Il 24 febbraio 2022, la Russia invadeva l’Ucraina e poche settimane dopo era già chiaro che non sarebbe stata una guerra-lampo.
Sui mercati finanziari, il nervosismo fu immediatamente palpabile, perché il conflitto portava con sé numerosi rischi e incertezze. L’Europa avrebbe dovuto prepararsi a una crisi energetica, per l’elevata dipendenza dalle forniture di gas russo. Avrebbe dovuto anche mettere in conto l’aumento dei prezzi delle materie prime, compresi il petrolio e il grano, con conseguenze sull’inflazione.
Per la Banca centrale europea si aprivano due strade: il rialzo dei tassi di interesse per raffreddare i prezzi, che è stata la direzione seguita nell’ultimo anno; oppure il posticipo delle strette monetarie per evitare un brusco rallentamento dell’economia, con il rischio, però, che l’inflazione finisse fuori controllo.
In base alle ultime previsioni della Commissione europea, la regione dovrebbe evitare la recessione, anche se restano numerosi fattori negativi come l’inflazione elevata che erode il potere di acquisto delle famiglie e il proseguimento delle strette monetarie che gravano sull’attività delle imprese, frenando gli investimenti.
Le incognite sulla crisi del gas
I prezzi all’ingrosso del gas sono scesi e i Paesi europei hanno spinto sulla diversificazione delle fonti energetiche, allontanando i rischi di un vero e proprio razionamento, grazie anche a un inverno piuttosto mite. Tuttavia, restano le incognite sul prossimo anno, dato che il gas arriverà in Europa sempre più su nave e sempre meno via tubo, ponendo domande sulla capacità di rigassificazione locale e sulla concorrenza della Cina.
Quale sarà il destino dei fondi azionari Russia
La guerra in Ucraina ha avuto effetti sulla Borsa di Mosca e sul rublo e ha costretto molti gestori a sospendere o liquidare i fondi specializzati sulla Russia o con una forte esposizione ad essa. Non si è trattato, però, di un vero e proprio terremoto per gli investitori, perché l’esposizione era bassa e dal 2017 la raccolta netta annua di questi strumenti era sempre stata negativa. In ogni caso, secondo le stime Morningstar, all’inizio del 2022 c’erano circa 5,3 miliardi di euro nei fondi azionari Russia e c’è il rischio che gli investitori debbano prepararsi ad azzerarli, dato che Mosca ha chiuso le porte agli operatori “non amici”.
Le sfide per gli investitori sostenibili
Ma l’invasione russa in Ucraina ha avuto un impatto anche sulle politiche ambientali e sostenibili. La priorità di molti governi è diventata la sicurezza energetica, con conseguente ritorno alle fonti fossili e alla riapertura del dibattito sul nucleare, che è culminato con il suo inserimento nella Tassonomia delle attività sostenibili.
La guerra ha riportato in auge anche il tema dell’esposizione degli investimenti sostenibili all’industria della difesa, in un anno in cui gli stati hanno dovuto ripensare le loro strategie militari e i titoli del settore si sono impennati.
Ma cosa è cambiato veramente sui mercati a un anno dall’invasione russa in Ucraina? Abbiamo cercato di rispondere a queste domande con analisi e commenti da parte del team editoriale europeo di Morningstar.
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