Un anno di guerra in Ucraina: focus sulle materie prime

Il conflitto in Ucraina ha influito sui prezzi delle commodity, ma non è l'unico fattore da tenere in considerazione.

Fernando Luque 24/02/2023 | 08:49
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Commodity

Come si sono comportate le materie prime dopo un anno di guerra in Ucraina? Ovviamente il conflitto militare è solo una delle componenti che hanno influenzato e continueranno a influenzare i prezzi delle commodity. I rialzi dei tassi di interesse, la possibilità di una recessione, la forza o la debolezza del dollaro e la riapertura della Cina sono elementi che hanno innegabilmente un impatto sui prezzi di praticamente tutte le materie prime.

Di seguito, esaminiamo il comportamento delle principali materie prime dall'inizio del conflitto alla fine di febbraio 2022.

Come mostra il grafico sottostante, negli ultimi 12 mesi le commodity sono scese (i rendimenti nel grafico sono misurati in dollari), con i cali più marcati segnati dalle materie prime energetiche e dai metalli industriali.

 

 

Metalli preziosi

L’elemento che ha maggiormente influenzato i metalli preziosi, soprattutto l'oro, è l'inasprimento delle politiche monetarie da parte delle banche centrali, in particolare della Federal Reserve, che ha spinto al rialzo i rendimenti dei Treasury. Negli ultimi mesi, però, la moderazione dei tassi d'inflazione ha rafforzato il consenso del mercato sulla possibilità di un rallentamento del ritmo dei rialzi dei tassi da parte della Fed, aumentando la fiducia degli investitori nell’oro, che è salito da novembre.

Questo contesto ha influenzato anche l’argento, che però, essendo un metallo utilizzato nell'industria, ha risentito delle restrizioni imposte dalla Cina e dei timori di una recessione globale. Ma l'abolizione definitiva delle restrizioni in Cina e la possibilità di un atterraggio morbido dell'economia statunitense potrebbero favorire ulteriormente la ripresa dell’argento.

 

 

 

Metalli industriali

L’inasprimento della politica monetaria negli Stati Uniti e in Europa non è stato un fattore positivo per le materie prime industriali, ma da novembre il sentiment del mercato ha iniziato a cambiare e le aspettative di consenso indicano tassi di inflazione più bassi e una moderazione dei rialzi dei tassi di interesse, almeno negli Stati Uniti, il che ha favorito i prezzi dei metalli industriali.

Va inoltre notato che i metalli industriali sono correlati all'attività manifatturiera in Cina (Pechino, ad esempio, è il maggior consumatore mondiale di rame) e la riapertura del Paese potrebbe fornire un vento di coda per queste materie prime.

 

 

 

Materie prime energetiche

I prezzi del gas naturale negli Stati Uniti sono ora ben al di sotto dei livelli visti poco prima della guerra in Ucraina (i prezzi del gas naturale negli Stati Uniti non sono necessariamente rappresentativi dei prezzi mondiali del gas naturale e la guerra in Ucraina ha influenzato maggiormente i prezzi del gas naturale in Europa). Ma perché i prezzi del gas naturale sono scesi così tanto? La risposta risiede in gran parte nel clima. Sia gli Stati Uniti che l'Europa hanno avuto inverni insolitamente caldi. Sebbene in alcune regioni si siano verificati bruschi cali di temperatura, questi sono stati di breve durata. Il gas naturale viene utilizzato principalmente per il riscaldamento e per la produzione di energia elettrica.

D'altra parte, l'Europa ha compiuto uno sforzo notevole per riempire la propria capacità di stoccaggio di gas naturale per l'inverno e ridurre la propria domanda di energia, con l'obiettivo concordato all’interno dell’Unione Europea di ridurre la domanda di gas del 15% tra agosto 2022 e marzo 2023. Di conseguenza, l'Europa non dovrebbe avere bisogno di importazioni di gas naturale dagli Stati Uniti per sostituire le forniture russe, come si temeva nel 2022.

C'è un altro fattore che sta influenzando i prezzi del gas naturale statunitense: il fatto che il più grande terminale di gas naturale liquefatto (GNL) degli Stati Uniti (Freeport), responsabile di circa il 20% delle esportazioni di gas naturale del Paese, è fuori servizio dal giugno 2022 a causa di un incendio e la sua riapertura è stata costantemente ritardata.

 

 

Materie prime agricole

La Russia e l'Ucraina sono esportatori chiave di materie prime agricole. Nel 2021, la Federazione Russa o l'Ucraina (o entrambe) si sono classificate tra i primi tre esportatori mondiali di grano, orzo, mais, colza e olio di colza, semi di girasole e olio di girasole. Entrambi i Paesi sono importanti fornitori di alimenti e fertilizzanti per i mercati mondiali. Queste elevate concentrazioni potrebbero aumentare la vulnerabilità di questi mercati agli shock e alla volatilità.

La guerra ha aggravato le tensioni esistenti sul mercato delle materie prime agricole. Dalla fine del 2021, i prezzi di materie prime come cereali e oli vegetali hanno raggiunto livelli record. Ora, l'invasione delle forze russe in Ucraina ha fatto salire ulteriormente i prezzi. Ciò ha colpito in particolare i Paesi più dipendenti dalle importazioni da Mosca e Kiev.

L’interruzione delle esportazioni dalla regione del Mar Nero e i prezzi elevati stanno ulteriormente destabilizzando la sicurezza alimentare del Medio Oriente e del Nord Africa, che dipendono fortemente dal grano russo e ucraino. Tuttavia, si prevede che la domanda globale di grano sarà soddisfatta nella stagione in corso, poiché Paesi come l'Australia, il Brasile e gli Stati Uniti aumenteranno le loro esportazioni per colmare il vuoto lasciato da Russia e Ucraina.

Il rischio è che, se la guerra manterrà alti i prezzi del petrolio e continuerà a limitare le esportazioni di entrambi i Paesi oltre la stagione 2022/23, rimarrà un considerevole divario di offerta nei mercati mondiali dei cereali, anche se altri Paesi esportatori aumentassero la produzione in risposta ai prezzi più alti.

I prezzi sono infatti diminuiti grazie all'accordo sul grano raggiunto tra Russia e Ucraina in agosto.

 

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Fernando Luque

Fernando Luque  es el Senior Financial Editor de www.morningstar.es

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