Secondo le stime preliminari di Istat rese note giovedì 2 marzo, nel mese di febbraio l'indice nazionale dei prezzi al consumo ha registrato un aumento dello 0,3% su base mensile e del 9,2% su base annua, dal 10,0% del mese precedente.
Il rallentamento del tasso di inflazione si deve, in primo luogo, all'accentuarsi della flessione su base tendenziale dei prezzi dei beni energetici regolamentati, dal meno 12,0% al meno 16,7%, e alla decelerazione di quelli degli energetici non regolamentati, passati dal 59% a quasi il 41%.
L'accelerazione si è registrata nei prezzi degli alimentari sia lavorati - passati dal 14,9% al 16,2% - sia non lavorati, dall'8,0% all'8,4%.
A febbraio, secondo le stime preliminari, si consolida la fase di rapido rallentamento dell'inflazione (scesa al 9,2%). La flessione è frutto dell'attenuazione delle tensioni sui prezzi dei Beni Energetici, sia della componente regolamentata sia di quella non regolamentata. Tuttavia, si mantengono le spinte al rialzo dei prezzi nel comparto dei Beni alimentari, lavorati e non, dei Tabacchi e dei Servizi, tutti in accelerazione tendenziale", commenta Istat nella nota diffusa.
"Come conseguenza di tali andamenti, si accentua la crescita su base annua della componente di fondo con il 6,4% e quella del cosiddetto "carrello della spesa", che risale al 13,0%, dopo il rallentamento osservato a gennaio", ha concluso la nota diffusa da Via Cesare Balbo.
Di Maurizio Carta, Alliance News reporter
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