Cosa ci insegna la crisi di Credit Suisse

Perché il salvataggio della banca svizzera penalizza i titolari di obbligazioni AT1 e salva gli azionisti? Con Elisabeth Rudman di Morningstar DBRS e con Johann Scholtz di Morningstar spieghiamo cosa è successo e quali potrebbero essere le conseguenze in futuro.  

Lukas Strobl 20/03/2023 | 16:51
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Lukas Strobl: I 167 anni di storia di Credit Suisse sono giunti al termine e i detentori delle obbligazioni che facevano parte del Additional Tier 1, per un valore complessivo di 17 miliardi di dollari, sono rimasti con il cerino in mano. Ora, questo è esattamente il motivo per cui questi cosiddetti strumenti di capitale aggiuntivo di classe 1 sono stati concepiti: essere in grado di salvare gli investitori e proteggere i contribuenti in caso di fallimento di una banca. La cosa insolita, questa volta, è che gli azionisti sono stati preferiti ai detentori di questa tipologia di obbligazioni e ora perdono poco più del 60% del valore che le loro azioni avevano venerdì scorso, 17 marzo. Sono qui in compagnia di Elisabeth Rudman, Managing Director, Credit Rating di Morningstar DBRS, e di Johann Scholtz, analista azionario di Morningstar specializzato sulle banche europee. Elisabeth, questa soluzione ha dei precedenti, o quanto accaduto con Credit Suisse è destinato a cambiare le norme del sistema finanziario? 

Elisabeth Rudman: Grazie Lukas. Il fatto è che non ci sono molti precedenti relativi al fallimento di un grande istituto finanziario complesso come Credit Suisse, e certamente non dall'ultima crisi finanziaria, dopo la quale molte di queste regole sono state messe in atto e strumenti come l’AT1 sono stati sviluppati. Quindi, tutto questo è in qualche modo nuovo. Inoltre, ciò che vediamo è che questi strumenti AT1 possono anche essere in qualche modo diversi per banche diverse e in diverse giurisdizioni. Quindi chiaramente c'è stato uno shock con il bail in e la svalutazione di questi strumenti AT1, mentre gli azionisti ricevevano ancora dei soldi, come hai sottolineato. I termini dello strumento consentono all'autorità di regolamentazione di svalutare questi titoli in caso di non fattibilità, ma non era quello che ci si aspettava. Quindi penso che dovremo vedere come continuano a reagire i mercati e come reagiscono anche gli investitori. 

Lukas Strobl: Ora, la maggior parte delle banche emette debito AT1: questo influenzerà l'attrattiva di questo strumento per gli investitori e, di conseguenza, il costo della raccolta di capitale per le banche? 

Elisabeth Rudman: Come dici tu, molte delle grandi banche hanno emesso questi strumenti AT1 e li hanno già come parte del loro capitale. È un requisito normativo che abbiano un debito sufficiente per assorbire le perdite ed è stato uno strumento utile per le banche fino ad oggi. Certamente, ora potrebbe essere più costoso per loro emettere quel tipo di strumenti se dovessero averne bisogno. Dunque, quanto accaduto potrebbe modificare le loro decisioni in termini di come raccolgono il capitale. 

Lukas Strobl: Capisco. Ora passiamo alla nuova mega-banca svizzera che sta emergendo da questa crisi: UBS. Johann, nonostante il bail-in di cui abbiamo appena discusso e altri 9 miliardi di garanzie da parte delle autorità svizzere, oggi il titolo UBS è sceso del sette, a volte del dieci per cento, più della maggior parte dei suoi competitor europei. Come pensi possa essere il futuro a breve termine di UBS? 

Johann Scholtz: Grazie Lukas. Penso che in circostanze normali questo sarebbe stato davvero un ottimo affare per UBS. E in realtà crediamo ancora che UBS sarà in grado di estrarre un valore significativo nel lungo termine. Sai, stanno cercando di tagliare circa il 60% dei costi operativi di Credit Suisse, quindi sarà davvero una questione di quante entrate perderanno durante questo periodo. Tuttavia, questo accordo porta con sé un certo grado di incertezza, e l'incertezza è l'ultima cosa che una banca vorrebbe in questo momento. Ma, sai, penso che UBS sia in una posizione molto migliore rispetto a Credit Suisse per estrarre le sinergie da queste attività. Inoltre, se guardi effettivamente alle attività che stanno acquisendo, ci sono tre business molto solidi lì dentro e stanno dismettendo il segmento della banca d'investimento, che è stata davvero l’anello debole di Credit Suisse. A conti fatti, crediamo che nel lungo termine si possa creare un valore significativo per gli azionisti. 

Lukas Strobl: Grazie Johann e grazie Elisabeth. Mentre parlavamo, la Banca centrale europea ha annunciato che anche i detentori di titoli AT1 devono essere soddisfatti prima degli azionisti in caso di fallimento. Questo suggerisce che il bail-in svizzero degli obbligazionisti AT1 potrebbe essere stato un caso isolato. Anche se abbiamo assistito già a molte prime volte in questa nuova crisi bancaria. Grazie per la visione. Per Morningstar, sono Lukas Strobl.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Lukas Strobl  è editorial manager EMEA di Morningstar.

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