Secondo i dati Morningstar, a dicembre, tra il miglior Exchange traded product (in termini di rendimento) e il peggiore ci sono circa 50 punti percentuali (prendendo in considerazione quelli registrati alla vendita in Italia ed escludendo i replicanti strutturati, cioè a leva o inversi).
Questi strumenti, essendo prodotti puramente passivi, riflettono nei loro movimenti l’evoluzione dei mercati, senza che la performance venga distorta dalle scelte (buone o cattive) di un gestore attivo.
I Top di dicembre
La Top 10 di dicembre dei fondi passivi quotati in Borsa, cioè gli Exchange traded products (ETP), è in gran parte dedicata al mondo dei metalli.
Al primo posto troviamo il WisdomTree Nickel - EUR Daily Hedged (ENIK), ETC coperto dal rischio di cambio ed esposto al nichel, metallo industriale usato come ingrediente dell’acciaio e nelle batterie, e utilizzato anche in altri settori, come quello della bigiotteria e dell’abbigliamento. È proprio la crescente produzione di batterie che dovrebbe spingere il prezzo del nichel (oltre a quello del litio, del cobalto e della grafite) per almeno il prossimo decennio.
Bene anche l’argento, salito di circa 7 punti percentuali, spinto dalla prospettiva di una Federal Reserve meno aggressiva nei prossimi mesi e dalle riaperture in Cina con la fine delle politiche Covid-zero. Inoltre, l’argento è una delle tre commodity su cui puntare nel 2023, secondo l’esperto Maurizio Mazziero: clicca qui per guardare la video intervista.
Infine, in un mese in cui il l’euro si è rafforzato verso il dollaro Usa (il tasso di cambio EUR-USD è passato da 1,05 a 1,08 tra l’inizio e la fine di dicembre), non stupisce che il podio sia composto da tre strumenti esposti a commodity (quindi asset negoziati in dollari), ma coperti dall'effetto valutario.
E i Flop
La classifica relativa ai replicanti che hanno perso di più nel mese di dicembre, invece, vede solo strumenti esposti a criptovalute e al gas naturale.
Da un lato continua l’effetto del collasso di FTX, piattaforma di trading di cryptocurrency con sede nelle Bahamas, che ha minato la credibilità dell’intero settore. Sam Bankman-Fried, il fondatore ed ex amministratore delegato di FTX, è accusato di frode e riciclaggio a seguito della bancarotta della piattaforma. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, Bankman-Fried si dichiarerà non colpevole all'udienza in calendario la prossima settimana.
La vicenda ha dato l’ennesimo duro colpo all’universo delle cripto, in particolare a Solana, da tempo sostenuta dallo stesso Sam Bankman-Fried – tanto da venire considerato quasi una sorta di garante del progetto. La stessa FTX aveva in pancia l’equivalente di 982 milioni di dollari in SOL lo scorso 10 novembre, come riportato dal Financial Times.
Intanto, il mese di dicembre ha visto anche una discesa dei prezzi del gas naturale. Sul mercato americano Henry Hub, sul quale gli ETC dedicati sono esposti, c’è stata una discesa del 27% nel valore spot a dicembre.
Sul mercato europeo del TTF, invece, il prezzo a megawattora è sceso da 140 a 76 euro tra il primo e il 30 dicembre. Una buona notizia, ma, come spiegato da Davide Tabarelli in un’intervista rilasciata a Morningstar prima di Natale, il 2023 si presenta ricco di insidie sul fronte energetico.
I migliori e i peggiori del 2022
Allargando lo sguardo all’intero anno passato, invece, con oltre 104 punti percentuali di performance, vince il premio di ETP più performante del 2022 (esclusi quelli a leva o inversi) il WisdomTree Heating Oil EUR (OD7I), replicante dell'indice Bloomberg Heating Oil Sub Total Return, il quale offre agli investitori un'esposizione al rendimento complessivo dei contratti future su Heating Oil (un sottoprodotto del petrolio simile al gasolio).
Oltre a questo ETC, ci sono poi ben quattro ETF esposti al settore energetico americano. I colossi energetici statunitensi (da Exxon Mobil Corp XOM a Chevron Corp CVX) sono stati infatti spinti dai forti rialzi delle commodity nel corso dell’anno passato.
Rendimenti superiori al 100% anche per i replicanti dell’MSCI Turkey. La Borsa di Istanbul ha raddoppiato il proprio valore nel 2022 grazie alla scelta non convenzionale di tagliare i tassi d’interesse, nonostante l’inflazione galoppante (oltre all’85% quella annuale).
In un contesto di tassi reali negativi, gli investitori domestici cercano rifugio dall’esplosione dei prezzi nei titoli azionari a buon mercato, facendo lievitare le quotazioni, soprattutto in valuta locale. Se analizziamo meglio i rendimenti dei titoli all’interno del paniere dell’indice Morningstar Turkey, ci accorgiamo che a spingere la Borsa di Istanbul sono stati i settori maggiormente sensibili al ciclo economico, come quello manifatturiero, dei beni di consumo, delle materie prime e dei servizi finanziari.
In linea generale, nonostante questo incredibile rally, i titoli turchi presentano ancora delle caratteristiche interessanti e le prospettive economiche di lungo periodo sono tutt’altro che fosche. Attenzione però, i pericoli non mancano: per approfondire le prospettive del mercato turco, clicca qui.
Tra le delusioni del 2022, invece, troviamo solo strumenti esposti a criptovalute e asset digitali. Il podio è interamente dedicato a Solana, che ha perso circa il 95% del proprio valore nel corso dell’anno passato.
L’analisi è stata realizzata con la piattaforma per professionisti finanziari Morningstar Direct. Clicca qui per saperne di più sulle sue funzionalità.
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