Unicredit convince gli analisti con un pieno di utili

L’annuncio di conti brillanti relativi al 2022 ha provocato un netto rafforzamento del giudizio e dell’attenzione del mercato sulle azioni del gruppo bancario. E nonostante il recente rally e l’esposizione alla Russia, per gli esperti c’è ancora spazio di crescita.

Fabrizio Guidoni 07/02/2023 | 10:18
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L’annuncio dei conti relativi al quarto trimestre 2022 e, di conseguenza, a tutto l’anno scorso ha provocato un netto rafforzamento di fondo del giudizio e dell’attenzione del mercato nei confronti di Unicredit. La forte reazione rialzista in borsa dimostra che gli investitori non solo hanno premiato quanto fatto dall’istituto finanziario nel 2022 ma soprattutto che si aspettano che la sua redditività continuerà a beneficiare fortemente dell'aumento dei tassi di interesse e delle iniziative di contenimento dei costi, elementi risultati tra i driver principali degli ottimi numeri di bilancio ottenuti nell’ultimo trimestre. Certo, qualche fattore di incertezza di fondo permane. Come segnalano gli analisti di S&P, il costo del rischio potrebbe superare la guidance della banca di 30-35 punti base dato il deterioramento del contesto macroeconomico e l’esposizione alla Russia che peserà sulle perdite su crediti: l’esposizione di Unicredit verso la Russia, sebbene in calo, è rimasta considerevole a circa 5,3 miliardi di euro lordi.

Quello che dicono i numeri

Per dirla come ha affermato l'amministratore delegato, Andrea Orcel, nel commentare i conti, il 2022 è risultato il migliore anno degli ultimi dieci. Un risultato ben fotografato dai numeri e che ha spinto i vertici dell’istituto di Piazza Gae Aulenti a premiare gli azionisti sul fronte dividendi e tramite un piano di riacquisto di azioni proprie.

Ma cosa dicono i numeri? Il gruppo bancario ha registrato nel quarto trimestre un utile netto di 1,4 miliardi di euro, in crescita del 7,9% su base trimestrale, e nel 2022 un risultato netto di 5,4 miliardi, ben superiore alla guidance. I ricavi netti si sono attestati a 4,7 miliardi nel quarto trimestre 2022 (+11,4% trim/trim e +34,9% a/a), e a 18,1 miliardi nel 2022, in rialzo del 14,7% su base annua. Da sottolineare il livello del Cet1 ratio di gruppo che nel quarto trimestre 2022 è risultato al 16%, in rialzo di 97 punti base rispetto a un anno prima. Il top management ha proposto una distribuzione agli azionisti di 5,25 miliardi di euro in crescita di 1,5 miliardi (+40%) rispetto all’anno precedente, con una proposta di dividendo in contanti di 1,91 miliardi e di riacquisto di azioni proprie per 3,34 miliardi.

Il boom dei conti fa decollare il titolo

Nel complesso, l’annuncio di risultati di bilancio molto forti ha dato una forte accelerazione al titolo Unicredit. Nella settimana in cui sono stati comunicati i risultati, diffusi martedì 31 gennaio, i prezzi hanno messo a segno un rialzo di oltre 13 punti percentuali. Gli investitori, sorpresi dai numeri diffusi dalla banca, sono subito corsi ad aumentare la quota del titolo nei portafogli. Un movimento ampio nel rialzo delle quotazioni ma anche intenso nella forza come dimostrato dai livelli dei volumi. Basti pensare che nella giornata dell’annuncio dei risultati sono state scambiate oltre 66 milioni di azioni a fronte di volumi che nei giorni precedenti di gennaio non hanno mai toccato quota 20 milioni.

Il rialzo della guidance

Ma cosa ha soprattutto esaltato investitori e analisti nei conti di Unicredit? La grande differenza rispetto alle attese e la possibilità che le cause di questo eccezionale risultato si possano mantenere solide anche nel corso di tutto il 2023.

In generale, il risultato netto del quarto trimestre ha superato più del doppio il consenso del mercato. Tra le voci più apprezzate, arrivate in un periodo di quotazioni ancora relativamente basse, il forte net interest income, la dinamica dei costi operativi e quello degli accantonamenti relativo alle perdite su crediti. Gli esperti hanno dunque letto i conti del quarto trimestre 2022 come un proseguimento del trend iniziato nel secondo trimestre dello scorso anno.

Inoltre, proprio la guidance sul 2023 di Unicredit risulta essere del 40% oltre il consenso del mercato. Gap che ha attivato un movimento ampio di revisione al rialzo del consenso stesso da parte di pressoché la totalità delle case d’affari.

La corsa degli analisti ad alzare il target price

Dopo la pubblicazione dei conti di Unicredit, tutti gli analisti sono corsi a rifare le stime sui numeri dei prossimi anni. Ed è stato un movimento pressoché unico al rialzo. Tra chi è particolarmente ottimista sul titolo ci sono gli analisti di Jefferies, che hanno alzato fino a 24,5 euro il prezzo obiettivo e migliorato le stime di utile del 25% sul 2023 e del 9% sul 2024, e quelli di Ubs, che hanno elevato il target price a 24 euro oltre ad alzare del 15-20% le stime sui prossimi risultati.

Da Equita Sim, nel proiettare al rialzo il prezzo obiettivo di Unicredit da 15,6 a 23,5 euro hanno in particolare sottolineato che sono emersi spunti positivi dalla call di presentazione dei conti, tali da confermare l'ottima capacità di generare capitale e remunerare gli azionisti. “A seguito dei forti risultati del quarto trimestre 2022 e della guidance al 2023, alziamo le stime di utile netto 2023 del 37% a 5 miliardi, leggermente al di sotto della guidance per approccio più prudente su commissioni, trading e costi operativi". La previsione di Equita sull’utile netto 2024 sale del 15%. "Nel periodo 2023-2025, vediamo spazio per una distribuzione complessiva superiore a 15 miliardi di euro, cioè circa 43% della capitalizzazione di mercato". Da parte loro gli analisti di Intesa Sanpaolo hanno alzato il prezzo obiettivo su Unicredit da 19,3 a 21,5 euro e aumentato le stime di Eps, l’utile per azione, del 25% per l’anno in corso e del 15% per il 2024.

Quali le prospettive dopo il recente rally?

Ma il recente rally fino a che punto ha già esaurito le potenzialità di rialzo del titolo? Una risposta arriva dagli esperti di Deutsche Bank e da Barclays. I primi, nel commentare l’andamento di Unicredit, hanno sottolineato che nonostante la notevole performance del titolo messa a segno da inizio anno e dopo il +12% di martedì 31 gennaio viene confermato il rating buy. I motivi sono diversi: “Tra le banche europee su cui abbiamo copertura è quella che offre la più alta remunerazione organica degli azionisti nel 2023, il titolo scambia ancora a una valutazione bassa rispetto al settore, ha un CET1 ratio che la posiziona tra i migliori”. E non è tutto. Per gli esperti la guidance sul 2023 è prudente, soprattutto riguardo il net interest income. Una situazione per cui sono state anche migliorate le stime 2023-2025 in media del 9%, con un’attesa di un utile netto 2023 di 5,4 miliardi di euro. 

Da parte sua Barclays, oltre ad alzare a overweight il giudizio su Unicredit e le relative stime di Eps adjusted dell’11% sul 2023 e del 4% sul 2024, ha tenuto a spiegare: “La reazione del titolo da inizio anno è stata significativa, ma pensiamo che i piani di distribuzione del capitale di Unicredit e la flessibilità strategica continueranno a essere un fattore di sostegno in futuro”.

Leggi anche: Le banche europee sono ancora un'opportunità di investimento?

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Fabrizio Guidoni  collabora con Morningstar come data journalist. Ha una lunga esperienza sul mercato azionario italiano e sulla finanza sostenibile.

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