Come si comporteranno le grandi compagnie petrolifere nel 2023 nel loro percorso che dovrà portarle a raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra e a finalizzare gli investimenti nelle energie green? Queste sono domande rilevanti per gli investitori che vogliono ancora inserire in portafoglio oil company integrate, cioè aziende che non si occupano solo di estrazione e stoccaggio di petrolio e gas, ma anche delle attività di raffinazione di prodotti finali e della vendita.
Se guardiamo alle valutazioni di mercato, spiccano le società americane Chevron ed ExxonMobil. Complessivamente, il settore energetico negli Usa ha performato molto bene lo scorso anno, il Morningstar US Energy Index ha registrato un rendimento del 62,5% e le azioni delle due compagnie petrolifere hanno ritoccato i loro massimi storici.
Tuttavia, se si considera il loro fair value si nota come i due titoli siano sopravvalutati dal mercato. Le azioni Chevron CVX sono scambiate attorno ai 160 dollari, a fronte di un fair value che è di 149 dollari. Mentre quelle ExxonMobil XOM sono negoziate a un premio di circa il 10% rispetto al fair value di 102 dollari.
Le aziende europee hanno piani più ambiziosi
Nei prossimi cinque anni le compagnie energetiche europee investiranno molto più denaro rispetto ai competitor americani in attività a basse o zero emissioni: il 20% del loro budget contro il 10% delle aziende statunitensi. Inoltre, la maggior parte delle società petrolifere del Vecchio continente si è impegnata a raggiungere l’obiettivo di zero emissioni entro il 2050. Target, questo, che comprende anche le emissioni Scope 3, ovvero quelle rilasciate durante l'utilizzo del prodotto finale - si pensi, ad esempio, alle emissioni di un'auto che funziona a benzina o a diesel.
Secondo gli analisti di Morningstar, però, gli sforzi compiuti dalle compagnie petrolifere europee non sono stati premiati in Borsa. In base alle loro stime, infatti, la britannica BP. e la norvegese Equinor EQNR sono pesantemente sottovalutate rispetto al loro fair value.
Figura 1
Quali cambiamenti potrebbe portare la guerra?
Probabilmente la guerra non produrrà cambiamenti significativi. “Le aziende europee che investono in attività a basse emissioni di carbonio hanno in gran parte mantenuto intatti i loro piani. Anche se potrebbe esserci un'accelerazione nell'installazione di energia rinnovabile, non credo che essa sarà guidata dalle compagnie energetiche che, al contrario, sono costrette a mantenere una gestione disciplinata del capitale di fronte alla pressione degli investitori”, dice Allen Good, analista azionario di Morningstar. Potrebbe essere vero, invece, il contrario: il 7 febbraio, infatti, BP ha dichiarato che ridimensionerà i piani per ridurre la produzione di petrolio e gas entro il 2030, riducendo di fatto anche i programmi per ridurre le emissioni di carbonio.
L’azienda britannica si era precedentemente impegnata a tagliare le emissioni del 35-40% entro la fine di questo decennio. Ma all'inizio di febbraio ha modificato il suo obiettivo affermando che ora punta a un taglio del 20-30%. “Nel quarto trimestre, BP ha riportato utili che hanno superato le aspettative del mercato, ma il rally delle azioni è con maggiore probabilità attribuibile alla nuova strategia annunciata dal management. Forse il mercato ha festeggiato l'annunciata crescita degli investimenti in petrolio e gas e l'aumento degli obiettivi di produzione a lungo termine”, continua Good.
Emissioni Scope 3
Qual è la situazione delle compagnie petrolifere statunitensi? Chevron ed Exxon si sono impegnate a raggiungere l'obiettivo di zero emissioni nette entro il 2050, ma escludendo le emissioni Scope 3. Chevron persegue questo risultato solo per le attività upstream, ovvero quelle che riguardano la fase in cui i giacimenti vengono scoperti e sviluppati, ma non per quelle relative al trasporto di petrolio tramite oleodotti, alla raffinazione e alla sua distribuzione.
In media, però, il 90% delle emissioni totali dei prodotti petroliferi viene rilasciato durante la fase Scope 3, ovvero quando petrolio e gas vengono bruciati. Questo significa che un'azienda può ridurre a zero le emissioni Scope 3 solo se espande il proprio business ai prodotti derivanti da combustibili non fossili.
È stata questa la strada intrapresa dalle compagnie petrolifere europee che, a differenza dei loro competitor americani, hanno investito molto nella produzione e nella vendita di energia da fonti rinnovabili o nella fornitura di prodotti e servizi a basse emissioni come le stazioni di ricarica per le auto elettriche o i negozi delle stazioni di servizio.
Nel frattempo, le aziende dall’altra parte dell'Atlantico - ExxonMobil, Chevron e Petrobras - stanno cercando di rendere meno inquinante il loro core business intorno ai combustibili fossili.
Molte acquisizioni
Un modo per raggiungere gli obiettivi sulla riduzione delle emissioni è quello di acquisire imprese sostenibili. E il valore di tali accordi è aumentato notevolmente negli ultimi due anni, secondo gli analisti di Morningstar.
La tabella sottostante non solo evidenzia il valore delle transazioni, ma anche le differenze nelle strategie tra le aziende europee e quelle americane: le prime concentrano le loro acquisizioni nelle attività di produzione di energia rinnovabile, le seconde nei biocarburanti (diesel sostenibile).
Figura 2
Emissioni più basse: Equinor
La tabella sottostante mostra le performance delle aziende in base a sei parametri. Sulla base di questi dati, Equinor è quella che mostra il valore più basso di emissioni, mentre Exxon, Repsol e Petrobras presentano i valori più alti relativamente a molti parametri, anche se questi dati si spiegano con il diverso asset mix delle aziende.
Figura 3
Il livello di emissioni di una compagnia petrolifera non è di per sé un motivo per cui Morningstar preferisce o meno un'azienda. Tuttavia, gli analisti monitorano regolarmente come si sono sviluppate le emissioni nelle sei aree menzionate e analizzano gli eventuali progressi o arretramenti. La loro conclusione è che la maggior parte delle compagnie petrolifere ha compiuto importanti passi avanti nella riduzione delle proprie emissioni nel 2021, rispetto all'anno precedente.
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