acquisizione del gruppo Guggenheim guidato dal patron del Chelsea, Mark Walter, sarebbe dovuto passare anche dalla valorizzazione del 50,17% di Banca Generali custodito nel bilancio del Leone. Tema, quello della cessione da parte di Generali di Banca Generali su cui potrebbe essere interessata Mediobanca, e che è ben visto da una parte rilevante degli azionisti.
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