A marzo, secondo le stime preliminari pubblicate dall'Istat venerdì, prosegue la fase di rapido rientro dell'inflazione, guidata dalla dinamica dei prezzi dei beni energetici, sia della componente regolamentata sia di quella non regolamentata, entrambe in netto calo su base congiunturale.
Di contro, continuano le tensioni al rialzo dei prezzi nel comparto dei beni alimentari non lavorati, dei tabacchi e dei servizi, che portano a una nuova accelerazione dell'inflazione di fondo, la cui dinamica tuttavia sembra perdere lo slancio che aveva contraddistinto i mesi precedenti.
Nel dettaglio, secondo le stime preliminari, nel mese di marzo 2023 l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività, al lordo dei tabacchi, registra una diminuzione dello 0,3% su base mensile e un aumento del 7,7% su base annua, da un aumento del 9,1% del mese precedente.
Il rallentamento del tasso di inflazione si deve, in prima battuta, alla decelerazione su base annua dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati al 19% dal 41% e alla flessione più marcata di quelli degli energetici regolamentati a meno 20% da meno 16% e, in misura minore, dalla contrazione dei prezzi degli alimentari lavorati al 15,3% dal 15,5%, dei beni non durevoli al 6,8% dal 7,0% e dei servizi relativi ai trasporti al 6,3% dal 6,4%. Tali effetti sono stati solo in parte compensati dall'accelerazione dei prezzi degli alimentari non lavorati al 9,3% dall'8,7%, dei tabacchi al 2,5% dall'1,8% e dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona al 6,3% dal 6,1%.
L'"inflazione di fondo", al netto degli energetici e degli alimentari freschi, registra ancora una moderata accelerazione al 6,4% dal 6,3%, così come quella al netto dei soli beni energetici al 6,5% dal 6,4%.
Si attenua la crescita su base annua dei prezzi dei beni al 9,8% dal 12%, mentre si accentua lievemente quella relativa ai servizi al 4,5% dal 4,4%, portando il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni a meno 5,3 punti percentuali, da meno 8,0 di febbraio.
I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona restano stabili in termini tendenziali al 13% circa, mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d'acquisto rallentano la loro crescita al 7,7% dal 9,0%.
L'inflazione acquisita per il 2023 è pari al 5,1% per l'indice generale e al 4,1% per la componente di fondo.
In base alle stime preliminari, l'indice armonizzato dei prezzi al consumo aumenta dello 0,8% su base mensile, per la fine dei saldi stagionali di cui il NIC non tiene conto, e del 8,2% su base annua, in netto rallentamento da +9,8% di gennaio.
Di Claudia Cavaliere, Alliance News reporter
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